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La Serie A ha perso l’equilibrio: é un torneo di gol e record inutili
Il Messaggero (G. Teotino) – La serie A in questa stagione è stata il campionato dei record inutili. Non soltanto quello dei gol segnati ma anche…
Il Messaggero (G. Teotino) – C’era una volta il calcio all’italiana. Un marchio di cui andare fieri a targhe alterne, perché da una parte regalava successi anche quando magari i valori tecnici non erano proprio di prim’ordine, dall’altra però costringeva a una certa assuefazione agli sbadigli. La Serie A era considerato il campionato degli 0-0 e degli 1-0, il primo non prenderle era il sistema di gioco prevalente, un conformismo che comunque valorizzava al massimo i difensori italiani, da sempre considerati i migliori del mondo. Ora non è più così. A una giornata dalla fine già si può dire che verranno battuti tutti i record di gol, si supererà quota 1.100. Nell’ultimo mezzo secolo, anzi dipiù, dal 1960 a oggi, non si era mai segnato così tanto, né in cifre assoluta né come media reti perpartita.
In questo momento siamo a 2,92 gol a gara. Alla fine sì di un campionato per molti versi eccezionale, ma si tratta del picco di un trend consolidato. Vale la pena di ricordare che alla fine degli Anni Ottanta la media gol era di 2,42, alla fine degli Anni Novantadi 2,62, nel 2009-10 di 2,71. Insomma, una progressione continua che testimonia l’evoluzione del modo di giocare in Serie A. Riesce quasi difficile crederlo, ma ormai in Italia si segna come in Spagna (media 2,93) e più che in Germania (2,81), Inghilterra (2,80) e Francia (2,60). Certo, il gol è l’essenza del calcio e questa trasformazione può aiutare a riportare gli appassionati negli stadi, almeno ad arrestare la malinconica fuga degli ultimi anni. Ma non si può far finta di non vedere che il boom delle reti segnate si accompagna a un’eccessiva crescita degli squilibri. Come in Spagna, con il crescente ed esagerato predominio di Real Madrid e Barcellona, monopolizzatori di ricchezze.
La serie A in questa stagione è stata il campionato dei record inutili. Non soltanto quello dei gol segnati, che anzi si è accompagnato a una riscoperta del gesto tecnico raffinato e a una rivalorizzazione del ruolo di centravanti (vedi classifica dei cannonieri). Ma anche i record di punti delle squadre che non hanno vinto, o il record negativo di punti delle squadre che chiudono la classifica. Un torneo, insomma, con troppe partite dall’esito scontato. I gol tanto più aiutano lo spettacolo, quanto più è difficile farli. Ecco perché il calcio italiano ha bisogno di un riequilibrio che passa da riforme vere. Il modo di giocare, quello è già cambiato. In meglio. Lo sapevate che Conte ha vinto la Premier pur avendo soltanto la terza difesa meno battuta del campionato?
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