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Keita-Djordjevic, il ruggito laziale stende i leoni ciociari
La Lazio batte il Frosinone e continua la propria striscia positiva…
Pubblicato il 4/10 alle 19.57
LAZIONEWS.EU – Il destino ti osserva, stavolta Lazio non puoi fermarti. Pioli conferma Biglia in cabina di regia, imprescindibile l’argentino per la manovra biancoceleste, in avanti tridente con Felipe Anderson, Djordjevic e Kishna. Il canovaccio del match è chiaro fin da subito: Lazio a fare la partita, Frosinone in attesa della ripartenza giusta. Lulic ha l’occasione giusta dopo 6 minuti, ma spara alto. Felipe, invece, lo specchio della porta lo prende, ma trova Leali a deviare in calcio d’angolo. La punizione dei ciociari scalda le mani a Marchetti, bravo il portiere a deviare in angolo: è un fuoco di paglia, nella prima frazione gli uomini non si affacceranno più in avanti. Il pericolo corso non sveglia la Lazio, i biancocelesti non riescono a trovare il varco giusto per colpire, le emozioni latitano. Ci si mette anche la sfortuna. Marchetti, colpito in uno scontro aereo, deve abbandonare il campo, al suo posto entra Berisha. In ogni stadio, però, c’è una voce che spacca il cielo, Kishna prova a far sentire la sua con un tocco da futsal, ma la sfera non vuole saperne di entrare. E’ l’olandese l’uomo più in forma tra le fila laziali, il sinistro la sua arma migliore: staffilata dal limite, ancora fuori. Proprio quando l’arbitro sta per mettere il fischietto in bocca arriva Parolo, il suo colpo di testa però è troppo angolato per inpensierire Leali.
LA FINE DI UNA VITA, L’INIZIO DI ALTRE MILLE – Nessuna sostituzione, a cambiare è l’atteggiamento del Frosinone. Gli uomini di Stellone abbandonano il guscio, Dionisi chiama agli straordinari Berisha: per l’albanese non è un problema lavorare più del dovuto, la sua mano si allunga il giusto per smorzare il destro dell’attaccante ciociaro. La Lazio non ci sta e si butta in avanti, Pioli prova a pescare il jolly dalla panchina. Fuori Kishna, dentro Keita. Lo spagnolo, ancora una volta, sarà decisivo. Dopo poco deve arrendersi anche Basta, problema alla spalla per lui, si rivede Konko. Soddimo spaventa ancora una volta la Lazio, poi è Blanchard, il castigatore della Juventus, a mettere i brividi colpendo la traversa. La paura non ferma i biancocelesti, Keita ha promesso a se stesso che si parlerà ancora di lui, allo spagnolo non basta il gol segnato contro il Leverkusen. E’ proprio lui a stoppare la palla servita da Djordjevic, un attimo per prendere la mira, un bacio al palo e tanti saluti al Frosinone. Il gol di Djordjevic, a tempo praticamente scaduto, è la firma in calce alla vittoria laziale. E’ la fine di una vita – quella della squadra di Stellone -, l’inizio di altre mille, tutte a tinte biancocelesti. La favola del Frosinone si interrompe, quella della Lazio no: la squadra di Pioli ha ingranato la quinta, freccia e controsorpasso alla Roma. Sono lontani i tempi in cui i risultati faticavano ad arrivare. Il campionato laziale è cambiato, cambiato per davvero.
Matteo Vana
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