APPROFONDIMENTI
Europa, disastro annunciato: tutte le colpe di Sarri e della rosa
ELIMINAZIONE LAZIO CONFERENCE LEAGUE SARRI- La Lazio, dopo una gara di andata sfortunata ma, comunque, persa in casa, subisce l’eliminazione della Conference League per mano dell’AZ. Gli olandesi si sono imposti anche in Olanda, non subendo praticamente mai la squadra di Sarri, che pure si era portata in vantaggio. Analizziamo le cause di questo disastro europeo, dividendole tra la rosa e il tecnico Sarri.
Lazio, deluso Gregucci: “Le riserve dovevano sfruttare l’occasione”
L’eliminazione della Lazio dalla Conference League tra demeriti di Sarri e rosa corta
Lazio e rosa corta, così per l’Europa non basta
Più e più volte il tecnico toscano dei biancocelesti si è soffermato sull’errore nell’aver impostato una stagione così compressa a causa dell’impegno mondiale a metà campionato. Il risultato? Troppe partite ravvicinate, forma in calo costante, infortuni e turnover obbligato.
Sarri può aver ragione ma, spesso, le squadre affrontate dalla Lazio con le “seconde linee” non sono apparse così superiori alla Lazio versione europea. Che, troppo spesso, è comunque parsa una Lazio B. I problemi evidenziati da “Mau”, inoltre, non riguardano soltanto la Prima Squadra della Capitale, ma ogni squadra impegnata nelle coppe europee. Certo, risponderebbe lui, alcuni avversari della Lazio sono stati favoriti dalle loro Leghe Nazionali, cosa che in Italia non accade di certo…
La realtà, tuttavia, è che la rosa della Lazio non pare all’altezza della doppia competizione. I vari Luka Romero, Cancellieri, Basic non si sono dimostrati all’altezza dei titolari. C’è un reale abisso tra l’11 titolare di Sarri (in grado di mettere in difficoltà e sconfiggere praticamente chiunque) e la squadra da turnover. Anche soltanto con 2 o 3 cambi i biancocelesti paiono perdere la propria identità, diventando spesso irriconoscibili fantasmi di se stessi.
Questo è un peccato perché, soprattutto Romero e Cancellieri, hanno dimostrato di avere buone qualità: l’essere stati chiamati in causa così poco spesso e in partite complicate di certo non ha aiutato le seconde linee a brillare e ad aiutare la Lazio.
I limiti di Sarri, tra comunicazione e l’Europa vista come un impegno gravoso
La rosa corta non può essere l’unica causa di questo “disastro annunciato”. Non siamo disposti a credere, infatti, che le riserve della Lazio non fossero all’altezza del Midtjylland o dell’AZ (che pure tra giovani rampanti e titolari è una squadra sottovalutata).
In questo le scelte di comunicazione di Mister Sarri riguardo l’avventura europea della Lazio non hanno certo aiutato. Le continue (e giustificate) lamentele per un calendario compresso e schiavo dei diritti TV, infatti, sembrano aver fiaccato la brama biancoceleste di competere in Europa. Toppo spesso considerata più una scocciatura che un’occasione.
L’ultimo episodio, contestato da qualcuno e acclamato da altri, riguarda la vicinanza tra la gara contro l’AZ e il derby di Roma. Come può una squadra recuperare una sconfitta in casa quando il proprio condottiero dichiara senza troppi giri di parole che baratterebbe la vittoria in Europa con quella nella stracittadina?
Se la rosa corta resta un fattore, dunque, anche l’approccio del tecnico avrebbe potuto essere ben più convincente nel dimostrare attaccamento alle competizioni continentali.
Certo, Sarri si sta giocando la Champions che, per valore economico e prestigio non ha nulla a che vedere con la Conference League. Le immagini del popolo romanista in festa per la conquista del titolo, in ogni caso, chiamano la Lazio a un riscatto europeo. Non quest’anno: nessuna marea biancoceleste sfilerà per le strade di Roma.
Competere per l’Europa è l’obiettivo principe di una squadra come la Lazio, onorarla dovrebbe essere il passo successivo.
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