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«Laziale grazie a Chinaglia»

IL TEMPO (S. Trancanelli) – Il consigliere Fabio Sabbatani Schiuma racconta la sua fede: che emozione il giorno dello scudetto…

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(Getty Images)

IL TEMPO (S. Trancanelli) – In un’intervista pubblicata oggi sulle pagine de “Il Tempo”, Fabio Sabbatani Schiuma, consigliere comunale «indipendente di destra-pdl», impegnato nella campagna elettorale per la sua ricandidatura in Aula Giulio Cesare, ha parlato del suo amore per i colori biancocelesti e della sua passione per la prima squadra della Capitale.

Il suo primo ricordo da bambino legato alla Lazio?

«Un ricordo in bianco e nero di uno splendido stadio pieno di gente, che mi accompagna ancora se chiudo gli occhi. Avevo 5 anni e mezzo, ero con mio papà a vedere Lazio- Foggia e la vittoria del nostro primo scudetto. Ricordo il gol di Chinaglia, la forte emozione che mi ha regalato lui e tutta quella giornata infinita. Da quel momento non ho più cambiato idea e sono diventato laziale a vita».

L’ha appena nominato: Giorgio Chinaglia. Un suo ricordo di lui e della sua favola speciale con la Lazio.

« Quando è morto Chinaglia ho pianto, perché con lui se ne andava un mito adolescenziale. Era il gigante buono. Grinta, orgoglio e personalità, è stato il leader di una squadra che ha fatto epoca con Maestrelli in panchina. Lui è stato il giocatore con il quale tantissimi laziali sono cresciuti».

Il giocatore insostituibile della Lazio attuale?

« Su tutti, Klose. È un professionista serio, mi piace per come si impegna in campo e com’è fuori dal campo. Rappresenta senza ombra di dubbio tutti i valori sani e positivi dello sport».

Senza Klose è una Lazio che stenta in campionato. Che ne pensa del momento che sta vivendo la squadra?

«La sua mancanza si sente, ma io sono di quelli che comunque pensa si tratti di una stagione positiva. La Champions la vedo difficile, sono sincero, ma abbiamo degli obiettivi importanti e siamo ancora in corsa. Dipende da noi. Io ho vissuto tante Lazio, tanti momenti difficili e questo non vuol dire che mi accontento, ma credo che si possa fare ancora bene».

Che ne pensa di Petkovic?

«Mi piace e mi è piaciuto da subito. Anche quando è arrivato questa estate, ero tra quelli che diceva di dargli tempo prima di giudicarlo . È una persona seria e cura molto l’aspetto umano. Sta lavorando bene».

Lotito lo dovrebbe blindare?

«Per me sì. Come un sindaco».

Va allo stadio?

«Sì, ho vissuto praticamente tutti i settori. Da giovane Eagles Supporters in Curva Nord fino alla Tevere, poi Monte Mario etc. Allo stadio non manco mai. La Lazio fa parte della mia vita e porto spesso con me i miei tre nipoti, tutti laziali».

La Lazio fatica in campionato, ma è ai quarti di Europa League e in finale di Coppa Italia. Oggi firmerebbe per quale obiettivo?

«L’Europa League. Firmerei per un trofe o europeo. Subito».

La Lazio in finale di Coppa Italia troverà una tra Roma o Inter. La stuzzicherebbe un derby?

«Sì, mi piacerebbe. Sarebbe una finale avvincente, una grande festa per tutta la città. Noi però ci siamo già, loro, invece, devono ancora arrivarci».

Il derby come lo vive?

«Come un grande stress, una tensione terribile per tutta la settimana. E poi sono scaramantico. Faccio sempre le stesse scommesse con colleghi romanisti e devo dire che negli ultimi tempi ne ho vinte un pò».

Il giocatore della Roma che ha sempre sofferto calcisticamente parlando?

«Totti. È una grande campione e non si può negare».

Tre Presidenti: Lenzini, Cragnotti e Lotito. Un aggettivo per ognuno?

«Lenzini, storico e paterno. Cragnotti, spregiudicato e vincente, mentre Lotito cinico, ma concreto».

L’ultima. Finale di stagione: chi arriva prima, Roma o Lazio?

«La Lazio ovviamente. È nata prima».

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