La sorpresa. Luis Alberto, tecnica spagnola e assist per la Lazio

LAZIONEWS.EU – Fine della mano. Tare cala le carte e tira fuori l’asso dalla manica, sperando si riveli tale. Si tratta di Luis Alberto, 23enne centrocampista di proprietà del Liverpool. La notizia è trapelata nella serata di lunedì. Mentre dalla Francia stavano arrivando conferme circa la permanenza di Dirar al Monaco, il ds della Lazio aveva già chiuso, in gran segreto, l’affare con i ‘Reds’. Il prezzo complessivo del trasferimento sarà di 7 milioni di euro (5 più i vari bonus) con il club inglese che si è assicurato il 30% della futura rivendita dello spagnolo, il cui contratto era in scadenza nel 2017.

LA CARRIERA – Luis Alberto nasce e cresce calcisticamente nel Siviglia, club con cui fa il proprio esordio nel professionismo (aprile 2011). In Spagna strappa consensi, tanto che attira su di sè l’interesse del Barcelona: arriva così al Camp Nou in prestito con diritto di riscatto, senza mai esordire con Messi e compagni. In blaugrana però gioca con Patric, suo compagno nella prossima avventura a Formello. Dopo la parentesi catalana gli si aprono le porte del Liverpool, che investe circa 8 milioni di euro per lui. Colleziona appena 9 presenze nel suo primo anno in Premier. Poche viste le aspettative. Viene mandato andato poi a farsi le ossa per due campionati. Prima al Malaga (15 presenze e 2 gol) e poi nell’ultima stagione al Deportivo de La Coruña. In biancoceleste si esalta: 31 presenze, 6 gol e 8 assist. Sembrerebbe tutto pronto per un ritorno ad Anfield, dove nel frattempo si è insediato Kloop. “Ho parlato con lui, abbiamo avuto entrambi sensazioni positive – spiega il 23enne lo scorso maggio – Sono molto entusiasta di poterci lavorare insieme, voglio diventare importante per il Liverpool”. Qualcosa però non è andato e il tecnico tedesco lo ha messo ai margini del progetto tecnico. Ora torna a vestire i colori del cielo, stavolta però con l‘aquila sul petto: chissà che non gli portino fortuna.

DIFFERENZE – Il suo profilo è diverso da quello di Dirar o Cerci, gli altri due candidati trattati nelle ultime ore. Lo spagnolo, classe ’92, è nel pieno della sua carriera ed è reduce da una stagione esaltante al Depor:”Si è trovato molto bene – rivela l’agente – è stata una tappa importante per la sua carriera“. È comunque una scommessa, dato che nei top club non ha mai fatto la differenza e il calcio italiano è sempre molto complicato. Dirar invece era stato scelto per la sua esperienza, oltre che per le doti tecnico-fisiche. Non era in rampa di lancio, così come non lo è Cerci. L’esterno dell’Atletico è un giocatore in cerca “d’autore” e di riscatto. Viene da anni difficili e da un’operazione al ginocchio: non avrebbe comunque dato le garanzie necessarie per scaldare la piazza.

ALLA SCOPERTA – Il suo acquisto, dunque, riempirà il vuoto lasciato dalla partenza di Candreva, anche se solo numericamente. Lo Spagnolo, infatti, ha caratteristiche assai diverse rispetto a quelle del 29enne romano. È un destro naturale e ama giocare a piedi inverti. Predilige quindi partire dalla fascia sinistra, per poi accentrarsi ed entrare nel vivo dell’azione. Tecnicamente è superiore alla media, calcia in modo molto pulito ed ha una rapidità di pensiero non indifferente. Più che un’ala è un trequartista, dotato di una visione di gioco tipica dei numeri 10. Gli assist quindi sono la sua specialità: Immobile lo sa e già apparecchia la tavola. Non è però un bomber d’area di rigore e fisicamente non è straripante. In Liga, dove i ritmi sono più bassi e le marcature sono meno strette, ha fatto la differenza. La Serie A è un’altra cosa. Vedremo se la carta pescata da Tare si dimostrerà un jolly e permetterà alla Lazio di vincere la partita.

Riccardo Caponetti