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DIAKITE’ ringrazia mister Rossi: “Mi ha insegnato che il lavoro paga. Cisse? Gli dovrebbero dare il numero 10”

Il difensore biancoceleste sullo scudetto: “Lo lasciamo a chi è più forte di noi”

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DIAKITE’ ringrazia mister Rossi: “Mi ha insegnato che il lavoro paga. Cisse? Gli dovrebbero dare il numero 10”

Il difensore biancoceleste sullo scudetto: “Lo lasciamo a chi è più forte di noi”

Modibo Diakité si sta riprendendo la Lazio. Nelle ultime uscite il difensore biancoceleste si sta facendo valere e ora si racconta ai microfoni di Lazio Style Radio. Come è cominciato questo campionato? «Sto giocando più delle altre volte quindi va bene» Cosa ti dice Reja in questi giorni? «Sembrerà strano, ma io non parlo quasi mai con il mister, per una forma di rispetto.»

Oltre al mister, anche André Dias, un suo compagno di reparto, lo ha definito un grande dopo la partita di Parma: «Io penso la stessa cosa che pensa lui. Io in campo sono così tranquillo perché so che se sbaglio c’è Dias dietro. Lui mi guida, io cerco sempre di guardarlo, ma vado tranquillo perché so che c’è». Oltre al brasiliano, c’è anche Biava «Li ringrazio tanto, sia quando ho giocato con Dias che con Biava mi hanno dato consigli, non mi fanno sentire tutte le pressioni e sono molto contento».

Con il Parma hai giocato una partita straordinaria, è stata la più bella? «Io dopo che ho giocato bene cerco subito di cancellare e pensare ad altro. Io ho giocato tanto perché Biava si è fatto male, lo dico chiaramente, io non mi sento un titolare. Biava e Dias si sono meritati quel posto, io mi faccio trovare pronto. Cerco sempre di allenarmi bene e metto il cuore in ogni partita, come nella vita».

Come si fa a farsi trovare sempre pronti? Ci vuole tanto sacrificio: «Io per fortuna ho avuto Delio Rossi, che mi ha sempre insegnato che solo il lavoro paga. Io sono rimasto con quella mentalità».

Hai legato molto con Cisse, che in questo momento non riesce a trovare la via del gol: «Sì, è un amico. Per lui non è un periodo brutto perché comunque ha fatto un sacco di assist quindi ci ha fatto segnare. Dobbiamo dargli il numero dieci perché è lui l’uomo assist». Come la sta vivendo lui questa situazione? «E’ tranquillissimo. Lui questi periodi che li ha come tutti gli attaccanti. L’importante è che se non segna ci fa segnare»

Sabato si torna a giocare a Napoli: «Penso che sarà una grande partita, contro una grande squadra. Troveremo un grande pubblico, ma noi cercheremo di portare i tre punti a casa. Ci servirà tanto cuore». In quell’occasione l’arbitro condizionò il risultato, ne parlate nello spogliatoio?: «L’arbitro ha sbagliato tanto, ma come sbagliamo noi, sbagliano anche loro».

Una curiosità tecnica. Temi di più gli avversari corpulenti o i ‘piccoletti’: «Io nessuno, cerco sempre di fare il mio dovere senza inventarmi niente» Come vivete questa testa della classifica?: «Noi siamo tranquilli. Il fatto dello Scudetto lo lasciamo alle squadre più forti di noi. Noi cerchiamo di arrivare in Europa League e andiamo avanti partita per partita. Non cerchiamo di giocare una partita pensando già alla prossima». E’ più facile affrontare le grandi o le cosiddette piccole? «Noi affrontiamo tutti allo stesso modo. Nel campionato italiano puoi perdere contro il Milan e la Juve, ma anche contro il Novara o il Lecce, allo stesso modo».

Ci sono giocatori che ti hanno colpito in questo avvio di stagione? «Mi colpiscono i nostri, Klose, Cisse, Hernanes. Anche Marchetti e lo stesso Konko, io non vado a vedere gli altri giocatori».  Marchetti dà sicurezza al reparto difensivo?: «Avoja! Lo sta facendo anche bene, me lo ricordavo già a Cagliari e qui si sta ripetendo». Anche Lulic si sta comportando, Reja lo ha definito un cavallo per quanto corre. E cosa ci dici di Konko:  «Konko è un cavallo, ma nero (ride, ndr)».

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L.B.

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