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Gravina: “Se la Serie A non riparte sarà disastro economico. Già in fumo 500 milioni”
GRAVINA SERIE A – Il destino della stagione in corso continua a essere appeso a un filo. Quando sembra che la ripresa della campionato diventi una certezza, al pettine salgono diversi nodi da sciogliere. Il presidente della FIGC, Gravina, ha parlato sul magazine Riparte Italia del rischio economico legato allo stop definitivo della Serie A. Ecco le sue parole.
Il rischio di non ripartire
“Il calcio in Italia rappresenta uno straordinario fattore sociale ed economico, un ineguagliabile generatore di entusiasmo. La sua capillare penetrazione nelle diverse Comunità della Penisola lo ha reso, nel corso degli anni, un elemento di coesione e di sviluppo, un moltiplicatore di passione e uno straordinario volano per l’economia, in grado di affascinare la quotidianità di milioni di italiani molto più di altri settori produttivi del Paese. La diffusione del contagio da Covid-19 ha stravolto le nostre vite, ha imposto cambiamenti radicali alle nostre abitudini e messo in discussione le relazioni interpersonali. Ma non ha spezzato il filo d’amore che lega il calcio all’Italia. Lo hanno dimostrato i numeri straordinari e i commenti positivi delle iniziative messe in campo dalla FIGC nel difficile periodo del lockdown, ispirate ad un senso di responsabilità sociale che la Federazione sente proprio, a maggior ragione in un momento così drammatico”, si legge. “Siamo partiti col mettere a disposizione della Protezione Civile fiorentina il Centro Tecnico Federale di Coverciano, la Casa delle Nazionali italiane di calcio poi ribattezzata la Casa della Solidarietà, che per 40 giorni ha ospitato 48 pazienti positivi al Covid-19. Grande successo hanno riscosso, inoltre, le iniziative #leregoledelgioco e #loScudettodelCuore, ideate per promuovere i comportamenti responsabili ai tempi del Coronavirus grazie al coinvolgimento delle Azzurre e degli Azzurri nonché per celebrare tutte le categorie professionali impegnate nella lotta all’epidemia assegnandogli uno scudetto simbolico. Le due campagne insieme hanno avuto ampio risalto, facendo registrare oltre 25 milioni di contatti su tutti i mezzi di comunicazione e più di 10 milioni di contatti sui social FIGC. A queste attività se ne sono sommate diverse altre promosse dai singoli Club e della Leghe, tutte accomunate da un minimo comun denominatore: coinvolgere il più possibile l’ampia platea degli appassionati. Finalmente, una volta superata la fase più critica della pandemia, i bambini hanno ricominciato ad uscire di casa con il loro fedele compagno di giochi sotto il braccio: il pallone. In fondo, quello che affermava Jorge Luis Borges (‘ogni volta che un bambino prende a calci qualcosa per strada lì ricomincia la storia del calcio’) è poesia, ma anche una splendida realtà”
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