Lazio, Luis Alberto si scopre l’uomo in più

RASSEGNA STAMPA LAZIO –  Lazio con un Luis Alberto in più ma con una difesa che si è incredibile scoperta vulnerabile. Tra vecchi dubbi e nuove certezze Inzaghi prepara il rush finale della stagione. Obiettivo dichiarato tornare in Europa e provare a strappare alla Juve, avversaria nonché detentrice del torneo, la Coppa Italia. Il pareggio ottenuto in extremis a Genova ha dato nove energie mentali ma non quelle fisiche. La squadra è in riserva ed in vista di questo finale di stagione il tecnico dovrà per forza di cosa dosare le forze con Immobile che potrebbe addirittura rifiatare contro il Palermo in vista del derby di campionato. Per Inzaghi la buona notizia arrivata da Marassi si chiama Luis Alberto. Appena sei presenze e appena 204 minuti giocati, con la sua prima rete in serie A lo spagnolo ha portato a quota 15 i marcatori biancocelesti ed ha regalato alla squadra un prezioso pareggio in chiave Europa League. La lotta si è fatta sempre più serrata e a fine stagione questo punto potrebbe pesare come un macigno.
Ad una nuova certezza fa però da contraltare una difesa nelle ultime gare apparsa vulnerabile. Se Luis Alberto ha portato a quota 64 le reti segnate dai biancocelesti in campionato, De Vrij e compagni nelle ultime tre gare tra campionato e Coppa Italia hanno subito ben otto gol. Un’enormità per una squadra che in stagione aveva subito almeno tre gol solo a San Siro contro l’Inter (3-0) e alla prima giornata a Bergamo quando però batté l’Atalanta 4-3. A mancare all’appello è soprattutto l’olandese che, dopo il riacutizzarsi del fastidio al ginocchio operato (il sinistro), ha commesso diverse leggerezze che non sono da lui come la palla svirgolata al derby sul quale la Roma pareggiò con El Sharaawy o la grave amnesia sul momentaneo 2-1 di Pandev sabato a Marassi. Contro il Genoa sono apparsi in affanno tutti i difensori un campanello d’allarme che domani alla ripresa a Formello costringerà Inzaghi a fare un lavoro specifico proprio con il reparto difensivo.

Leggo / Enrico Sarzanini