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Fabbricini: “Venti squadre in A sono troppe. E meno stranieri…”
FABBRICINI SERIE A FIGC – Il calcio italiano ha bisogno di riforme per ripartire, dopo l’incredibile flop Mondiale. Lo sa bene il neo-commissario…
FABBRICINI SERIE A FIGC – Il calcio italiano ha bisogno di riforme per ripartire, dopo l’incredibile flop Mondiale. Lo sa bene il neo-commissario della FIGC Roberto Fabbricini, che anticipa importanti novità per una Serie A ai minimi storici per competitività e tasso tecnico, in un’accurata intervista rilasciata a ‘Radio Radio TV’.
Pensa che tra i compiti del Commissario ci sia anche quello di mettere mano alla giustizia sportiva?
“Uno dei problemi più grandi della giustizia sportiva è che fino adesso i giudici federali venivano nominati dai presidenti federali, questo non va bene. Ci vuole una terzietà assoluta. Ci stiamo lavorando sopra al livello Coni, soprattutto il presidente Malagò con un gruppo di lavoro, vediamo la maniera più giusta quale è, le idee ci sono. Non possiamo più consentire che la giustizia sportiva sia soggetta a persone che hanno un punto di contatto per qualsiasi motivo con chi governa la federazione stessa perché il ruolo della Giustizia deve essere assolutamente estraneo a qualunque altro fatto del mondo della Federazione. E’ un lavoro importante che stiamo facendo e che ricadrà anche sulla Federcalcio”.
Riduzione numero extracomunitari
“Al CONI annualmente riceviamo dal Governo indicazioni per abbassare il numero degli ingressi di extracomunitari nella totalità degli sport. L’argomento è stato trattato nell’ultima Assemblea soprattutto da due presidenti , Pallacanestro e Pallavolo, in quanto la forte presenza di giocatori provenienti da federazioni straniere e extracomunitarie chiaramente va ad impattare negativamente sul livello tecnico delle varie nazionali e questo vale anche per il calcio. Recependo le indicazioni del Governo ogni anno ci siamo sforzati di ridurre anche con numeri unitariamente limitati e dal prossimo anno dovremmo ancora abbassare andando a toccare certamente anche il mondo del calcio. Anche guardando il campionato primavera vediamo ragazzi con nomi che vengono dall’est europeo o dal continente africano in numero esorbitante, questo è un aspetto da seguire. Non possiamo pensare che ci sia una liberalizzazione d’ingressi di giovani che vanno a impattare negativamente sul livello tecnico del calcio italiano”.
Sono troppe 20 squadre in serie A?
“Anch’io fino a ieri da appassionato di calcio ho sempre detto ma forse 20 squadre sono troppe, il campionato è lungo, ci sono domeniche in 4 o 5 partite già a Febbraio non valgono più nulla. Io a titolo personale penso che un campionato a 20 squadre sia eccessivo”.
Lei da commissario della FIGC che idea si è fatto su questa battuta di Pecoraro?
“Sono una persona a cui piace lavorare con il sorriso sulle labbra, per cui le battute le prendo per battute, qualcosa scappa anche a me ogni tanto, ad ogni modo al di la di questo debbo dire che in questo momento delicato, particolare, in un momento in cui fra l’altro l aspetto tecnico del campionato di serie A sta vivendo una situazione al vertice molto equilibrata, le componenti federali a qualunque tipo e livello operino, da un segretario di federazione a un procuratore di giustizia, dovrebbero astenersi da fare queste considerazioni questa è la mia opinione ma onestamente io sfido chiunque di noi la domenica alle cinque che non chieda cosa ha fatto la sua squadra, è una passione che tutti abbiamo e ci portiamo dietro quando occupiamo delle sedie delicate e importanti. Io stamattina ho sentito il Pecoraro, ci siamo sentiti ma soltanto perché ci diamo appuntamento per farci una chiacchierata, non abbiamo toccato il tasto, ma credo che l’urgenza assoluta sia di dire bene a tutto il mondo, ai componenti del calcio “ signori cerchiamo di essere molto rilassati, non pensare a situazione che possano dare suscettibilità” perché in fondo c’è gente che nel calcio ci mette quello che ci mette, padroni di società dirigenti tecnici e qualunque battuta poi offre il gesto a interpretazioni dietrologiche che non vanno bene”.
A chi dice che ormai lo sport è in mano ai romanisti lei che dice?
“Ieri uscendo da via Allegri ho fatto una battuta, allora penso alla Roma, io sono romanista. Anche io la domenica sto attaccato al tv e seguo, però onestamente per me poi visto che avevo ruoli particolari al CONI dove mi impattava molto la passione sportiva per me la partita finiva alle sette del pomeriggio era finito finiva tutto, si cominciava a lavorare senza le solite polemiche e chiacchiere da bar quindi io dico che tutti abbiamo una certa passione e ce la teniamo non penso ci sia nessuno anche tra di voi che non abbia la squadra del cuore”.
Cosa farà per dare la serenità gli arbitri, e per dare il massimo della correttezza possibile a questo campionato?
“C’è un settore arbitrale, governato da Marcello Nicchi che sa lavorare bene. Cosa posso dire? Posso magari incontrarli tutti quanti, rinnovare la fiducia. Anche io qualche volta, con questa “passionaccia” che abbiamo, posso essere critico e posso andare magari ad andare ad alzare la voce. Però dobbiamo pensare che gli arbitri sono un gruppo di persone che certamente lavorano con passione e con competenza possono sbagliare- ma questa è una frase fatta trita e ritrita – tutti possiamo sbagliare e anche loro è chiaro che in questo momento sono sotto un’ interpretazione dei loro atteggiamenti decisionali molto fiscale,molto attenta, molto precisa e quindi io sono a favore del VAR purché venga utilizzato nella maniera giusta”.
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