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Diaconale: “Lazio vittima di linciaggio”
LAZIO DIACONALE RAZZISMO – “Ho sentito l’esigenza di intervenire per portare un po’ di verità in questa storia. In questi giorni la Lazio è stata subissata…”
LAZIO DIACONALE RAZZISMO – “Ho sentito l’esigenza di intervenire per portare un po’ di verità in questa storia. In questi giorni la Lazio è stata subissata di accuse ingiustificate, di un linciaggio generale allucinante rispetto a una vicenda che invece non merita né questo linciaggio, né questa accusa continua”. Esordisce così Arturo Diaconale, portavoce del club biancoceleste, ospite a ‘Goal di notte’ su ‘Teleroma56’.
CURVE POLITICIZZATE – “La vicenda merita la giusta condanna, che è scontata, è stata ribadita, va ripetuta e contro questi fenomeni bisogna combattere per eliminarli progressivamente. Sono fenomeni antichi perché la politicizzazione delle curve, che non riguarda soltanto la Lazio, risale agli anni ’70. All’Olimpico era iniziata come un fenomeno di estrema sinistra da parte della tifoseria romanista e poi è stata bilanciata dalle altre. Adesso questi fenomeni si stanno rarefacendo e bisogna fare in modo che scompaiano del tutto”.
CONTROMISURE – “Ci vuole prevenzione, repressione giusta ed educazione, cosa che la Lazio nella persona del presidente Lotito ha fatto nel corso di questi ultimi anni, facendo iniziative che sono costate minacce di morte. Ora una parte di questa tifoseria si sta comportando bene: quest’anno non ci sono stati striscioni o cori offensivi, ci sono stati i ‘buu’ fatti da una piccola parte”.
LA CHIAMATA DI LOTITO – “La ricostruzione della vicenda della telefonata l’ho fatta nei giorni scorsi perché sono stato protagonista io. Lunedì pomeriggio un esponente della comunità ebraica di fronte a quella vicenda mi chiedeva: “Perché la Lazio non fa un atto di condanna e di solidarietà portando un mazzo di fiori davanti alla Sinagoga?”. La persona in questione era Vittorio Pavoncello in un atto spontaneo e legittimo. Il presidente Lotito era a Milano nella sala delle riunioni e non prendeva il telefono. Finita la riunione, quando il presidente ha riacceso il telefono, nel frattempo anche Pavoncello l’aveva chiamato, comunque io gli ho comunicato la proposta. Lui di corsa ha detto sì. Io non conosco le dinamiche all’interno della comunità ebraica, però Vittorio non è una persona qualsiasi e se fa una proposta di questo genere si presume che sia ben accolta. Nel momento in cui si aderisce all’iniziativa e si comincia ad organizzare preparando una corona di fiori, arrivano da parte di altri esponenti della comunità ebraica alcune perplessità relative all’orario: l’ora di mezzogiorno non sembrava adeguata a causa di altri impegni. La frase che ha determinato scandalo è arrivata appunto durante una telefonata con Pavoncello e alla domanda “Ma vengono quelli della comunità” è stato risposto “Il rabbino capo sta a New York, il vice capo e gli altri probabilmente non vengono”, allora la reazione è stata “Che andiamo a fa’ una sceneggiata”. Forse Lotito voleva che ci fossero gli alti esponenti della comunità ebraica. Andiamo a fare una sceneggiata è un’espressione romana, ma era una sceneggiata necessaria, assolutamente indispensabile, un atto simbolico e formale che la Lazio doveva fare immediatamente, non poteva aspettare una settimana. Su questo si è innescato un processo di linciaggio personale nei confronti di Lotito vergognoso, un linciaggio verso la società e la tifoseria e grazie a questo combinato disposto tutta la Lazio si è beccata l’etichetta di squadra di razzisti, sostenuta da tifosi razzisti. Contro questo bisogna combattere e io lo faccio non da portavoce di Lotito e da responsabile della comunicazione della Lazio, ma da laziale perché non possiamo permettere di far massacrare la nostra società. Abbiamo una storia lunghissima che non può essere massacrata per un episodio di questo genere. Io personalmente ho le carte in regola, sono filo israeliano da sempre, ho sostenuto le battaglie della comunità ebraica da sempre, ho scritto un libro in difesa di Israele rispetto al pericolo di una bomba atomica iraniana, da ragazzo sono stato in un kibbutz israeliano. La cosa vergognosa è che si usi Anna Frank per regolare i conti con Lotito dentro la Federcalcio. Anna Frank viene strumentalizzata. La famosa faccenda della Curva Sud è stata fatta rispettando tutti i crismi della legalità, che emergerà in tutta la sua chiarezza”.
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