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Gabriele Paparelli: “Il rispetto ai morti va portato sempre, non solo quando fa comodo”
PAPARELLI CALCIO – Il calcio ha deciso di ripartire nonostante gli effetti sconvolgenti causati dal Coronavirus nel nostro paese. L’opinione pubblica si è divisa tra i sostenitori del ritorno al gioco e gli oppositori, favorevoli invece a uno stop definitivo per rispetto alle vittime della pandemia. Gabriele Paparelli, figlio del compianto Vincenzo, ha espresso la sua opinione sul tema ai microfoni di Radio Incontro Olympia.
Gabriele Paparelli sulla ripresa del campionato
“Stop definitivo? Magari ci può anche stare, non mi piace puntare il dito, creare polemiche. Il rispetto va portato sempre, non solo a determinate persone. Questa è una piccola battuta, consentitemela. Ci poteva anche essere il discorso di fermare tutto, ora alcuni stanno facendo marcia indietro. L’ipotesi playoff non è definitivamente tramontata. Portare rispetto ai morti è una cosa che va fatta sempre, non solo quando ci fa comodo. Viviamo in una città in cui siamo tutti gomito a gomito, penso a mio fratello che è romanista sfegatato. Quando si tratta di queste cose, invece, c’è sempre questa differenza. Ieri ho ricordato De Falchi. Di fronte a un ragazzo di 19 anni morto per un’assurdità, non si può insultare. E lo stesso vale per papà. Dover crescere anche con gli insulti, è una cosa che non riesco mai a spiegarmi. Di fronte a queste cose, pur vivendo nella stessa città, siamo differenti. Sono cose che bisognerebbe cominciare ad evitare una volta per tutte. Se i tifosi della Lazio avessero iniziato a insultare De Falchi, sarebbe stato un altro trauma per una famiglia che ha sofferto già tanto”.
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