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IL MESSAGGERO. LALIC:”Compravo notizie”
Una sintesi dell’articolo de Il Messaggero. Altri retroscena svelati dopo i nuovi interrogatori sul calcioscommesse…
IL MESSAGGERO. LALIC:”Compravo notizie”
Una sintesi dell’articolo de Il Messaggero. Altri retroscena svelati dopo i nuovi interrogatori sul calcioscommesse…
Lo sloveno Dino Lalic, durante il suo interrogatorio davanti al gip di Cremona Guido Salvini ha ammesso di aver «comperato notizie» sulle partite da truccare dai giocatori Filippo Carobbio e Carlo Gervasoni,coinvolti nel calcioscommesse. Lo sloveno ha ammesso di averlo fatto in occasione di sei partite, quelle che gli sono contestate nell’ordinanza di custodia cautelare che l’ha portato in carcere. I suoi avvocati, Marcello Cecchini e Kresmir Krsnic, hanno spiegato che era lo zingaro Amir Gegic, ritenuto il capo degli zinagri, a «fare da intermediario con i giocatori italiani» per poi trasmettere a Lalic le informazioni per effettuare le giocate. Che lo sloveno effettuava in Serbia, Bosnia e nella stessa Croazia. L’interrogatorio di Lalic è durato circa un paio d’ore. Dino Lalic,sloveno,era stato colpito da ordinanza di custodia cautelare nel dicembre scorso nell’ambito dell’inchiesta cremonese ed è giunto in Italia venerdì scorso. Ieri, durante l’interrogatorio ha ammesso di essere venuto in Italia una sola volta, per una cena con Gervasoni e Carobbio. Lalic appartiene al cosiddetto gruppo di scommettitori degli zingari e ha finito di scontare da qualche mese a Zagabria un anno di reclusione patteggiato, sempre nell’ambito di un’inchiesta su partite truccate. Il suo ruolo nella vicenda italiana del calcioscommesse sarebbe di secondo piano e non di contatto diretto con i calciatori tirati in ballo. Ieri, intanto il pm Di Martino ha emesso un’ordinanza di scarcerazione per Vinko Saka e Alija Ribic, i due croati che si erano costituiti ad Ancona. Per loro è stata emessa un’ordinanza di restrizione che gli impedirà di tornare in Italia nelle regioni in cui si è svolta la loro attività illegale di scommesse, ovvero Toscana, Veneto, Lombardia e Marche. Dai verbali degli interrogatori di Masiello e Carella, è emerso che i 230mila pattuiti per la combine del derby Bari-Lecce (finito 0-2, il 15 maggio 2011) sarebbero stati così versati in parte all’hotel Tiziano di Lecce (50mila euro durante l’incontro del 22 agosto 2011) e in un’altra parte in più tranche, versate durante incontri avvenuti in una stazione di carburanti sulla tangenziale di Bari. I pagamenti da 20mila euro ciascuna sono stati fatti da Quarta a Carella e a Masiello durante i viaggi fatti dall’imprenditore presso la località in cui viveva l’ex difensore biancorosso nel nord Italia. Non è stato ancora chiarito da dove provenissero i soldi e se la società del Lecce calcio abbia partecipato alla combine. Sembra ormai certo che la combine di Bari-Lecce sia stata organizzata dai tre baresi il giorno prima della partita
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