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Gregucci: “La Lazio può uscire da questo momento con la calma”

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LAZIO GREGUCCI INTERVISTA – L’ex difensore della Lazio, Angelo Gregucci, ha espresso la sua opinione sul sorteggio di Champions League e su come uscire dal momento negativo in campionato.

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Gregucci: “Sarri è un allenatore che sa bene quello che fa”

L’ex difensore della Lazio, Angelo Gregucci, ha commentato così il momento vissuto dalla Lazio a Tag24: “Innanzitutto spero che la Lazio possa arrivare a questa grande partita con il Bayern Monaco avendo recuperato non solo un po’ di punti, ma anche un po’ di identità”. 

Su come uscire dal momento negativo

“Se ne esce solo con la calma, e con la consapevolezza che se ci disgreghiamo non possiamo che perdere tutto. La Lazio è davanti a un momento di difficoltà in cui di certo non si valutano gli eventi. Probabilmente lo scorso anno è stato fatto qualcosa che ha sovrastimato la nostra visione di calcio e adesso c’è bisogno di essere lucidi”. 

Sulla rosa

“Questa squadra non era fatta da supereroi l’anno scorso e non è fatta di giocatori scarsi quest’anno. I due esterni offensivi erano due fattori del nostro campionato, per continuità, grado di talento e prestazioni. I due centrali difensivi sembravano Beckenbauer e Maldini e in molti si lamentavano del fatto che non fossero titolari in Nazionale”.

Su Provedel

“Provedel era un fenomeno che ha fatto record di cleen sheet. Insomma tutto è stato perfetto, ma quest’anno non sono certo diventati tutti scarsi. Serve un po’ di equilibrio e lucidità”. 

Sul ko contro l’Inter

“Per uscirne serve solo carattere e paradossalmente penso che ora il campionato dia margine a questa squadra. Della sconfitta con l’Inter resta solo il risultato, ma io dico che la prima parte di gara è stata probabilmente la migliore della stagione. È chiaro che ora questi ragazzi devono assottigliare il margine di errore. Non possono più sbagliare, ma serve calma, concentrazione e coesione”.

Su Sarri

“Sento tanto parlare di Maurizio Sarri, lo stanno mettendo in dubbio, ma è un allenatore che sa bene quello che fa. Se vogliamo da lui una lettura differente probabilmente stiamo sbagliando persona. Lui è così, crede nel lavoro e crede in uno spartito preciso. È maniacale nei movimenti, vuole una squadra che faccia della creatività il suo biglietto da visita. Lui è uno che ti dà certezze, sia quando ti muovi di reparto, sia quando ti muovi di squadra. È un maestro capace di insegnarti quello che devi fare”.

Sul futuro di Sarri

“Poi per carità, anche lui può essere messo in discussione come tutti. Bisogna avere fiducia nella persona, nell’uomo, nella sua storia. Io lo conosco bene e quindi so perfettamente qual è il suo modo di lavorare. Su Maurizio, come su tutti gli allenatori d’altronde, si può aprire il dibattito per capire se si possa fare o meno qualcosa di diverso ma non vorrei dimenticare con troppa leggerezza che il secondo posto della passata stagione. Forse ha condizionato il giudizio di tutti”.

Sulle difficoltà in attacco

“Guardate ad esempio Felipe Anderson, è il giocatore che avevamo visto sette otto anni fa? C’erano partite in cui faceva la differenza e altre in cui ti faceva giocare in dieci. Lo scorso anno invece ha fornito prestazioni non solo magnifiche sotto il punto di vista tecnico, ma lo ha fatto con grande continuità. È stato anche il sostituto di Immobile, un atleta disumano che ha saltato pochissime gare. Per affidabilità è stato assolutamente il migliore, eppure prima di andare in Inghilterra non era così”. 

Su Zaccagni

Zaccagni aveva dato un’improvvisa accelerazione alla sua carriera riuscendo a mettere in discussione anche i parametri di gerarchia Nazionale. Tutto è stato sovradimensionato e adesso non possiamo sotterrarlo. Questi ragazzi hanno difficoltà a conclamarsi a quel livello, nonostante lo spartito sia lo stesso”.

Sul mercato

“Certo, la Lazio ha perso un fattore, anche questo sottovalutato, che è Milinkovic Savic. Un calciatore che ti faceva cambiare il match, anche se a livello internazionale non si è mai affermato del tutto. Nel nostro campionato però era senza ombra di dubbio un fattore, perché con lui potevi fare tanti tipi di giocate”. 

Sul centrocampo

“Certo era un centrocampo fisico e tecnico, e probabilmente non ce ne siamo accorti ma per qualche anno abbiamo avuto il miglior reparto in Serie A per quanto riguarda la varietà tecnico tattica, con Leiva, Luis Alberto e Milinkovic. Vista anche l’esperienza. Adesso aspettiamo un attimo prima di fare delle valutazioni complessive sui nuovi acquisti”.

Sul Bayern Monaco

“La Lazio è sicuramente in difficoltà e adesso la qualificazione agli ottavi di Champions ci permetterà di vivere serate indimenticabili. Di proibitivo nel calcio non c’è nulla, difficile sì, anzi difficilissimo ma possibile. La bellezza di queste sfide è che con due partite si può passare alla storia del calcio”.

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