KLOSE VS BALOTELLI, quando la “testa” fa la differenza…

LAZIO-MILAN, IL FACCIA A FACCIA: KLOSE VS BALOTELLI
Due generazioni di attaccanti a confronti, due modi differenti di interpretale il ruolo, due mentalità diverse, due “teste” che sono all’opposto. Ma è la stessa l’importanza che rivestono nelle rispettive squadre, ambedue hanno una personalità straripante, decidono le partite importanti come il biancoceleste ha fatto contro l’Inter e il rossonero con quella conclusione che ha lasciato tutti a bocca aperta contro il Bologna. Lazio-Milan sarà inevitabilmente anche uno scontro tra titani, tra due giganti come Klose e Balotelli. I bomber non stanno vivendo un momento facile, seppur per motivi ben distinti. Il tedesco non segna da un mese e le sue prestazioni hanno subito un netto calo in questa stagione, infatti il suo bottino è un magro 6 gol in 21 gare di Serie A, 7 in 24 se nel computo rientra anche l’Europa League. Ma il problema principale è che “Re Mida” sta perdendo il suo tocco aureo e non riesce più a trasformare in reti le occasioni che gli capitano. Dall’altra parte c’è un giocatore in perenne crisi semplicemente perché il suo nome è Mario Balotelli. Nonostante 5 reti nelle ultime 7 gare di campionato disputate è sempre sulla bocca di tutti, criticato adesso con maggiore forza anche dai tifosi milanisti. Perché ‘Super Mario’ ha qualità potenziali e latenti che non si allontanano molto da quelle dell’ultimo pallone d’oro Cristiano Ronaldo. La differenza la fa la testa. E quella del rossonero, soprattutto nei momenti difficili, a volte “fa le bizze”. Quella del tedesco, invece, è il suo principale punto di forza. Il problema è il modo differente che hanno nel reagire alle difficoltà.

REAZIONI DIVERSE ALLE DIFFICOLTA’ – Se Klose non riesce ad essere decisivo non si ferma, non molla mai, sa venire fuori da ogni momento di difficoltà a testa alta: l’ha fatto nella sue esperienza al Bayern Monaco e anche in quella con la LAZIO. Se non “gira” si mette a servizio della squadra e la sua umiltà è contagiosa. L’ultimo esempio lampante si è palesato a Cagliari quando ha disputato una gara da regista avanzato: indietreggiando e portandosi dietro la marcatura dei difensori ha liberato spazi per Lulic e Kieta che hanno raccolto i frutti del suo lavoro di squadra con le due reti. Quando Balotelli è in sofferenza, invece, si “intristisce”,  si lascia andare, aiuta poco i compagni e non riesce a controllare le sue reazioni emotive. Né con le parole né con l’esempio riesce dare quel qualcosa di più alla squadra per provare a ribaltare una partita anche se può sempre inventarsi un gol in qualsiasi momento. Ecco perché non riesce a fare il salto finale di qualità, quello decisivo che si fa solo con la testa. Si augurano tutti che lo faccia perché Balotelli, questo è innegabile, deciderà anche il Mondiale italiano in Brasile. Obiettivo decisivo anche per la carriere di Klose, che potrebbe terminare lì. Carriera calcistica che, invece, potrebbe subire la tanta agognata svolta per il quasi-campione italiano.

MIROSLAV KLOSE
L’attaccante tedesco della LAZIO inizia la sua carriera nella stagione 98-99 con l’Homburg e nel 99-00 con 9 gol in 29 gare di Bundesliga si conquista il posto fisso in prima squadra e la prima convocazione in nazionale. Da lì parte l’ascesa del tedesco dagli occhi di ghiaccio che infila tre ottime annate: una da 16 gol, poi una 9 e la terza da 10 gol. Così il Werder Brema non se lo lascia sfuggire. Con la nuova squadra non sbaglia nemmeno una stagione e in 3 anni realizza 53 gol in 89 gare di Bundesliga. E arrivano i 4 anni al Bayern Monaco in cui il tedesco segna ma non sembra essere il fuoriclasse che in nazionale fa i numeri: 20 gol in 53 presenze nei primi due anni e poi praticamente scompare finendo spesso in panca per fare posto a Gomez. Negli ultime 2 anni a Monaco realizza solo 4 gol in 45 gare di Bundesliga seppur partendo spesso dalla panca. E allora nel 2011 Lotito lo prende a parametro zero e in due anni rivive una seconda giovinezza: 30 gol in 63 gare di campionato e la certezza che se non segna lui non segna nessuno. Stagione difficile, invece, questa appena iniziata in cui è stato tormenta da piccolo problemi fisici. Al momento per lui un totale di 27 partite, 7 gol e 5 assist.

MARIO BALOTELLI
L’attaccante rossonero nasce a Palermo il 12 agosto 1990 e dopo gli inizi al Lumezzane viene acquistato dall’Inter nel 2006. Viene inserito nella categoria Allievi ma a metà stagione è aggregato alla Primaverea con la quale vince il campionato 2006-2007, realizzando il rigore decisivo nella finale. Mentre tutti parlano del campioncino rossonero Pato, il presidente Moratti per la prima volta fa il nome di Balotelli come potenziale campione. E così è: esordio in A a 17 anni il 16 dicembre 2007 e primi due gol da professionista dopo tre giorni nella partita di Coppa Italia contro la Reggina, replicando la doppia marcatura contro la Juve nel turno successivo della competizione nazionale. A inizio aprile 2008 trova la sua prima rete in Serie A e diventa titolare dell’Inter. La sua carriera si impenna ma nella partita Inter-Roma riceve il suo primo deferimento disciplinare che scoperchia il vaso di Pandora del suo carattere. All’Inter rimane tre anni realizzando 28 gol in 86 partite. Nel 2010 passa al Manchester City, squadra con la quale realizza 30 gol in 80 gare, ricevendo anche 4 cartellini rossi. Nel gennaio del 2013 passa al Milan e con 12 gol in 13 presenze trascina la squadra rossonera alla miracolosa cavalcata verso un’insperata qualificazione alla Champions. Quest’anno per lui un totale di 29 presenze, impreziosite da 14 gol e 5 assist.

Carmine Errico
Twitter: @carmineerrico