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Lazio, Pino Wilson: l’addio al mitico capitano del ’74

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LAZIO PINO WILSON – Una domenica buia, triste, amara. Una domenica che non ha il sapore di Lazio: un giorno particolare, a tratti strano. Una mattinata troppo ventosa: una giornata atipica, non propriamente di marzo, quasi invernale, di inizio dicembre. Sicuramente, non è una domenica come le altre: infatti la prima squadra della capitale ha giocato, e soprattutto ha vinto, di sabato sera, quindi non c’è molto a cui pensare. Però, le prime ore di questo 6 marzo 2022 non vogliono proprio lasciare in pace i tifosi laziali: il capitano, Pino Wilson, ci ha lasciati. Una notizia sconvolgente, assurda, folle. Poche parole che disarmano completamente la Lazio e tutto il mondo biancoceleste. Impossibile da credere, eppure, purtroppo, anche questa volta è realtà.

Lazio, Pino Wilson: un esempio di lazialità

Il tifoso laziale è questo: non può mai abbassare la guardia, c’è sempre qualcosa pronto a lasciarlo di stucco, senza parole. Pino Wilson se n’è andato come solo lui sapeva fare: in silenzio, in punta di piedi, elegantemente, come un suo classico tackle. Il capitano ci ha lasciati con questa notizia folle, insensata, come lo era la sua meravigliosa banda del 1974. Una persona per bene, umile, pacata, esempio assoluto di pura lazialità. Pino Wilson era un simbolo, una guida per tutti i tifosi laziali, un Uomo che rispecchiava in tutto e per tutto i sacri valori della squadra che ha portato il calcio a Roma. È difficile da spiegare, ma la Lazio e le sue leggende sono anche questo: un cuore, un’anima, una vita al servizio dei colori del cielo, nella buona e nella cattiva sorte, sempre.

Lazio, Pino Wilson: storico capitano del ’74

Pino Wilson era il capitano di tutti i laziali, con quei capelli al vento e la sua immancabile fascia rossa al braccio. Era il leader di una Lazio folle, forse la più bella e romantica in assoluto. Nel cielo, ormai più biancoceleste che mai, aspettano tutti il primo della fila. Dal mister a Long John, da Felice Pulici a Re Cecconi: i mitici eroi del primo scudetto si ritrovano lassù, in pace, lasciandoci con un nodo alla gola. Il firmamento ora è colmo di stelle, quelle più brillanti che hanno fatto la storia. Questa volta, caro capitano, l’hai fatta grossa. Ci hai lasciati senza parole, con le lacrime agli occhi in una spenta domenica di marzo. Hai scelto un giorno in cui la tua Lazio non giocasse per godertela un’ultima volta, e per lasciarci il tempo di ricordarti a dovere. Sei stato intelligente ed elegante, come tuo solito. Ciao, Pino.

Andrea Castellano

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