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ESCLUSIVA. FALASCA: “KEITA può dare ancora di più. CATALDI? Dopo un’annata del genere ha bisogno di giocare”

ESCLUSIVA LAZIONEWS.EU. L’ex playmaker della Primavera campione d’Italia si confessa: “Mi ispiro a Thiago Motta. Cuneo? Soddisfatto dell’esperienza, ma ora voglio salire di categoria”…

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ESCLUSIVA LAZIONEWS.EU – Nel suo piccolo Gianmarco FALASCA ha già inscritto il suo nome nella storia del calcio giovanile: nessuno, prima di lui era riuscito nell’impresa di vincere tre campionati Primavera consecutivi con tre squadre diverse (in ordine ROMA, INTER e LAZIO, ndr). Un traguardo storico per il centrocampista romano che, dopo la gloria raggiunta nell’anticamera del grande calcio, quest’estate ha compiuto il salto nel mondo dei professionisti. E per farlo ha scelto la Seconda Divisione, accettando la corte del CUNEO. Una stagione deludente per il club piemontese (che si è chiusa con la retrocessione in Serie D dopo aver perso la semifinale dei play-out con il Delta Porto Tolle, ndr), ma positiva per il ragazzo classe ’93 che ha avuto modo di “svezzarsi”. Ora Gianmarco però non vuole più fermarsi, vuole scalare la montagna un passo dopo l’altro e salire di categoria: la LAZIO ha riscattato il suo cartellino e nei prossimi giorni cercare una nuova sistemazione per l’ex playmaker della Primavera campione d’Italia che punta solo e soltanto ad una cosa: giocare con continuità per continuare a crescere. Questo – e tanto altro – lo ha rivelato lo stesso FALASCA in una lunga intervista concessa in esclusiva a Lazionews.eu. Ecco le sue parole:

Dopo un inizio in salita, hai concluso il campionato in crescendo a Cuneo totalizzando 18 presenze. Soddisfatto della tua prima esperienza tra i ‘grandi’?
“Sì, a livello personale mi sento soddisfatto anche perché, dopo un inizio difficile che mi aspettavo, ho continuato a lavorare. E i frutti del mio lavoro li ho raccolti a gennaio quando ho iniziato a giocare con continuità. Sono stato anche favorito dal cambio di allenatore: l’arrivo di mister Ezio Rossi (subentrato a Sottil il 7 gennaio, ndr) mi ha aiutato visto che ha creduto molto in me”.

E’ notizia di qualche giorno fa che la Lazio ha risolto a proprio favore la tua comproprietà. Ora quali sono i tuoi progetti futuri? Hai sentito la dirigenza?
“Sì ci siamo sentiti: stiamo lavorando insieme perché la loro intenzione è quella di mandarmi a giocare da qualche parte e adesso stiamo cercando di trovare la soluzione migliore”.

La Lazio, per dare il via al nuovo corso, si è affidata a Stefano Pioli. Che ne pensi del tecnico emiliano, credi che sia la scelta giusta?
“Quando vedo giocare le squadre di Pioli, vedo sempre molta organizzazione. Questo credo che alla lunga pagherà. Poi è un tecnico che pratica un calcio offensivo e questo può aiutare a far riavvicinare i tifosi alla squadra facendoli divertire”.

La scelta di Pioli è stata consigliata da Reja che, allo stesso tempo, in caso di soluzione interna caldeggiava il nome di Alberto Bollini, un tecnico che conosci molto bene. Dopo aver fatto benissimo a livello giovanile ed aver trascorso gli ultimi sei mesi al fianco del goriziano, pensi che sia giunto il momento per lui di provare il salto nel grande calcio?
“Sicuramente lui tutto quello che ha conquistato se lo è meritato sul campo perché i risultati parlano per lui: è uno degli allenatori più vincenti della storia dei settori giovanili e quando è salito in prima squadra ha fatto molto bene. Se la società avesse puntato per la soluzione interna, lui sarebbe stato sicuramente l’uomo giusto”.

Oltre al calciomercato, in questi giorni sta facendo parlare molto anche la nuova strategia comunicativa di Lotito atta a ricucire lo strappo con i tifosi. Ti sei fatto un’idea su questa contestazione? Credi che il rapporto si possa risanare?
“Lo spero per la Lazio, perché il presidente non sembra intenzionato a mollare anzi lo vedo molto appassionato. Lui tutte le scelte che fa, le fa per il bene della società. Quindi spero che questa maggiore comunicazione serva a riavvicinare e ricucire il rapporto con i tifosi, soprattutto per il rendimento della squadra ed aiutare i giocatori ad essere più sereni”.

Qualche tempo fa, prima della sua definitiva esplosione, avevi apostrofato Keita come un “talento fuori dal comune”. Il fatto che ormai sia un perno della prima squadra non deve essere quindi una grossa sorpresa per te…
“Sì vedeva! Sapevo che sarebbe arrivato a questi livelli. Se continuerà a lavorare bene e con la testa giusta può fare anche meglio, ma spero e credo che dalla prossima stagione ci possiamo aspettare anche qualcosa in più da lui perché ha tutto per fare la differenza anche in Serie A”.

E Tounkara invece? Credi che possa ripercorrere la sua stessa strada?
“I mezzi li ha anche lui. E’ più potente rispetto a Keita, è meno tecnico però con le sue caratteristiche anche lui potrebbe imporsi. Poi dipende solo da lui”.

Chi ha impressionato quest’anno invece è Danilo Cataldi, col quale hai confessato di esserti sentito spesse volte nel corso di questa stagione. Dopo un ottimo campionato di B col Crotone, credi sia pronto per imporsi anche alla Lazio?
“Qui il discorso, più che per la Lazio, lo faccio per lui: non so quanto possa convenirgli rimanere in biancoceleste dopo una grande stagione come quella che ha fatto quest’anno. Mi spiego: ha bisogno di giocare con continuità per continuare ad imporsi. Se questo potrà permetterglielo la Lazio sarebbe la situazione perfetta per lui, ma anche per la Lazio stessa che avrebbe un grande prospetto a centrocampo. Se questo non fosse possibile, anche se magari può dispiacere, sarebbe meglio lasciarlo andare da un’altra parte, magari in un’altra categoria per farlo continuare a crescere”.

Torniamo a te: c’è qualche giocatore al quale ti ispiri maggiormente?
“Per valori e caratteristiche dico Thiago Motta: siamo entrambi mancini e giochiamo prevalentemente davanti alla difesa. Alla Lazio c’è chi mi accostava a Liverani, dicevano che gli assomigliavano nelle movenze anche se io l’ho visto poco”.

In conclusione, qual’è il tuo sogno per il futuro?
“La felicità di un giocatore credo sia quella di giocare. A me interessa quello, poi quest’anno sono categoria più bassa ora spero di risalire in fretta e riuscire ad impormi. Sicuramente dipenderà tutto da quello che dimostrerò sul campo, ma spero di ottenere sempre il meglio. La cosa più importante comunque è giocare con continuità: questa è la ricetta della serenità per un calciatore”.

Daniele Gargiulo

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