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GREGUCCI: “La Lazio può arrivare terza. Il derby? Ai miei tempi c’era più pathos, Di Canio mi frantumò la mano una volta…”
L’ex biancoceleste commenta il momento della Lazio
GREGUCCI: “La Lazio può arrivare terza. Il derby? Ai miei tempi c’era più pathos, Di Canio mi frantumò la mano una volta…”
L’ex biancoceleste commenta il momento della Lazio
(getty images)
Mercoledì alle ore 13 su Lazio Style Radio andrà in onda l’intervista con il passato e il protagonista sarà Angelo Gregucci. L’ex calciatore biancoceleste, intanto, si concede per un anticipo e interviene anche oggi nella trasmissione della radio ufficiale. SI parla di passato e di Nazionale, Gregucci è stato convocato due volte: “Erano quasi 20 anni che un giocatore della Lazio non veniva chiamato in Nazionale: c’era il blocco Milan, Juve, qualcuno della Sampdoria e del Napoli, pochi dell’Inter. La prima partita in casa con la Russia è finita 0-0, l’altra a Cipro stava sul 4-0 e speravo di entrare visto come si era messa. Ma non è stato così e lì ho capito la tipologia che regnava nel calcio, giocavano sempre gli stessi”
Hai giocato tanti derby, anche quello del pareggio di Gazza che vale una vittoria: “All’inizio ci furono anime esagitate, Paolo Di Cainio in primis. In un derby sotto al tunnel del Flaminio mi sono protratto per dargli la mano, come si fa per caricarsi prima delle partite: lui me la prende e me la frantuma. Mi sono detto ‘ma che presa ha questo ragazzo?’, mi sono girato e aveva l’occhio trasudante. Ho capito in quel momento che ragazzo era, lo sentiva molto per via della sua romanità. Bergodi era un suo vicinissimo parente, veniva da Bracciano, era come un toro nella corrida, quando vedeva rosso era in trance agonistica. Erano derby particolari, la Roma ci era superiore e dalla Lazio si aspettava orgasmo agonistico e pathos; loro avevano la tecnica e il risultato alla fine era un pareggio. Negli anni 90 poi le cose sono cambiate, non c’era più il pathos, ma la consapevolezza di poter vincere perché la squadra era forte. Anche il derby che Gazza ha pareggiato alla fine, sapevamo di poterlo vincere, ma non c’era più quel pathos.”
Poi, un aneddoto divertente proprio su Gascoigne: “Stavamo su un pullman che viaggia verso una galleria, Gazza era in tuta, si alza e si mette a camminare. Il pullman entra in una lunga galleria e quando esce Gazza era nudo, accanto a Zoff. Dino ha sorriso. Nessuno di noi si permetteva di fare una cosa del genere, Zoff era mitologia. Solo Gazza poteva farlo. Era un grandissimo calciatore, mi dispiace per come ha continuato la sua vita.”
Ma andiamo all’attualità, come sta la Lazio in vista del derby del 16?: “La vedo bene sotto il profilo emotivo, ha preso consapevolezza dopo la vittoria di Firenze. Ci sono squadre che vanno avanti con l’entusiasmo, come Juve e Napoli, che fa bene anche in Champions, entrambe con la spinta del pubblico. La Roma ha iniziato un nuovo progetto. Le milanesi devono rinnovarsi, anche se il Milan si fa preferire per le individualità come Ibra, Pato, Thiago Silva e Nesta. Resta la mia favorita. La Lazio se ha perseveranza e trova la quadratura può ambire a un posto prestigioso, nei primi tre. Andare in Champions è un grande risultato.”
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