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Un anno di lacrime e sorrisi: ecco la rivoluzione targata Inzaghi (VIDEO)
LAZIONEWS.EU – Dopo la dodicesima i punti sono quasi gli stessi, ma lo spirito no…
LAZIONEWS.EU – Era l’8 novembre 2015, giusto un anno fa. Era il derby capitolino, ricordato tristemente tra quelli con meno spettatori della storia della stracittadina romana. Era un’altra squadra, con un altro allenatore: Simone Inzaghi era impegnato con i giovani della Primavera e forse mai avrebbe pensato di ritrovarsi di lì a poco tempo alla guida della Biancoceleste.
UN ANNO FA – Dodicesima giornata di Serie A. La Lazio di Pioli a 18 punti, affronta la Roma a 26, terza in classifica e ad un punto dalla prima. Il risultato del derby numero 143 sarà impietoso per i biancocelesti: finisce 2-0 per i giallorossi, grazie alle reti di Dzeko e Gervinho. Una partita strana, senza le Curve, in evidente protesta contro le decisioni di Gabrielli: si consuma così la terza pesante sconfitta da inizio stagione, nel silenzio surreale dello stadio capitolino.
DALLA DODICI FATICHE… – Quella contro i cugini sarà anche la terza sconfitta consecutiva per i ragazzi di Pioli: prima, a Bergamo, il passo falso con l’Atalanta. Poi, all’Olimpico il Milan rifila un 3-1 ai padroni di casa. Eppure le cinque vittorie contro Genoa, Frosinone, Verona, Sassuolo e Torino avevano lasciato presagire buone cose: dimenticata la debacle del San Paolo (Napoli-Lazio 5-0), Candreva e compagni dimostravano di non essere affatto in crisi. Le cose però, alla fine, non sono andate come Pioli sperava. Le goleade subite a Verona contro il Chievo, a Napoli e il derby perso (forse ingiustamente) hanno condizionato psicologicamente i laziali, rappresentando dei campanelli d’allarme belli e buoni. Dopo le prime dodici di campionato l’anno scorso la Lazio era nona, a 9 punti dalla Fiorentina in testa.
…ALLE DODICI ERBE – Ad un anno di distanza è cambiato tutto. La prima delle dodici medicine è senza dubbio Inzaghi. Il tecnico che tutti pensavano di vedere alla Salernitana ha saputo aspettare il suo momento. La seconda, porta il nome di Immobile, instancabile scugnizzo alla ribalta, in grande spolvero con la Lazio. Assieme a lui, Keita ed Anderson a comporre il trio delle meraviglie. E poi la difesa rivoluzionata: se l’anno scorso Hoedt, con Mauricio e Bisevac, rischiava il “linciaggio” da media e tifosi, oggi, affiancato a Wallace e Radu, sembra un altro, in attesa del rientro dei titolatissimi De Vrij e Bastos. Tra i dirigenti, l’ex portierone Peruzzi si è munito di cerotti ed aspirine, per ricostituire l’ambiente ideale per le vittorie più importanti. Anche l’assenza delle Coppe ha fatto la sua parte, ma ancor di più l’elisir dei giovani, utilizzati spesso dal mister. Poi l’addio ai personaggi indesiderati che a Formello hanno alimentato troppi malumori (fascia da capitano docet) ed il graduale ritorno dei tifosi a chiudere le 12 bellezze della nuova Lazio. I biancocelesti oggi sono a 3 punti dal terzo posto, avendo perso solo con Juve e Milan (1a e 3a), ma giocandosela comunque a viso aperto.
CHI BEN COMINCIA – I punti rispetto alla passata stagione sono quasi gli stessi, lo spirito no. In campo e fuori questa Lazio dimostra di essere finalmente un gruppo, quello che è non è mai stato lo scorso anno. A Formello si torna a respirare, i tifosi rientrano gradualmente: nessuna tensione, tranne quelle che spesso i media inventano per far notizia. E’ rientrato il caso Keita, è rinato Anderson, nessun malumore, insomma, a parte i lamenti di Luis Alberto che rivendica più spazio. E se il giocatore dimostrerà di meritarlo l’avrà. Perché Inzaghi ha sempre chiarito: “Gioca chi merita”. Per ora, le scelte, dal campo, gli hanno dato ragione e i risultati pure. E’ vero, siamo solo alla dodicesima, ma chi ben comincia…
M.S.
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