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IL CORRIERE DELLO SPORT. Reja: «E ora mi incollo alla TV»
Uno stralcio dell’articolo de Il Corriere dello Sport. L’allenatore biancoceleste ha ritrovato il sorriso dopo lo scivolone in classifica e i fischi dei tifosi laziali…
IL CORRIERE DELLO SPORT. Reja: «E ora mi incollo alla TV»
Uno stralcio dell’articolo de Il Corriere dello Sport. L’allenatore biancoceleste ha ritrovato il sorriso dopo lo scivolone in classifica e i fischi dei tifosi laziali…
(foto Getty Images)
S’è ripreso la Lazio. Ha abbracciato tutti, da Hernanes a Rocchi, passando per Muslera, Sculli, Ledesma, Scaloni e gli altri. […]«Mi metterò davanti alla televisione. Non mi piace gufare, ma se dovessero arrivare buoni risultati per Chievo e Catania ne sarei felice, mi pare ovvio. Abbiamo fatto il nostro dovere, battendo il Genoa, ma ora non dipende più da noi» ha raccontato Reja, che il giro di campo non l’ha proprio concluso, perché arrivando sotto la Curva Nord ha “tagliato” davanti alla porta. Era normale fosse così, altrimenti sarebbe andato a prendere fischi e insulti che non merita pure se si può criticare.
RINGRAZIAMENTO – Dopo la partita, Reja ha sfumato e tagliato corto, cercando di essere morbidissimo con i tifosi. «Devo ringraziare chi è venuto allo stadio, dopo la delusione di Udine e in fondo a un campionato in cui siamo quasi sempre stati tra il primo e il quarto posto, non era facile. Prima c’era entusiamo, ora è normale che non ci sia. Certo che i fischi erano arrivati anche dopo la vittoria per 3-2 sull’Udinese a Natale perché avevo cambiato Zarate con Kozak, determinante per la vittoria. Ci sta, capisco, servono al pubblico personaggi in cui potersi identificare. Sono stato fischiato anche a Napoli. Ora vediamo cosa succede, non mi aspetto niente dagli altri risultati, ma dico che questa Lazio merita considerazione. Mi dispiace che i giocatori siano criticati alla fine di un campionato in cui sono appena un punto sotto la Champions». […]
REAZIONE – La Lazio s’è trasformata nell’intervallo.
«Nel primo tempo eravamo contratti, forse impauriti, eppure eravamo partiti bene. Preso il gol, è subentrata la paura di non farcela, di non raggiungere l’obiettivo. Negli spogliatoi ci siamo guardati negli occhi, ho detto ai ragazzi che facendo così si sarebbe buttato il lavoro di un anno intero. Ho chiesto di attaccare gli spazi e di dare più profondità, ci siamo sbloccati e poi la partita è andata in discesa ». Non ha ancora rinunciato al sogno. «Il Lecce si deve salvare, non sarà facile vincere, ma questa vittoria ci può dare la carica. Ci serve almeno un punto per entrare in Europa League che era l’obiettivo minimo. Alla Champions ci credo, ma non dipende più da noi.[…] ».
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