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Lazio di belle speranze, ma a decidere sono sempre i soliti noti…
LAZIONEWS.EU – I biancocelesti hanno l’età media più bassa tra le big del campionato…
LAZIONEWS.EU – “I giovani si allenano bene, ma non devono avere paura in partita”. Parte da Miro Klose, non certo uno qualsiasi, l’appello alle giovani aquile. La Lazio ha appena perso a Sassuolo un treno che stasera poteva portarla al primo posto in classifica. Occasione fallita, ma anche spunto per riflettere. E’ una stagione strana quella che sta vivendo la società capitolina: il dramma iniziale, la ripresa e ora questo stop a bloccare un percorso di crescita fatto di 4 vittorie consecutive. Indecifrabili, almeno per ora, le aspettative di questa squadra, in costante ricerca del percorso che possa far ripetere la cavalcata trionfale della scorsa stagione.
GIOVANE LAZIO – Discontinuità è la parola che meglio si adatta al momento laziale, figlia di una squadra giovane, a tratti inesperta, che si esalta e si deprime troppo facilmente. Tante volte Pioli ha chiesto e cercato equilibrio: “Non eravamo fenomeni prima, non siamo scarsi ora” aveva detto in piena crisi, post sberla di Napoli, ma tant’è il problema si ripropone, c’è da capire cosa vuol fare la Lazio da grande. Perché grande ancora non è e lo dice la carta d’identità. 26 anni di media, la più giovane delle big: basta questo per dare voce ad un progetto che punta a crescere i campioni del domani. Più giovane di Juventus (27,6), Roma (27,7), Milan (27,5), Inter (26,7) e Napoli (26,5), senza dimenticare un settore giovanile primo in Italia (lo dice il ranking), che negli ultimi 4 anni ha vinto un campionato, due Coppe Italia e una Supercoppa, lanciando talenti come Keita, Onazi e Cataldi. A loro, la società ha affiancato negli ultimi anni giovani campioni come Felipe Anderson e De Vrij e, nell’ultima sessione di mercato, Kishna, Milinkovic-Savic, Hoedt e Patric. E’ la Lazio dei giovani, ma purtroppo ancora dipendente dai vecchi. A Reggio Emilia le assenze di Biglia e Parolo sono risultate decisive: troppo poca la qualità a centrocampo con Cataldi e Onazi in evidente difficoltà. Capitolo a parte per il ragazzo classe ’94: l’anno scorso è esploso, quest’anno responsabilità e aspettative stanno pesando come macigni sulle sue prestazioni.
I NUOVI – I nuovi acquisti hanno viaggiato tra alti e bassi. Milinkovic-Savic appare fin qui il migliore: fisico, qualità e intelligenza tattica, ma gli altri sono ancora dei punti interrogativi. Tra alti e bassi Hoedt ha visto il campo troppo poco e nelle gerarchie di Pioli è il quarto centrale dopo De Vrij, Gentiletti e Mauricio. La sua rete con il Saint Etienne è stata decisiva, così come però gli errori contro Higuain e il Napoli intero. Kishna è invece quello su cui tutti puntavano di più: dopo il grande esordio contro il Bologna si è spento, collezionando nelle ultime 5 uscite una sola presenza da titolare. Il discorso si chiude con Patric e Morrison, i veri misteri di questo inizio di stagione. Per entrambi lo spezzone di gara contro il Chievo (quando la Lazio perdeva già sonoramente 3-0), poi il nulla. Qualcuno li ha visti? Considerando il campionato, tutti gli Under 23 della Lazio hanno portato in cascina solo 6 punti dei 15 fin qui totalizzati (con le reti decisive di Kishna contro il Bologna e Keita contro il Frosinone, che però nuovo acquisto non è). Nelle altre gare la Lazio ha vinto grazie ai soliti noti. Con l’Udinese è stata decisiva la doppietta di Matri (31 anni), con il Genoa Djordjevic (28 anni) e Felipe Anderson (ma il gol del brasiliano è stato solo il raddoppio) e contro l’Hellas la vittoria porta le firme di Biglia e Parolo. Giovane Lazio, ma non del tutto decisiva. A tirare la carretta sono ancora i più esperti.
Giorgio Marota
@GiorgioMarota
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