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Folorunsho si racconta: “Cresciuto nella Nord. Inzaghi un grande, Murgia predestinato”
FOLORUNSHO LAZIO – Con la maglia della Lazio addosso c’è cresciuto, prima a saltare in Curva Nord con i famigliari, poi in una lunga trafila tra le Giovanili…
FOLORUNSHO LAZIO – Con la maglia della Lazio addosso c’è cresciuto, prima a saltare in Curva Nord con i famigliari, poi in una lunga trafila tra le Giovanili, fino alla Primavera, con una panchina con la Prima Squadra, in Coppa Italia contro l’Inter. Stiamo parlando di Michael Folorunsho, oggi punto fermo della Virtus Francavilla, che si racconta a ‘gianlucadimarzio.com’, partendo proprio da quei limiti caratteriali che hanno accompagnato la sua giovane carriera: “Niente più errori, ora sono più maturo e so dove ho sbagliato, non commenterò più certi errori dovuti anche alla giovane età”.
VIRTUS FRANCAVILLA – “Il mio percorso qui è stato caratterizzato da alti e bassi. Dopo qualche difficoltà iniziale mi sono risollevato grazie all’aiuto di tutti, compagni e dirigenti. Siamo molto uniti, così potremo toglierci tante soddisfazioni. Il primo gol?E’ stato importante per me e per la squadra. E’ arrivato in un momento in cui avevamo bisogno di punti e sono felice di questo. Spero di poterne segnare altri, soprattutto per aiutare la squadra ad andare ancora meglio”.
LAZIO – “Una passione trasmessa da mia madre e mio fratello. Insieme andavamo in Curva Nord. Dagli spalti al campo.. Una soddisfazione indescrivibile e e inaspettata, un sogno ad occhi aperti. L’idolo? Di Canio, a qualcun altro mi ero affezionato, ma lui rimane unico, peccato non averlo mai incontrato. Sono stati anni bellissimi che porterò sempre dentro. Ci sono rimasto un po’ male perché ci tenevo veramente tanto, ma nel calcio sono cose che capitano. Torno comunque spesso a Roma, anche per andare a Formello, dove ho mantenuto un buon rapporto con tutti, sento ancora qualcuno spesso”.
INZAGHI – “Simone Inzaghi già in Primavera si vedeva che avrebbe fatto strada. Riusciva a instaurare un rapporto strettissimo con i ragazzi. Ci lasciava liberi di esprimerci. Ci dava degli input, ma poi toccava a noi metterli in pratica in partita. Prendeva spesso in giro me Germoni e Aimone Calì, perché diceva che andavamo a fare serata la sera prima degli allenamenti. Però ci voleva bene. Il più forte? Murgia: l’avevo già detto in un’intervista di due anni fa che sarebbe stato il primo ad arrivare in prima squadra infatti così è stato”.
TATUAGGI E FAMIGLIA – “Ho il Fontanone di Roma con la scritta ‘S.S.Lazio’ dentro. Ho iniziato da poco tempo, il primo l’ho fatto due anni fa, poi non mi sono più fermato. Quello a cui sono più legato? Uno dedicato ai mie nonni. I miei genitori mi hanno sempre appoggiato in tutto, nonostante le difficoltà. Anche quando erano lontani fisicamente mi hanno sempre fatto sentire il loro appoggio”.
PASSATO E FUTURO – “A scuola non andavo proprio benissimo, diciamo che non ero un tipo da liceo, ecco. Per questo mi sono subito iscritto ad un professionale. Passato alle spalle? In futuro voglio fare sempre meglio, non mi pongo limiti”.
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