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L’analisi e il voto del calciomercato della Lazio: Matri meglio tardi che mai, ma il vero vice-Biglia chi è?
LAZIONEWS.EU – Al termine della sessione estiva, abbiamo analizzato reparto per reparto le operazioni di mercato biancocelesti…
LAZIONEWS.EU – Un’altra frenetica giornata di calciomercato si è chiusa mettendo del tutto fine alle ostilità e alle trattative di questa intensa finestra estiva. Sono stati mesi che hanno segnato il ritorno con una buona potenza economica delle italiane sul mercato europeo, in particolar modo delle milanesi, ma anche della Roma stessa e della Juve obbligata a istituire un nuovo ciclo. Per quanto riguarda la Lazio, l’ultimo giorno ha regalato la punta che serviva a questa squadra, Alessandro Matri, ma è sicuramente mancato più di qualcosa. Reparto per reparto, andiamo ad analizzare le operazioni dei biancocelesti in entrata e in uscita.
DIFESA – Una Lazio che tra i pali si presenta coperta da un Marchetti, che quando c’è dà ottime sicurezze, e da un Berisha, che mostra ancora diversi limiti ma che comunque è un secondo affidabile, mentre pronto ed entrare in gioco c’è il giovane e assai promettente Guido Guerrieri. Un gruppo ottimo che non è stato intaccato. Il pacchetto difensivo è numericamente completo, sono arrivati due giovani come Patric (’94) e Hoedt (’94) che hanno completato un reparto che lo scorso anno è stato il vero punto di forza dei biancocelesti. L’inizio di stagione però ha evidenziato le uscite horror della difesa, tanto al centro quanto sulle fasce, ma mentre de Vrij e Gentiletti sono in grosso ritardo di condizione e faticano a trovare misure e automatismi, per i quali però serve ‘solo’ tempo, il momento no di Stefan Radu prosegue ormai da un anno. Il rinnovo lo ha innalzato a simbolo in campo come fuori ed è un ruolo che gli spetta, ma con un Braafheid spesso ai box senza dubbio bisognava correre ai ripari dopo i 10 gol subiti in 5 match e con il romeno parso ancora come uno dei più insufficienti. Un rinforzo sulla sinistra era necessario, il tempo c’era e gli allarmi pure.
SMOBILITAZIONE – In compenso sono andati via ben sei elementi che affollavano il reparto per la gioia di Pioli. La società ha pensato più che altro a smaltire, senza tenere troppo alle possibili entrate, ma il monte ingaggi ne ha giovato e non poco con gli addii pesanti economicamente di Ciani, Novaretti, Cana, Pereirinha e Cavanda tra rescissioni contrattuali e cessioni. E’ rimasto invece Konko, dopo un ottimo precampionato vissuto sempre con un piede fuori dalla Capitale che gli era valso il ruolo di vice-Basta relegando constantemente alla panchina il sostituto designato del serbo, Patric. Poi lo spagnolo è stato buttato nella mischia nel suo esordio proprio al ‘Bentegodi’, con i suoi sotto di tre gol. Ancora a secco di minuti invece l’olandese ex Az Alkmaar.
CENTROCAMPO – E’ il reparto che sta vivendo forse le contraddizioni maggiori. Un’estate iniziata con l’addio dolorosissimo a dire poco di un leader come Cristian Ledesma, proseguita con la conferenza di Lucas Biglia, neocapitano, che molto candidamente aveva ricordato come nel calciomercato mai niente è sicuro. Di conseguenza argentino sempre più al centro delle voci ma mai concretamente in bilico, anche se in metà delle partite ufficiali giocate dalla Lazio il Principito si è dovuto fermare per infortunio. Ad arrivare in in pompa magna, nelle vesti di vice-Biglia designato, è stato Sergej Milinkovic-Savic, talento classe ’95 strappato alla Fiorentina per la cifra considerevole di 10 milioni. L’ex Genk ha impressionato in allenamento, ma nonostante l’assenza di Biglia il campo lo ha visto col contagocce, e per di più da mezzala, mostrandosi ancora molto timido e forse anche fuori posizione. Al posto dell’argentino ha giocato invece Onazi, non proprio adatto per prendere in mano le redini del gioco e lo si è visto soprattutto a Leverkusen, quando la Lazio si è letteralmente consegnata agli avversari.
