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FASCETTI: “Un ritorno alla LAZIO? Mi ci vedete a lavorare con LOTITO?”

L’ex centrocampista biancoceleste aggiunge: “Onazi mi sembra un buon giocatore, Keita ha velocità. Gli altri giovani, niente di che”…

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(getty images)

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NOTIZIE SS LAZIO – E’ intervenuto ieri a Lazio Style Radio 100.7 durante la trasmissione “Mi ritorni in mente”, l’ex centrocampista della LAZIO, Eugenio FASCETTI. L’ex allenatore compie oggi 75 anni e durante il suo intervento in radiofonico ha avuto modo di commentare l’andamento dei biancocelesti in questa stagione. Il tecnico ha ricevuto gli auguri di due suoi ex calciatori come Angelo Adamo Gregucci e Raimondo Marino.

Al termine dell’intervento ha poi lasciato con una battuta che ha strappato un sorriso agli altri ospiti: “Un ritorno alla Lazio? Mi ci vedete a lavorare con Lotito? Abbiamo due caratteri troppo forti sarebbe uno scontro tra titani”.

L’ex tecnico ha poi parlato in esclusiva al sito laziopolis.it :

“L’allenatore è in confusione. A sei minuti dalla fine a Bergamo prendi un gol con quattro difensori piazzati in linea? Il calcio è semplice, gol così fanno malissimo. Dimostrano che non hai un minimo di organizzazione”.

Lei comincia dall’allenatore?

“Comincio e finisco. Non mi piace, non ha una filosofia di gioco, non c’è capo né coda in questa squadra, non si trova la quadratura del cerchio. Non si può cambiare modulo in continuazione, dai l’impressione di non avere mai il controllo e confondi i giocatori. Eppure un anno fa la Lazio era tosta, correva, era difficile da affrontare. E anche con Reja era così. Comunque inutile cambiare tanto per cambiare: la società l’ha scelto, ora bisogna stare uniti”.

Il mercato non è stato granché. Si prova con le giovani scommesse…

“Onazi mi sembra un buon giocatore, gli altri niente di che. Keita ha velocità. Ma io dico: vai a Bergamo ad attaccare per farti infilare? E l’unico contropiedista che hai, cioè Candreva, lo tieni fuori?”

Non si riescono a creare occasioni da gol…

“Con il tiki taka non si va da nessuna parte, lasciamolo fare al Barcellona. Noi siamo il contropiede, due passaggi e vai in porta. Questa è la nostra storia e da una vita si vince così. Un esempio? La Fiorentina domenica. Sennò quando la batti la Juve…”

Un’amnesia può capitare?

“Mi ricordo un Torino-Juve, da 0-2 a 3-2 sempre in cinque minuti. E allora giocava Platini. Come scriveva Gianni Brera, la dea Eupalla è così, molto lunatica. Ma questi non hanno capito che di un punto alla fine si può vincere lo scudetto o retrocedere. Sul 2-2 devi accontentarti, non buttarti in avanti come un allocco”.

Cosa che vale quindi anche per la Lazio?

“Certo l’1-1 di Bergamo me lo porto a casa. E comunque per vincere non ho bisogno di quattro punte buttate lì a caso. Il calcio è non dare spazio all’avversario. Perdi palla? Devi accorciare il campo. La riconquisti? Devi essere più veloce a occupare lo spazio. Puoi inventare tutti i moduli che vuoi ma questo è il gioco. Poi arriva uno dalla Francia e lo facciamo diventare un fenomeno”.

Dalla Francia?

“Sì Garcia. C’è venuto a insegnare il gioco all’italiana: tutti chiusi e contropiede. Perché la Roma questo fa, che credi.  E sta lì davanti, fortuna a parte. Perché ha preso un gol e basta. Io parlo di organizzazione difensiva e di colpire appena ti lasciano lo spazio. Altro che passaggetti laterali ”.

Quindi la Roma è favorita?

“A San Siro il palo colpito da Guarin ancora trema, poi un rigore inventato. Col Napoli idem. A volte certe stagioni sembrano segnate con la pura fortuna”.

E il Napoli?

“Mi lascia perplesso. In difesa non ci siamo proprio. Il campionato è ancora tutto da definire, via. Ma vedrete che vince chi prende meno gol”.

L’accendiamo?

“No, basta aprire il mio taccuino. Ce l’ho ancora sai. E i concetti sono molto semplici, altro che tiki taka”.

E i ritagli di giornale?

“Stanno col taccuino. Tanto anche voi giornalisti, nel bene e nel male, non cambiate mai…”

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