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LAZIO, REJA pressa KLOSE
RASSEGNA STAMPA – CORRIERE DELLO SPORT – Ma il tedesco preferirebbe partire dalla panchina…
RASSEGNA STAMPA – CORRIERE DELLO SPORT – Ma il tedesco preferirebbe partire dalla panchina…
Per tentare l’ultimo assalto al terzo posto, sfumato perché la Lazio è stata incapace di segnare e di vincere con Novara e Siena, Reja vorrebbe subito mandare in campo Klose. «Mi basta che giochi anche al 60-70 per cento. Non gli chiedo progressioni e neppure di sprecare energie. Ho bisogno di un terminale offensivo e le sue caratteristiche aiutano a far salire la squadra. Il suo rientro sarebbe fondamentale. Ci parlerò» ha spiegato il tecnico friulano, deciso a non concedere sconti e ulteriori proroghe. Il tedesco, già concentrato sugli Europei e per niente disposto a prendersi rischi di ricadute, si è riposato e ha avuto tempo sufficiente per smaltire uno stiramento di primo grado. S’è fermato il 22 marzo in allenamento e da quel momento la Lazio, già in calo, ha smesso di correre e di segnare. Reja prenderà una decisione soltanto questa mattina. Ieri Klose è stato inserito nella lista dei convocati, ma durante l’allenamento di rifinitura il posto nel blocco dei titolari è toccato a Kozak. Rocchi s’è infortunato alla caviglia mercoledì con il Siena, anche Alfaro ha riportato una distorsione ma non è mai stato in corsa per giocare. Reja spera di giocarsi gli ultimi 180 minuti di campionato con Klose. «Se lo avessi avuto in questo periodo, la Lazio sarebbe già qualificata per la Champions» ha osservato il friulano e non ha tutti i torti. Se i suoi attaccanti fossero stati capaci di infilare il pallone in rete, sarebbero arrivati con Lecce, Novara e Siena quei quattro o cinque punti in più che avrebbero consentito alla Lazio di mantenere il terzo posto. Ora, invece, deve inseguire con affanno. E aspettare che Napoli e Udinese si fermino. Una corsa a ostacoli sempre più complicata. Meglio affrontarla con il peso, la personalità e il senso del gol incarnato da Klose. Il tedesco preferirebbe partire dalla panchina, così è parso di capire a Formello nelle ultime ore. Per lo staff medico della Lazio l’ex centravanti del Bayern Monaco è pronto, disponibile. Venerdì anche il professor Muller Wolfharth, ortopedico di fiducia della nazionale tedesca, a Monaco di Baviera ha effettuato gli ultimi controlli e ha concesso il via libera. Miroslav è perplesso. Ritiene di avere soltanto 20-25 minuti di autonomia e forse gradirebbe entrare soltanto per uno spezzone di partita, nel finale. Fuoriclasse autentico, professionista serio, per averlo a Formello con uno stipendio più basso di quello che percepiva nel Bayern (4,8 milioni netti più i premi), la Lazio gli ha concesso un potere contrattuale quasi illimitato. Ne ha accettato e certificato la diversità rispetto al resto del gruppo, come spesso avviene nel calcio, a patto di garantire sempre la differenza e guadagnarsi un rispetto universale. Qualche malumore, con la Champions che sta scivolando via, nelle ultime settimane è trapelato dagli spogliatoi di Formello, medici e tecnici compresi. In silenzio Lotito e Tare, che pure in passato avevano sbandierato i principi societari: «Tutti uguali, esiste solo il gruppo». Il campo, in realtà, dimostra il contrario. Klose ha realizzato 13 gol su azione, quasi tutti determinanti, in 26 partite di campionato, il conto sale a 16 considerando l’Europa League. Ben 10 su 13 sono stati realizzati nel girone d’andata, concluso da Reja con 33 punti. L’ultimo gol di un attaccante risale al 26 febbraio e lo ha realizzato proprio Klose (Lazio-Fiorentina 1-0). Dopo la rinuncia a Floccari e Zarate, ceduti Cisse e Sculli, quando si è fatto male Klose è finita la Lazio. Tutto, nel calcio, ha una precisa logica. Quella del gol.
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