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IL CORRIERE DELLO SPORT. «Non cedetelo, serve per sognare»
Uno stralcio dell’articolo de Il Corriere dello Sport. Lasciar partire Zarate sarebbe un clamoroso errore…
IL CORRIERE DELLO SPORT. «Non cedetelo, serve per sognare»
Uno stralcio dell’articolo de Il Corriere dello Sport. Lasciar partire Zarate sarebbe un clamoroso errore…
Ha già conquistato un posto nei gironi di Europa League ed è stata indicata come una delle pretendenti al prossimo scudetto proprio dal tecnico Campione d’Italia, Massimiliano Allegri, eppure la Lazio è alle prese con una caso – quello legato al futuro di Zarate – che rischia di diventare un clamoroso autogol e di sicuro è già un fastidioso tormentone che aleggia intorno alla squadra. Da tempo l’argentino vive da separato in casa: non parla con l’allenatore, se non per protestare, e molti suoi compagni non lo sopportano più, per questo vuole andarsene da Roma e riciclarsi in qualche altra piazza, magari, a Milano.
Si sente una vittima, si sente mal sopportato, racconta di angherie che avrebbe subìto e subirebbe ancora, in parte raccontate ieri da Luis Ruzzi, il manager che lo aveva portato in Italia e che con lui non ha più niente a che fare. Ci sarebbe, secondo la denuncia di Ruzzi, un gruppo all’interno della Lazio sempre pronto ad ostacolare la permanenza di Zarate in biancoceleste. […] Erano anni che la Lazio aspettava di tornare al vertice: gli acquisti di Cissè e Klose, più di tutti gli altri, l’hanno collocata tra le prime della classe anche per gli avversari, ma l’eventuale divorzio da Zarate può di nuovo spostare gli equilibri. Sì, perché noi siamo convinti che, pur con tutti i suoi difetti da correggere e i suoi errori da non ripetere, l’argentino sia un fuoriclasse assoluto, uno dei pochi giocatori del nostro campionato in grado di vincere una partita da solo, con un colpo di genio. Ecco perché la Lazio e Reja sbagliano a pensare che l’eventuale cessione dell’attaccante sia solo un vantaggio.
Eliminando un elemento considerato di disturbo, pensano di riportare serenità all’interno dello spogliatoio e di volare verso una stagione ricca di successi. Noi, invece, riteniamo che un grande club e un grande allenatore possano risolvere il caso mettendosi intorno a un tavolo, chiarire tutto, ma proprio tutto, e ricominciare da zero un rapporto che è nato male ed è proseguito peggio. Fermo restando che Zarate, lautamente pagato, dovrà impegnarsi come tutti i suoi compagni, rispettando le scelte tecniche: nessuno può sentirsi intoccabile, forse al mondo soltanto Messi e Cristiano Ronaldo, non certo Maurito che di gol ne ha fatti molto meno di quelli che tutti i laziali speravano. Non può scappare dal ritiro solo perché ha saputo che non giocherà, non può ripresentarsi dopo l’estate con dieci chili in più, non può reagire dopo ogni sostituzione come un bambino isterico: su tutto questo Reja ha ragione. Ma Reja vada incontro a questo fuoriclasse, si fermi un attimo a pensare che cosa può dare alla Lazio un attaccante così rapido, così geniale, così diverso dagli altri che ha nella sua splendida rosa. Klose e Cissè sono due top player, non ci sono dubbi, ma uno ha 33 anni e l’altro 30: non sono dei giovani superman, quindi, e se la Lazio vuole competere in Italia e in Europa deve tenere in considerazione un’alternativa come Zarate, magari come uomo dell’ultima mezz’ora, in grado di cambiare una partita in un attimo. Oppure come spalla al servizio di due attaccanti d’area forti come pochi altri al mondo. […] Mandarlo via sarebbe davvero un errore colossale, di cui non ci sarebbe tempo per pentirsi. Non è meglio provare a cercare un’intesa, a chiarire certi rapporti interni e a rimandare la valutazione di questo caso magari a gennaio, a metà stagione, quando saranno chiare anche le prospettive della squadra?
Invitiamo il presidente Lotito e Reja a pensare a un’ipotesi del genere: lascino da parte la loro voglia istintiva di cacciare Zarate e facciano prevalere il buon senso e le capacità riflessive di cui sono ampiamente dotati. Tentar non nuoce.
Alberto Dalla Palma
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