CHI E’ IL VERO VICE-BIGLIA – A deludere è stato anche Cataldi, impiegato però prima da trequartista (con la Juve), poi in panchina e infine da regista, lui che lo scorso anno è cresciuto alla grande da mezzala e si è quindi ritrovato un po’ spaesato, in crisi d’identità. L’altro nuovo acquisto Morrison invece, dopo l’ottimo ritiro in cui era stato testato anche da regista puro e dopo l’infortunio, è stato addirittura relegato alla tribuna contro il Bayer all’Olimpico scatenandone anche i malumori. L’inglese è stato poi chiamato in causa per recuperare il disperato risultato di Verona dopo aver giocato solo una manciata di minuti nei finali di gara precedenti. Poteva essere lui il vero sostituto di Biglia (ormai spesso infortunato), in grado di catalizzare il gioco e di alzare il baricentro con le sue doti tecniche, ma così non è stato. Insomma, nuovi acquisti dalle qualità certamente indiscutibili ma che non sono ancora entrati appieno nel progetto. Alla fine, senza Ledesma, il vero vice-Biglia chi è? Con Parolo e Lulic ancora decisamente fuori forma (e un bosniaco probabilmente deconcentrato dal mancato accordo per il rinnovo), il centrocampo in queste prime partite è mancato completamente e vive ad ora di alcune contraddizioni tattiche. E’ invece uscito Ederson, che ormai non aveva più nulla da chiedere alla sua avventura biancoceleste tempestata dai soliti infortuni ma che ha alleggerito la società con il suo ingaggio lordo di quasi 3,5 milioni di euro. Infine ha salutato anche un altro giocatore ai margini del progetto come Alvaro Gonzalez. Di sicuro c’è che siamo all’inizio, Morrison e Milinkovic-Savic sono giocatori molto giovani che potranno diventare davvero importanti per questa Lazio (una volta inquadrati tatticamente), due potenziali crack.
ATTACCO – E’ la vera nota dolente di questo mercato. Buona soluzione l’arrivo di Matri, ma inspiegabilmente tardiva. Oltre a un terzino sinistro, era questo il reparto da rinforzare maggiormente, soprattutto nella parte centrale. Klose rimane un uomo decisivo, ma le 37 primavere cominciano davvero a pesare tanto. Con il tedesco che da quando è alla Lazio, per un motivo o per un altro, ha sempre giocato solo metà stagione, anche se ad altissimi livelli, e Djordjevic che è sicuramente ottimo giocatore ma non bomber d’area di rigore, un’altra punta era d’obbligo. E la possibilità ghiottissima di entrare in Champions League con un futuro tesoretto da leccarsi i baffi, era l’occasione perfetta per compiere questo passo e regalare a Pioli e ai tifosi un nome in grado di infiammare la piazza e capitalizzare al meglio la mole di gioco creata dalla Lazio. Nomi di prestigio ed esperienza indiscutibili ma abbordabili ce n’erano, bastava lo sforzo decisivo che poi sarebbe stato probabilmente ripagato nella doppia sfida col Bayer. L’ormai proverbiale salto di qualità si sarebbe materializzato tecnicamente ma anche con un entusiasmo e una piazza (forse) definitivamente riconquistata.
