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IL MESSAGGERO. Nel nome di Giorgio. Sabato Lazio-Napoli, 48 anni dopo

Una sintesi dell’articolo de Il Messaggero. Le quattro sfide epiche degli anni 73-74. Lo scudetto perso e quella tripletta che portò al tricolore…

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IL MESSAGGERO. Nel nome di Giorgio. Sabato Lazio-Napoli, 48 anni dopo

Una sintesi dell’articolo de Il Messaggero. Le quattro sfide epiche degli anni 73-74. Lo scudetto perso e quella tripletta che portò al tricolore…

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Sabato sera si gioca Lazio-Napoli, la partita di Chinaglia, quella che per Giorgio veniva per importanza subito
dopo il derby. Sabato saranno 48 anni esatti da una tripletta storica di Giorgio al San Paolo nell’anno dello scudetto. E quel pareggio rocambolesco, un 3-3 spumeggiante di emozioni davanti a 75.000 spettatori, fece davvero da preludio al sogno, uno degli ultimi tapponi di montagna delcampionato biancoceleste. Perché il Napoli di Vinicio arrivava a quella partita con soli cinque punti di distacco dalla Lazio capolista. Il 20 maggio ’73, ultima giornata di campionato, la Lazio al San Paolo perse lo scudetto per un gol di Damiani all’89’. Era uno sprint a tre: il Milan capolista cadde 5-3 nella fatal Verona; la Juventus, che era seconda a pari punti con la Lazio, riuscì a ribaltare in un discusso finale lo 0-1 che stava subendo all’Olimpico contro la Roma con i gol di Altafini e di Cuccureddu, lasciato libero di calciare dal limite, a tre minuti dal termine. Da un possibile spareggio a tre, che sarebbe stato unico e irripetibile, si passò in pochi secondi a una classifica sfilacciata: scudetto alla Juve davanti al Milan, solo terza la Lazio. Per la prima volta in Italia si parlò di premi a vincere, incentivi che in quegli anni non erano peraltro neanche proibiti espressamente dalregolamento. Ma c’è dell’altro. Quel 20 maggio a Napoli il pullman dei biancocelesti fu accolto con un lancio di pietre, bottiglie e travi di legno. I giocatori, nel sottopassaggio,furono bersagliati da lattine piene. Un clima di guerriglia che, secondo le cronache dell’epoca, aveva origine dalla durissima partita d’andata, che la Lazio vinse 3-0 e che finì in rissa al ritorno negli spogliatoi. Poi quel 7 aprile del ’74 fu la Lazio a scendere alSan Paolo da capolista e ne venne fuori un match epico, tre rimonte in 90 minuti. Vinicio cavallerescamente azzeccò la previsione giusta: «Per me lo scudetto lo vincerà la Lazio, finora lo ha meritato più di tutti». Già, la domenica successiva, un altro episodio-chiave fece capire che la squadra di Maestrelli aveva gli uomini giusti per l’impresa:Lazio-Verona 4-2, quella in cui Chinaglia ordinò dopo l’1-2 del primo tempo, di non restare negli spogliatoi, di aspettare gli avversari in campo. Con il sangue agli occhi, i nervi scoperti, la fame di vittoria. Era la Lazio che fece la storia.

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