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LAZIO senza identità

IL MESSAGGERO (A. Abbate e D. Magliocchetti) – I Big non fanno la differenza, i nuovi non si sono ancora adattati e PETKOVIC ha cambiato troppo…

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RADU CANDREVA LAZIO GENOA
RASSEGNA STAMPA LAZIO – In questo primo scorcio di stagione,  la LAZIO ha messo in evidenza – sottolinea ‘Il Messaggero’ – limiti strutturali cui si può attribuire l’anonimo ottavo posto in classifica. Ma quali sono questi problemi? In primis la scarsa alchimia tra i nuovi, ancora non del tutto ambientati nel contesto LAZIO. Poi la spina dorsale, non più granitica, della squadra, con i presunti leader del gruppo spesso incapaci di condurre la squadra ai risultati o, almeno, a mostrare un gioco apprezzabile, è un fattore innegabile di una LAZIO fin qui opaca, confusa, senza anima. La lista è lunga: NOVARETTI, BIGLIA, FELIPE ANDERSON, VINICIUS, PEREA. In particolare BIGLIA che ha fatto vedere poco  e ANDERSON il cui travagliato trasferimento poteva far pensare ad un vero “crack”, e che invece, ad oggi, lascia più dubbi che certezze. Ma c’è dell’altro: la mancanza di un’identità di squadra che Mister PETKOVIC non sembra essere riuscito a dare. La LAZIO dell’anno scorso non c’è più: troppi moduli, tante formazioni diverse e solo fumosità. Ora la sua panchina è in bilico, molto dipenderà dalle prossime tre gare. E già impazza il “toto allenatore”: BOLLINI traghettatore per valorizzare le giovani speranze, e poi da giugno uno tra ALLEGRI, GUIDOLIN e, in vantaggio sugli altri, Murat YAKIN, tecnico del Basilea, che, come ha fatto sapere, a dicembre deciderà il suo futuro. E, forse, anche quello della LAZIO.

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