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Lazio e contestazione: la sottile linea tra morte e resurrezione

NEWS DEL GIORNO – Dopo le proteste per la sonora sconfitta di Napoli la ripresa, ora nuova contestazione…

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Pubblicato l’11/12/2015 alle ore 18:00

NEWS DEL GIORNO  – La Lazio torna con un punto dalla trasferta in terra francese, una rete per parte contro il Saint Etienne, risultato che conta poco o nulla, viste le sorti del girone già decise prima del fischio d’inizio del match. Biancocelesti primi e imbattuti nel gruppo di Europa League, ma a cinque punti dalla zona retrocessione in campionato. Ottimo il cammino in campo europeo, da mani nei capelli quello in Serie A. Un solo punto nelle ultime sei giornate, l’ultimo successo “italiano” risale ormai a più di un mese e mezzo fa, quando i capitolini regolarono con un netto 3-0 il Torino. Da quel momento in poi è calato il buio: dalla trasferta di Bergamo la Lazio sembra essersi persa, e Pioli sta faticando immensamente a ritrovare l’identità della sua squadra.

MONTA LA PROTESTA – I tifosi sono stanchi di attendere, pretendono dalla squadra impegno e rispetto per la maglia e dopo un periodo di relativa calma sono esplosi, di nuovo. Con la qualificazione per i sedicesimi già in tasca, la sfida contro la Sampdoria di lunedì prossimo assume il ruolo di crocevia fondamentale, in caso di risultato negativo la panchina di Pioli potrebbe farsi incandescente. Così nessun interesse per la coppa e l’annuncio arrivato a poche ore dal match: “Contestazione a Formello. Esigiamo rispetto“, il messaggio recapitato dalla Curva Nord a società e calciatori. Dopo la caduta di Empoli e il buon secondo tempo messo in mostra in terra toscana, contro la Juventus la tifoseria attendeva una prova di carattere, in grado di spaventare la ritrovata corazzata bianconera. Al contrario la Lazio è evaporata dopo soli cinque minuti, l’autorete di Gentiletti ha tagliato gambe ed entusiasmo al (poco) pubblico accorso all’Olimpico. Via dunque alla contestazione, fischi e cori contro la dirigenza, fino alla risposta scomposta del patron Lotito, che con un gestaccio rivolto alla Nord ha reagieto alla provocazione, scatenando l’ira della parte più calda della tifoseria. E’ forse questo il vero e proprio agente scatenante a cui ricondurre la dura protesta andata in scena quest’oggi a Formello.

IL NAPOLI E LA REAZIONE – Fuori dal centro sportivo nessuna distinzione: squadra e società sulla stessa barca, la Nord ne ha per tutti. Duri striscioni e una decina di sacchi di letame lasciati di fronte all’ingresso: il messaggio non poteva essere più chiaro. E’ ora di reagire, perdere contro la Sampdoria rappresenterebbe un serio rischio per la classifica e potrebbe gettare nel caos una squadra costruita per danzare intorno alla zona Champions, non per cercare l’equilibrio nel pantano della bassa classifica.  Fin qui la stagione ha regalato più amarezze che gioie, dopo la vittoria dello scorso anno contro il Napoli e l’obiettivo terzo posto centrato, è la seconda volta che i tifosi tornano al centro sportivo, in ambo i casi in segno di protesta. Dopo la sonora sconfitta del San Paolo una settantina di laziali fece le ore piccole per cercare un confronto con la squadra, chiedendo a gran voce ai calciatori di mettere gli attributi in campo. In quell’occasione la contestazione toccò i tasti giusti: nelle successive sette gare la resurrezione: sei vittorie, con l’unico stop in quel di Sassuolo, quando la gara venne messa in discesa da un rigore dubbio assegnato ai neroverdi dopo pochi minuti. Poi l’inizio della nuova crisi, la sconfitta di Bergamo e quella nel derby, fino ad arrivare alla Juventus e ad una delle settimane più delicate della storia recente biancoceleste. Il conto alla rovescia per Sampdoria (e Inter, altra partita cruciale) è già scattato: la Lazio di Pioli ha toccato forse il suo punto più basso. Le proteste dei tifosi vanno oltre il mero fattore campo, ma l’augurio minimo è quello di vedere al più presto una reazione, non c’è più tempo da perdere.

Gian Marco Torre

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