Highlander MANZINI racconta: “Per me è il ritiro numero 42, ma quello che ricordo di più è il primo. I più sregolati? Dopo Gazza…

NOTIZIE SS LAZIO- Un’istituzione per il mondo Lazio, più di 40 anni tinti di biancoceleste. Ne ha viste tante Maurizio Manzini. “Per me è il 42esimo ritiro. Quello che ricordo di più? Il primo, un po’ per l’emozione un po’ per il fatto che è stato anche il più travagliato, dal momento che l’albergo di Gubbio dove avevamo prenotato era chiuso da due mesi”. A ‘Lazio Style Radio racconta la Lazio il team manager biancoceleste, è un’enciclopedia di aneddoti. Quarantaduesimo ritiro, il settimo ad Auronzo. “E‘ la perla delle Dolomiti, un vero gioiello impreziosito dalle Tre Cime di Lavaredo, quando la osservo dall’alto del Monte Agudo sembra un vero e proprio fiore”. Qual è il segreto per stare in questo calcio? “Amare il proprio lavoro e non desiderare di invadere terreni altrui, è anche un questione di rispetto, che diventa reciproco”. Il numero uno per sregolatezza era ‘Gazza’ Gascoigne, ma chi metteresti al secondo posto in questa ideale classifica? “Ce ne sono stati tanti, come Claudio Lopez e Francelino Matuzalem, ma sempre grandi giocatori. Soprattutto i creatori di gioco sono caratterizzati da questo aspetto”. Cosa è successo in Germania, quando sei andato a preparare il ritiro? “Ero in giro per delle pre-visite ed ero con il mio accompagnatore tedesco a parlare del più e del meno, tra cui di Renè van de Kerkhof. Mi mandarono a riceverlo a Milano, poi andammo verso la sede del ritiro. Nel frattempo giunse la notizia che eravamo stati retrocessi e fummo costretti a tornare indietro visto che in cadetteria non era consentito tesserare stranieri. Per ricordo lui mi regalò i pantaloncini della nazionale olandese che ancora conservo. Poi mi sono sentito battere sulla spalla ed era  proprio van de Kerkhof, era lì mentre raccontavo questo aneddoto”.