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Felipe ANDERSON: “Alla LAZIO mi sento importante. Io come CR7? Devo restare umile e lavorare tanto”
Prima i dubbi, poi l’esplosione, e infine, sul più bello, i problemi. Si potrebbe sintetizzare così questa prima parte di campionato per Felipe Anderson…
NOTIZIE LAZIO – Prima i dubbi, poi l’esplosione, e infine, sul più bello, i problemi. Si potrebbe sintetizzare così questa prima parte di campionato per Felipe Anderson. Dopo un inizio piuttosto difficile, il brasiliano aveva messo in mostra qualità importantissime, trascinando i propri compagni con gol e prestazioni incantevoli. Nel momento più positivo della sua avventura biancoceleste, però, ecco lo stop: prima l’infortunio al ginocchio, dopo l’arresto del padre in Brasile. Intanto, in attesa di ritrovare la forma migliore, il brasiliano si è raccontato ai microfoni di placar.abril.com.br.
Sei appena tornato da un infortunio al ginocchio rimediato nel tuo momento migliore alla Lazio, come ti senti dopo aver trascorso tre settimane lontano dal campo?
“Un infortunio è sempre un imprevisto, per di più è arrivato in un momento d’oro per me. Ma fortunatamente non era niente di grave e sono tornato in fretta. Dopo due, tre partite ritroverò il ritmo e l’intensità: sono sicuro che tornerò quello di prima”.
La tua prima stagione in Italia non è andata bene, quest’anno invece hai fatto la differenza. Che cosa è cambiato in Felipe Anderson dalla stagione 2013/2014?
“La differenza è stata tutta nell’adattamento a un nuovo calcio. Per capire il calcio italiano serve tempo, è molto diverso da quello brasiliano. All’inizio della scorsa stagione venivo da un infortunio e da quattro mesi trascorsi lontano dal campo. Ho appreso molto dal punto di vista dell’intensità di gioco e della tattica. Qui i difensori non ti lasciano respirare. Poi ho avuto modo di parlare molto con l’allenatore e con i giocatori più esperti della squadra, come Klose, Biglia e Mauri, che è il capitano della squadra. Mi hanno dato molti consigli, adesso so cosa devo fare”.
Dopo la partita contro la Sampdoria, Sinisa Mihajlovic ti ha paragonato a Cristiano Ronaldo. Come hai reagito a questo complimento?
“Le sue parole mi hanno fatto molto piacere, sono il risultato di un duro lavoro che mi è stato riconosciuto. Ma devo migliorare ancora molto per arrivare al suo livello (ride, ndr). Credo che il complimento sia dovuto al fatto che siamo entrambi molto veloci, ma il nostro stile di gioco è differente. Io somiglio più a Kaká e a Ganso. Cristiano Ronaldo è completo, il migliore del mondo. Io dovrei entrare più spesso in area di rigore ed essere più incisivo sotto porta”.
Grazie a quello che hai fatto in questi mesi, sei diventato uno dei protagonisti della Lazio?
“Sì, mi sento importante, ma la Lazio ha tanti grandi giocatori. Per continuare a crescere devo restare umile e ascoltare i miei compagni”.
Indossare la maglia della Seleçao è nei tuoi programmi?
“È il mio grande sogno. Voglio farmi trovare pronto quando arriverà quel momento”.
Per il tuo ruolo ci sono diversi candidati. Tu dove ti trovi meglio?
“Io sono un giocatore versatile. Ho delle caratteristiche che mi permettono di cambiare posizione di partita in partita. Posso agire a destra, a sinistra o al centro. Alla Lazio ho la possibilità di svariare molto”.
Pensi che al Santos abbiano avuto poca pazienza con te?
“Ho sempre sognato di giocare in Europa. La scelta di arrivare alla Lazio è stata frutto di una lunga riflessione. A 20 anni sentivo il bisogno di andare via per diventare un giocatore più completo. Il Santos ha cambiato la mia vita, la mia carriera. È stato un piacere giocare nel miglior club del mondo. Un giorno indosserò ancora quella maglia”.
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