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KOZAK-CANA la LAZIO ci crede

RASSEGNA STAMPA – CORRIERE DELLO SPORT – Gran prova difensiva. La Champions è ancora possibile. Denis reclama un rigore…

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RASSEGNA STAMPA – CORRIERE DELLO SPORT – Gran prova difensiva. La Champions è ancora possibile. Denis reclama un rigore…

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RASSEGNA STAMPA – CORRIERE DELLO SPORT – Forse è tardi e non basterà per regalarsi il terzo posto e la Champions. Intanto un posto in Europa League è sicuro, ma non cancellerà i rimpianti se non accadranno sorprese all’ultima giornata. Per entrare in Champions, la Lazio dovrà battere l’Inter all’Olimpico e sperare che l’Udinese perda a Catania. Ieri, con un sussulto d’orgoglio, ha messo sotto l’Atalanta, vincendo su un campo dove s’erano imposte solo Milan, Juve e Siena. La squadra di Colantuono non è riuscita a creare molte occasioni, è andata a sbattere sul muro eretto dalla Lazio e ha finito con i nervi scoperti. Stendardo, il grande ex, s’è fatto cacciare a dieci minuti dalla fine per un applauso ironico a Rocchi, per la verità tra i peggiori in campo. Senza otto titolari a causa di squalifiche e infortuni, con Lulic al rientro dopo più di due mesi di stop, Klose in panchina, Scaloni inventato difensore centrale, la Lazio ha perso quasi subito anche Garrido. Lo spagnolo, stordito da una capocciata di Schelotto, è stato costretto a uscire al ventesimo. Reja ha inserito Zauri e ha spostato Konko sulla fascia sinistra. Il cambio ha prodotto dei benefici per la difesa, che sino a quel momento aveva sofferto la spinta di Bellini e le percussioni di Schelotto. Pressione costante, discreta circolazione del pallone, poca profondità, anche se l’Atalanta l’azione per sbloccare la partita era riuscita a costruirla. Denis, in anticipo su Bizzarri, al 17′ è stato steso da Diakitè e tutti hanno gridato al rigore, a parte l’arbitro Rocchi, che ha lasciato proseguire. Subito dopo ci ha provato Stendardo e Konko ha respinto con la spalla destra. Forse svegliata dallo spavento, la Lazio è uscita dal guscio. Gonzalez ha timbrato la traversa con una sberla dai venti metri. Così al 35′ è stato proprio Kozak, in ballottaggio con il tedesco sino all’annuncio delle formazioni, a firmare la zampata vincente. Nella ripresa la Lazio si è chiusa forse troppo nella propria area e ha dato la sensazione di poter cedere. Questa volta, però, è girata dalla parte di Reja e la squadra ha dimostrato un grande orgoglio. All’ultimo respiro, Cana è venuto fuori di prepotenza dall’ennesimo contrasto, ha difeso il pallone e lo ha sparato di collo pieno in rete, scaraventando all’incrocio dei pali la rabbia personale per una stagione in cui non è quasi mai stato protagonista e la voglia della Lazio di crederci ancora.

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