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Lazio, palla lunga e pedalare. Ma gioco e attaccanti pagano dazio

NUMERI E CURIOSITA’ – Da palla a terra a lanci lunghi, l’involuzione biancoceleste spiegata dai numeri…

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Pubblicato il 28-12-2015 alle ore 11:30

NUMERI E CURIOSITA’ – 65 punti totali nell’anno solare, questo il bilancio del 2015 biancoceleste in campionato. Lazio ne ha conquistati 42 (il 64%) nell’ultima parte della scorsa stagione e solamente 23 nelle 17 giornate dell’attuale Serie A. Una involuzione spiegata a confronto: alla 17° giornata del 2014-15 la Lazio aveva 30 punti, ben 7 in più rispetto al ruolino di marcia attuale. E se non ci fosse stata la vittoriosa trasferta di San Siro il bilancio sarebbe ancora più negativo…

INVOLUZIONE NEL GIOCO – La Lazio conquista 3 punti alla Scala del calcio e sembra uscita da una crisi che l’aveva fatta scivolare al 12° posto, dietro a squadre come Empoli, Atalanta, Torino e Chievo. Contro tre di queste, tutte tranne il Torino, la Lazio ha perso. Sono 8 in totale le sconfitte fin qui incassate, ma al di là della sfortuna, degli episodi controversi e di qualche infortunio di troppo, i numeri parlano di una involuzione soprattutto nel gioco. La vittoria contro l’Inter dà ossigeno, ma non cambia, almeno per ora, i numeri della squadra di Pioli. La Lazio segna poco rispetto alla scorsa stagione: fin qui 20 gol contro i 31 messi a segno nel campionato che l’ha portata al terzo posto. E prende più gol: 26 contro i 19 subiti alla 17° dello scorso campionato. A sorprendere di più però è la differenza con la quale la Lazio si avvicina alla porta avversaria. L’identità della squadra di Pioli si riconosceva da una manovra offensiva corale, che coinvolgeva almeno 7 uomini (esclusi i due difensori e un terzino) nella metà campo avversaria. Gli inserimenti di Parolo – che hanno portato il centrocampista azzurro a far centro 10 volte in stagione – sono un’immagine chiara e simbolica, come allo stesso tempo le percussioni di Felipe Anderson, a cui spettava sempre una doppia scelta: puntare la porta da solo o appoggiare il pallone ai compagni. Il brasiliano non brilla più e l’italiano è costretto ad essere meno presente in area e più in mezzo al campo, con compiti extra in copertura.

LA SOFFERENZA DEI BOMBER – La Lazio ha smesso, o quasi, di giocare di prima palla a terra e sta preferendo la soluzione dei lanci lunghi. I biancocelesti sono la 5° squadra in Europa per numero di passaggi lunghi a partita (37,2) e la seconda nel Vecchio Continente per cross inutili (21,3 in ogni match) dietro al Rayo Vallecano, squadra al terzultimo posto e in zona retrocessione nella Liga. Corre meno il pallone e di conseguenza, corre di più la squadra: dopo il Chievo Verona, la Lazio è la squadra di Serie A che percorre più chilometri e spesso lo fa a vuoto. Dati che spiegano anche la sterilità degli attaccanti laziali, a cui arrivano sempre meno palloni giocabili. Klose è ancora a secco di gol, Djordjevic ha fatto centro due volte in 9 presenze e Matri (fin qui il più prolifico) ha siglato 3 gol in Serie A, di cui due in una doppietta all’esordio. Non a caso, il tedesco è il più tecnico dei tre e a differenza di due attaccanti di peso in area, che sfruttano meglio i cross e le palle lunghe, soffre di più la mancanza di alternative. Pioli per tornare a volare dovrà ricostruire la sua macchina perfetta.

Per i dati si ringazia Lazio Page

Giorgio Marota
TWITTER: @GiorgioMarota

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