KEITA ILLUDE, KISHNA PROMETTE BENE – Klose e Djordjevic out in men che non si dica, il gol dell’adattato Keita all’Olimpico con i tedeschi ha avuto l’effetto di illudere l’ambiente e di far credere che lo spagnolo in stato di grazia fosse la soluzione a portata di mano. Una magia che ha forse ingannato i meno attenti: Keita, comunque il migliore in assoluto in questo avvio di stagione, non è una prima punta e su questo c’è poco da discutere. L‘assenza di un ruolo del genere si è sentita in Germania ma soprattutto a Verona, in cui l’area di rigore clivense era sempre e costantemente desolata di maglie biancocelesti. In questo senso, in entrambe le occasioni, dimenticando l’acquisto di un vero top player, Alessandro Matri avrebbe fatto incredibilmente comodo. La Lazio ha preso un esterno che ha subito mostrato ottime qualità come Ricardo Kishna (l’unico in gol dei nuovi) e che ha preso il posto di un irriconoscibile Felipe Anderson. L’olandese deve trovare continuità ma il piedino è fatato ed è palese come sia un grande crossatore e di conseguenza anche un fantastico assist-man. Senza Klose e Djordjevic è mancato chi questi traversoni vellutati (di Kishna come di Candreva) li aspettasse in maniera famelica, con la conseguenza di un attacco sterile. In ogni caso, l’arrivo di Matri sarà comunque utilissimo nella lunga e complessa stagione che attende la Lazio: della serie, ‘meglio tardi che mai’. A completare la rosa c’è stato il ritorno di Stefano Mauri, che doveva teoricamente sbarrare la porta a nuovi arrivi. La Lazio con lui è corsa ai ripari per offrire qualche soluzione in più davanti a Pioli dopo gli stop di Klose e Djordjevic, ma ormai era troppo tardi, anche perché a chiudere il mercato in entrata è stato un giocatore che (giustamente) non era pronto nell’immediato, cioè proprio quando serviva. Ad andare via sono stati invece due uomini finiti nel dimenticatoio come Alfaro e Sculli, ma anche un giovane che rimane molto apprezzato e che rientrerà alla base come Perea.
CONCLUSIONE – Si parte dal presupposto che quelli arrivati siano tutti ottimi giocatori con delle prospettive radiose davanti a loro, ma quello che serviva a questa Lazio era ben altro: uomini già pronti e in grado di trascinare la squadra fin da subito, soprattutto nel preliminare di Champions. Era necessario acquistare per passare il preliminare, non acquistare in caso di passaggio del turno, tappare le falle con un paio di titolari e non solo limitarsi, se pur questo sia un aspetto di fondamentale importanza per una stagione lunga, a rimpolpare la panchina con dei giovanotti dal futuro roseo. Ok pensare al ‘domani’, ma ‘oggi’ c’era una Champions League da conquistare, occasione più unica che rara. Ora a mangiarsi ancora le mani sono i tifosi biancocelesti, ma a rimanere penalizzata è stata anche e soprattutto la società. Di contro si finalmente superato uno dei grandi limiti della dirigenza laziale di queste ultime sessioni, ovvero il mercato in uscita. Da tempo la Lazio sopportava il peso economico ma anche logistico e psicologico per un allenatore, di avere una rosa larghissima. Ora la società, che intanto ha mandato a farsi le ossa anche molti giovani come Tounkara, Filippini, Rozzi, Crecco, Minala, Vinicius, Strakosha ed Elez, si è liberata della ‘zavorra’ e magari proprio da queste operazioni potrà arrivare un discreto tesoretto da reinvestire in futuro. Da tenere in grande considerazione c’è però anche il fatto che la società capitolina abbia avuto la forza di resistere alle offerte senza dubbio allettanti pervenute sul tavolo biancoceleste per i suoi gioielli. Nel frattempo, il calciomercato estivo della Lazio, si porterà in dote un 5.5 in pagella, per quello che ancora una volta poteva essere ma non è stato.
Francesco Iucca
TWITTER: @francescoiucca
Ecco tutte le operazioni di mercato della Lazio nell’estate 2015:
ACQUISTI: Hoedt; Patric; Morrison; Milinkovic-Savic; Kishna; Mauri; Matri.
CESSIONI: Cana; Ciani; Cavanda; Pereirinha; Ledesma; Ederson; Perea; Minala; Crecco; Lombardi; Filippini; Strakosha; Elez; Rozzi; Tounkara; Sculli; Alfaro; Vinicius; Gonzalez; Novaretti.
I VOTI DELLE ALTRE – Atalanta 6.5, Bologna 7, Carpi 6, Chievo 5.5, Empoli 5, Fiorentina 7, Frosinone 5, Genoa 5.5, Inter 8, Juventus 7.5, Milan 7, Napoli 7, Palermo 5, Roma 8, Sampdoria 6.5, Sassuolo 6, Torino 7, Udinese 6, Verona 6.
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