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Lazio, Mazzantini: “La partita contro la Juventus? Storica”

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MAZZANTINI LAZIO JUVENTUS PERUGIA – L’ex portiere del Perugia Andrea Mazzantini, protagonista quel 14 maggio 2000 nella gara Perugia – Juventus è intervenuto ai microfoni del canale ufficiale biancoceleste.

Le parole di Mazzantini

“Coronavirus? Vivere così è dura però bisogna farlo e lo facciamo, ora vivo a Falconara. Sono qui da parecchi anni. Quel Perugia Juventus è entrato della storia, il Perugia rispecchiava il carattere di Mazzone, ci siamo giocati la partita come dev’essere anche se si dava per scontato che noi dovevamo perdere. Non mi aiutava molto l’altezza e quindi sopperivo con il carattere e la mia carica agonistica queste mancanze. Per me Peruzzi era il più forte al mondo, interpretava il ruolo in un modo impeccabile, a livello tecnico era il più forte che c’era, anche oggi farebbe la sua figura. Di quel Perugia – Lazio ricordo prima di tutti Gaucci che ci minacciò, ci disse che dovevamo vincere la partita. La partita iniziò poi incominciò a piovere di brutto, pioveva solo dentro lo stadio, era giusto averla sospesa. Vedevo Collina al telefono e a noi ci hanno detto che per una questione di sicurezza dovevamo giocare; io volevo giocare perché eravamo già in ritiro da una settimana. Quando abbiamo ripreso il campo era in perfette condizioni, non avevamo nulla da perdere, la Juve ovviamente era più tesa. Attaccavano e io ho parato qualche conclusione. Era una battaglia, io incitavo i compagni a non mollare. Milanese l’ho spronato a non mollare. Si è trattato di un match particolare, è stato come vincere un qualcosa. Durante la settimana dissi a Nicola Amoruso che era in prestito dalla Juve di non giocare, e lui mi rispose che voleva scendere in campo perché ritenne di dover concludere con il gruppo facendo le cose per bene. Fece un grande match, poi fu chiamato da Moggi in sede alla Juve. Quello era un gruppo importante, in allenamento ci ammazzavamo come in una partita vera. Tutti davano tutti per scontato, un imprenditore scommise con me un trattore che non avremmo vinto, dopo il match me lo regalò. Noi quel giorno ci siamo giocati la partita come dovevamo fare. Io ero un portiere adrenalinico, non rendevo senza tensione. Il calcio dei miei tempi era più romantico, ora li vedo un po’ più attori, si specchiano molto, anche se hanno una fisicità impressionante. Però c’è meno qualità, all’epoca c’erano giocatori veri: c’erano Baggio, Maldini, Djorkaeff. Ora di qualità non ne vedo molta. Bene che sia arrivato Ronaldo che ha portato un po’ più di interesse”.

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