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Lazio-Juventus 2-1, la tempesta prima del trionfo

C’ERA UNA VOLTA – Gonzalez e Floccari condannano la Juventus, l’errore di Marchisio spalanca le porte verso il trionfo…

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C’ERA UNA VOLTA – Un sogno, o un incubo, chiamato derby. La stracittadina, soprattutto a Roma, assume un valore inimmaginabile, molto maggiore dei semplici 3 punti che mette in palio. Figurarsi se, oltre al primato cittadino, in palio c’è la Coppa Italia. Una coppetta, un portaombrelli come la definiscono in molti, ma non quell’anno. Per quella stagione la Champions League era nella Capitale. Prima di quella notte però ce n’è stata un’altra, per molti ancora più importante. Perchè, a pensarci bene, è sempre il cammino a rendere memorabile l’impresa, difficilmente si ricorda il trionfo, c’è sempre un particolare che ci riporta ad un momento esatto che mai coincide con il successo. E se l’attesa del piacere è il piacere stesso così come è altrettanto vero che il momento più bello di un bacio si tocca appena prima di sfiorarsi le labbra, il fotogramma che rimarrà scolpito nella mente dei laziali è il minuto 95 di Lazio-Juventus del 29 gennaio 2013.

A volte, per capire meglio le cose, bisogna partire dalla fine. Palla dentro per Giovinco che tira, Marchetti respinge sui piedi di Marchisio che chiude gli occhi e calcia. Incredibilmente la palla finisce fuori, l’Olimpico esulta come mai prima d’ora. Sliding doors, il destino si mette in mezzo, quella Coppa Italia sarà della Lazio. Tutti coloro che riescono a cogliere i segni, in quel preciso istante lo capiscono: gli juventini si rassegnano, i laziali esultano, romanisti e interisti, gli spettatori dell’altra semifinale, cercano di scacciare via i fantasmi, inutilmente. All’andata era finita 1-1, la Juventus parte sfavorita. Succede poco o nulla, al 53° Gonzalez porta avanti i biancocelesti. Poi i 6 minuti che avrebbero potuto cambiare la storia: Vidal anticipa Radu quando ormai i festeggiamenti laziali sono quasi in atto, pareggiando il conto del match e fotocopiando il risultato dello Stadium. C’è aria di supplementari, le squadre sono stanche, meglio pensarci dopo aver ripreso fiato. Non è d’accordo capitan Mauri che calcia di sinistro, rimpallato in angolo. Dalla bandierina il cross è telecomandato, Floccari sbuca dal nulla e insacca il 2-1. Niente supplementari, pericolo scongiurato e Lazio di nuovo avanti quando mancano 3 minuti. La Juventus schiuma di rabbia, si riversa in avanti fino a tornare all’inizio del nostro racconto: palla dentro per Giovinco che tira, Marchetti respinge sui piedi di Marchisio che chiude gli occhi e calcia. Incredibilmente la palla finisce fuori, l’Olimpico esulta come mai prima d’ora.

Se chiedete al popolo biancoceleste chi è stato l’eroe di quella Coppa Italia quasi tutti vi risponderanno Lulic che con il suo gol ha scritto la storia dei derby e condannato al silenzio eterno la stragrande parte dei tifosi giallorossi. Una piccolissima parte vi dirà che è stato Ciani che con il suo colpo di testa allo scadere ha permesso alla squadra allora allenata da Petkovic di evitare una clamorosa eliminazione contro il Siena. I più navigati, però, non sceglieranno ne uno nè l’altro, sarebbe troppo facile. Coloro che hanno avuto la fortuna di assaporare il nocciolo dell’esistenza risponderanno “Claudio Marchisio”: perchè l’essenziale è invisibile agli occhi, ma non per quei pochi che, già al minuto 95′ di Lazio-Juventus, avevano capito quale gioia avrebbe riservato loro la vita.

Matteo Vana

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