La Curva Nord spiega: “Non entrando danneggiavamo anche noi e la squadra. Lo stadio è l’unico punto di ritrovo”

NOTIZIE SS LAZIO- La decisione della Curva Nord è stata resa nota qualche tempo fa, con la scelta di rientrare ufficialmente allo stadio a partire da Lazio-Cesena. Dopo quella comunicazione sono state diverse le ulteriori spiegazioni apportate dai capi-ultras biancocelesti a questa decisione; Alessandro, uno dei rappresentanti del tifo laziale, ha affidato altre motivazioni alle frequenze di ‘Radiosei’. “Diciamo che è stata una decisione importante, ponderata attentamente. Prima tutti quanti pensavano di non entrare, adesso la maggioranza sta rientrando. Noi pensavamo di non entrare per fare un danno economico e d’immagine a Lotito. Il problema è che danneggiavamo anche noi. Un effetto simile si è visto dal 2007 fino al 2010. L’assenza è molto deleteria per il gruppo e per i ragazzi che vengono in curva. Stavamo procurando un danno sia a lui che a noi. Lo stadio e la partita in casa è l’unico punto di ritrovo che abbiamo, visto che abbiamo parecchie leggi restrittive che ci impediscono di andare in trasferta. Chi scrive delle leggi così è incompetente, se le avessero fatte delle persone che capiscono il mondo delle tifoserie sarebbe stato meglio: la realtà ultras va conosciuta. I politici sfruttano il ‘problema’ ultras per aumentare la loro immagine, distraendo le persone dai veri problemi del paese. Le leggi le fanno delle persone che entrano una volta sola allo stadio, in tribuna e pure scortati. Ci vorrebbe una figura che conosce l’ambiente e che ha vissuto lo stadio per poter migliorare queste leggi. Questi regolamenti che hanno attuato all’interno dello stadio non risolvono il problema fuori. Ad esempio a Roma-Napoli le problematiche si sono svolte a due chilometri dallo stadio. Queste leggi non c’entrano nulla e fanno capire quanto siano poco competenti le persone che le fanno”.