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Febbre da derby, Protti allo scadere: “Grazie a quel gol sono nella storia”

ESCLUSIVA LAZIONEWS.EU – Il mio derby, Protti racconta quello del 4 maggio 1997…

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Pubblicato il 3/11 alle 13.00

ESCLUSIVA LAZIONEWS.EU – Il derby è sempre un derby. Non importa chi lo sta giocando, la posizione in classifica che occupano le due squadre, quale è la posizione in classifica: una partita che sfugge a ogni logica, capace di stroncare carriere dal futuro già scritto o di elevare al ruolo di semidei calciatori che non avevano ancora trovato la loro dimensione. L’ultimo è il caso di Igor Protti, che da oggetto quasi misterioso divenne idolo proprio grazie a una stracittadina. E’ lo stesso giocatore, in esclusiva ai microfoni di Lazionews.eu, a raccontarlo: “Noi venivamo da un periodo di risultati importanti mentre la Roma era in un momento di grande difficoltà, c’era addirittura chi parlava di retrocessione. Il derby però è una partita unica, alla quale tutti tengono. La prima cosa di cui mi hanno parlato al mio arrivo a Roma fu proprio il derby quindi vi lascio immaginare che attesa che poteva esserci”. In campo però le cose si mettono subito male, Protti è costretto a soffrire dalla panchina: “Zoff scelse di farmi partire dalla panchina, ero dispiaciuto perchè ci tenevo molto”. 

Un derby povero, rustico, ma non per questo meno bello. I biancocelesti partono favoriti, ma è la Roma a fare la partita, Balbo porta in vantaggio i giallorossi con uno di quei gol capaci di far parlare di sé per un’estate intera, la Lazio non riesce a reagire. A complicare le cose arriva anche l’espulsione di Favalli: biancocelesti in dieci e sotto di un gol. Il dramma sta per consumarsi, Zoff si gioca il tutto per tutto. Fuori un Signori spento e polemico, dentro Protti. Il pubblico rumoreggia, per il popolo laziale è lesa maestà. “Ricordo che entrai in un momento di grande difficoltà, poi ebbi la fortuna di trovarmi al posto giusto nel momento giusto”. Una zampata come solo i bomber d’area di rigore sanno fare, lui che con il gol ha avuto sempre un rapporto speciale, unico giocatore del campionato italiano a laurearsi capocannoniere con una squadra retrocessa. Un tocco di rapina, la palla che scivola lenta verso la linea di porta, poi l’esplosione della Nord. E’ un’emozione difficile da raccontare a parole, avevo una sensazione di gioia impossibile da descrivere. Ho capito subito di essere entrato nella storia laziale, è stato straordinario. Ancora oggi, a distanza di quasi 20 anni, la gente mi chiama per ringraziarmi di quella rete: questo mi fa capire l’importanza di quel gol”. Il solito trenino, marchio di fabbrica di Protti, un’esultanza che ha fatto storia. “E’ stato molto emozionante e lo ricordo con grande piacere. Quell’immagine è diventata un simbolo: la campagna abbonamenti dell’anno seguente (la stagione 1997/98, ndr) fu basata proprio su quell’esultanza. C’era l’immagine della nostra esultanza con lo slogan “Abbonati anche tu, il treno sta partendo”. 

Matteo Vana

@VanaMatteo

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