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Lazio nelle scuole. Lombardi: “Sto vivendo un sogno”. Marchetti: “Condanniamo il razzismo” (FOTO)
LAZIO NELLE SCUOLE – La Lazio torna nelle scuole di Roma. È il terzo appuntamento di questa stagione e i protagonisti di oggi sono Marchetti, Hoedt e Lombardi. I tre biancocelesti arrivano all’istituto Comprensivo Angelica Balabanoff (via A. Balabanoff, 62, Roma) per rispondere alle domande dei bambini presenti.
MARCHETTI:
I cori razzisti:
“Bisogna condannarlo, nel 2017 non è più possibile sentire cose del genere. Quando arriva un nuovo giocatore cerchiamo di metterlo subito a suo agio. Quando arriva siamo in ritiro, quindi gli spieghiamo la nuova realtà durante gli allenamenti”.
Se non fossi diventato un calciatore, cosa avresti fatto da grande?
“Io ha scuola ho studiato ragioneria linguistica. Mi sarebbe piaciuto fare l’animatore in qualche villaggio straniero o l’interprete. Per diventare un calciatore ho fatto tanti sacrifici, sono andato via di casa quando avevo 14 anni per trasferirmi a Torino. Ero in un convitto con altri ragazzi di tutta Italia. Mi svegliavo alle 7, andavo a scuola, pranzo veloce e poi allenamenti”.
LOMBARDI
Cosa significa giocare alla Lazio?
“Ho iniziato a Viterbo con la Lazio nel cuore, ero piccolissimo. Ora ho la fortuna di essere qui, per me era un sogno. Ora lo sto realizzando, sono un tifoso biancoceleste da quando ero bambino”.
Se non fossi diventato un calciatore, cosa avresti fatto da grande?
“Io anche sono andato via di casa a 14 anni e ho fatto ragioneria. Però sono tornato subito a casa perchè non me la sentivo di continuare. Poi ho avuto la fortuna di giocare nella Lazio. Andavo a scuola, mangiavo velocemente, mi allenavo e tornavo a casa. Raramente passavo i pomeriggi a divertirmi”.
HOEDT
Sei ansioso prima di una partita?
“Si certo. Ma quando entri in campo per il riscaldamento va via, pensi solo a vincere”.
La convocazione con l’Olanda:
“É una cosa incredibile, l’ho sognato fin da bambino”.
Quali sono i valori più importanti nello sport?
“In primis il rispetto. Ma anche il divertimento, che è lo scopo di chi fa sport”.
MANZINI
“Siamo noi che dobbiamo ringraziare voi. Noi assorbiamo la vostra allegria e la riversiamo in campo e quindi quando vinciamo è anche merito vostro”.
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