Lazio ti presento Milinkovic-Savic: il centrocampista del futuro che ha fatto innamorare Tare

LAZIONEWS.EU – Cuore serbo, sangue spagnolo: Milinkovic-Savic, il nome-tormentone della prima parte della torrida estate capitolina, è finalmente sbarcato a Roma. Dopo una trattativa estenuante, con il braccio di ferro tra Lazio e Fiorentina i tifosi laziali possono finalmente gioire: il centrocampista è pronto a vestire il biancoceleste. Nato a Lleida (Spagna) il 27 febbraio 1995, Milinkovic ha passaporto serbo e proprio nello stato della penisola balcanica è cresciuto ed ha cominciato ad affermarsi come calciatore.

GLI ESORDI – Il Vojvodina, compagine di Novi Sad che milita nella prima divisione serba, lo ha formato nelle giovanili, il Genk ha creduto in lui e lo ha voluto in Belgio. E non sarebbe potuta andare in maniera differente la sua storia: questo racconto è scritto proprio nei suoi geni. Nella famiglia Milinkovic il calcio scorre nelle vene: il padre, Nikola, partendo dal Becej negli anni ’90 ha giocato in Spagna e in Portogallo, mentre il fratello Vanja, più giovane di due anni, è stato acquistato la scorsa estate dal Manchester United. Tutto ha inizio appena due anni fa: Sergej esordisce in prima squadra con il Vojvodina il 13 aprile 2013 contro lo Sloboda Uzice e la stagione successiva si è guadagna pian piano sempre più spazio nelle gerarchie del tecnico Babic, collezionando 13 presenze e 3 reti alla sua prima vera stagione da ‘pro’.

L’ESPLOSIONE – Con appena sedici gettoni nella SuperLiga serba sulle spalle, per Sergej arriva subito la chiamata dal Belgio: per la precisione è il Genk che se lo assicura per l’irrisoria cifra (se confrontata a quella che ha dovuto sborsare la Lazio, ndr) di 400mila euro. L’inizio non è dei migliori: il tecnico Denier non lo vede molto e nelle prime cinque giornate le manda in campo solo in un’occasione, regalandogli uno scampolo di partita di appena 8 minuti. Ma le cose cambiano con l’arrivo dell’esperto allenatore scozzese Alex McLeish che prende le redini della squadra dalla sesta giornata: la fiducia cresce così come il rendimento sul campo, fino a quando, a dicembre, Milinkovic non si conquista stabilmente la maglia da titolare: in totale metterà insieme 24 presenze, realizzando 5 gol e servendo un assist. La definitiva consacrazione, però, arriva quest’estate: il ct Paunovic lo convoca per il Mondiale Under 20 che si svolge in Nuova Zelanda e lui, in appena sei partite, conquista tutto e tutti. Le ‘Aquile‘ si agiudicano l’oro battendo il favoritissimo Brasile in finale, mentre il neo biancoceleste si porta a casa il trofeo del terzo miglior giocatore della competizione…facendo innamorare perdutamente di sé il ds Tare.

LE CARATTERISTICHE – Quest’oggi uno dei suoi agenti si è lasciato sfuggire un paragone azzardato: “Somiglia a Yaya Touré”. La prestanza fisica di certo non gli manca: 192 centimetri di altezza per 82 kg di peso. Praticamente un carro armato. Ma questo non influisce minimamente sulle sue notevoli qualità tecniche: Milinkovic è il classico centrocampista moderno capace di abbinare la potenza alla fantasia, il fioretto all’incudine. Visione di gioco, estrema precisione nei passaggi (sia nei corti, ma specialmente nei lunghi) ed un discreto tiro da lontano si uniscono ad una grinta ed una personalità da senior che gli permettono di comandare con agilità il fulcro del gioco di una squadra. Gli piace costruire, ma anche buttarsi in avanti ecco perché è un autentico jolly in mediana: può giostrare come regista basso e alto, ma districarsi con facilità anche come mezzala, il ruolo che, nelle intenzioni di mister Pioli, andrà a ricoprire nella Lazio. Dopo quasi un mese di trattativa, ora il tecnico emiliano lo attende in Cina: una nuova stellina è pronta ad iniziare la sua avventura in biancoceleste, sperando che la giusta scintilla possa catapultarlo nell’Olimpo laziale.

Gargiulo-Torre