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Lazio nelle scuole. Immobile, Bastos e Vargic: “Siamo una famiglia”. Poi sul derby…. (FOTO)
LAZIO SCUOLE IMMOBILE BASTOS – Il primo appuntamento stagionale. Torna ‘La Lazio nelle scuole’, l’iniziativa che lo scorso anno ha avuto molto successo. Il tour biancoceleste parte oggi nell’istituto Gesù-Maria di Via Flaminia 631 e proseguirà per tutta la stagione.
Puntuali arrivano i calciatori: Vargic, Bastos e Immobile. Insieme a loro anche l team manager Manzini e l’aquila Olympia.
Ecco le domande che i bambini della scuola hanno fatto ai giocatori:
IMMOBILE
C’è un rapporto con i giocatori della Roma?
“C’è un rapporto, sopratutto con quelli che stanno in Nazionale”.
Sul sacrificio:
“I sacrifici si fanno sempre nella vita, in ogni ambito. Bisogna per esempio mangiare in maniera diversa quando sei un calciatore. Non mi pesava fare dei sacrifici perchè mi piaceva giocare a calcio”.
Che ne pensate in generale con la rivalità con la Roma?
“In una città è bello che ci siano due squadre. Giocare un derby è bello, specie quando tutto va bene. É bello anche vedere lo spettacolo sugli spalti, ma basta che non si vada oltre e non si arrivi alla maleducazione”.
Il difensore più forte che hai incontrato?
“Bonucci della Juventus”
Sulla Lazio:
“Lo sport è molto importante, ti dà l’opportunità di stare in compagnia. Il calcio ti emoziona. Quando sono arrivato alla Lazio mi sono subito legato con tutto l’ambiente e adesso per me la Lazio è come una famiglia”.
Il razzismo:
“Per noi sono tutti uguali, bianchi, neri, gialli… A volte negli stadi ci sono dei cori razzisti, non è assolutamente bello, ci dispiace soprattutto quando sono rivolti a un nostro compagno di squadra”
Con l’arbitro:
“Qualche volta me la prendo con l’arbitro, ma non ho mai reagito ad un fallo in maniera brutta ed eccessiva”.
Hai trovato difficoltà nell’ambientarti nella squadra?
“Non è stato difficile. Ho trovato dei bravi ragazzi, una squadra che era insieme già da un po’”.
Sul fatto di essere famosi…
“È bello essere riconosciuti. Le mie bimbe sono piccole e ancora non capiscono. É emozionante, io voglio cercare di trasmettere qualcosa”.
Sul doping:
“È una cosa sbagliatissima. Non è rispettoso verso gli altri atleti, verso chi pratica sport. Quando usi sostanze credo che tu sia avvantaggiato e non va bene”.
Ti piaceva andare a scuola?
“A me non piaceva molto andare, le bugie non si dicono (scatta l’applauso dei bambini, ndr). Preferivo giocare a calcio. Comunque stavo bene coi miei compagni, mi divertivo. Non mi entusiasmava però essere in un ambiente sicuro come la scuola ti porta a imparare tante cose.”
Sul Milan:
“Mi manca segnare ad una big, ma ho fatto gol all Atalanta, che considero Una big. Milan ha vinto una gara importante ieri, siamo concentrati. Spero di vedere uno
Stadio con grande entusiasmo. Derby? Presto per pensarci, ora testa al Milan”
BASTOS
“Per fare il giocatore la prima cosa che serve è la passione, oltre che le dote tecniche. Fare il professionista significa fare tanto sacrificio, perchè per poter arrivare a questi livelli si deve rinunciare a tante cose. Per esempio bisogna lasciare da piccoli la propria famiglia, la propria casa. Poi ci vuole anche un pizzico di fortuna”.
L’attaccante più forte che hai incontrato?
“Higuain”.
Quando si vince, che relazione c’è con l’avversario?
“Non si pensa agli avversari, che provano un sentimento contrario. C’è tanta gioia dentro di noi”.
Il rispetto dell’avversario:
“Il rispetto deve essere la prima cosa”.
Quando i tifosi vi contestano e vi criticano, come reagite?
“La cosa giusta è prendere le critiche come un incentivo a fare meglio e migliorare”.
VARGIC
Per quale squadra tifavi da bambino?
“Ero tifoso di un giocatore in particolare, Pletikosa. Tra gli italiani Buffon”.
L’attaccante più forte?
“Lacazette del Lione”.
Il valore dello sport:
“Lo sport nella vita è importante, è un insieme di emozione. È gioia, quando fai una buona partita e vinci, e tristezza quando si perde”.
C’è stato qualcuno o qualcosa che ti ha fatto pensare di smettere?
“Come tutti ho avuto dei periodi di crisi. Ovviamente non mi hanno fatto piacere, ma non ho mai pensato di abbandonare il calcio, che è la mia vita”.
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