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Legge sugli stadi: l’isola che non c’è

Il Tempo analizza la questione legata alla Legge sugli Stadi bloccata e illustra il progetto “Stadio delle Aquile”

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IL TEMPO (F. Perugia). La tanto attesa legge sugli stadi che potrebbe dare nuovo vigore al calcio italiano resta un binario morto, o quasi. La legge sugli stadi è ferma in commissione Cultura al Senato ormai da settimane. In molti già celebrano il suo funerale. Quasi sicuramente non sarà approvata in questa legislatura. […] Ormai manca pochissimo tempo ed è necessaria l’approvazione di questa legge. Chi insiste ora su una legge migliore, in realtà non vuole approvare questo strumento, migliorabile rispetto a così com’è, ma indispensabile per il futuro del calcio italiano.

COSA PREVEDE L’ATTUALE TESTO? QUALI I VANTAGGI? Il testo impone ai Comuni di dare il parere sui progetti che vengono presentati entro un anno. Ciò snellisce la procedura burocratica e dà maggiori certezze a chi vuole investire. Secondo vantaggio, di tipo economico: è possibile costruire con lo stadio e dentro l’area di competenza ciò che rende economicamente sostenibile l’investimento (dai centri commerciali ai musei). Una soluzione nata dal principio per cui l’impianto utilizzato solo per gli eventi sportivi non sarebbe riuscito a ripagare l’investimento iniziale in tempi accettabili per il mondo dell’impresa. È soprattutto questo secondo aspetto a frenare l’iter legislativo.

COSA FRENA L’APPROVAZIONE? L’anima ambientalista del Partito democratico (Ranucci, Della Seta e Ferrante), considera il testo troppo esposto al rischio di speculazione edilizia. […] Il nodo del centrodestra si concentra su una norma della legge inserita alla Camera: nonostante tutti i progetti saranno approvati all’unanimità dalla conferenza dei servizi, le sovrintendenze potranno porre il proprio vincolo in ogni momento. È chiaro che nessun imprenditore investirebbe in un settore dove, dopo aver ricevuto l’approvazione del progetto, rischia il blocco del cantiere per un vincolo ulteriore posto, ad esempio, dal Ministero dei Beni culturali. Su questo tasto preme Claudio Lotito che vuole cancellare con un emendamento la norma adottata a Montecitorio. I due punti appena elencati sintetizzano le decine di emendamenti presentati in commissione Cultura al Senato. Sono due questioni che hanno provocato la paralisi. La legge sugli stadi resta bloccata.[…] Il tempo stringe. Anzi, siamo agli ultimi secondi dei tempi di recupero. La legislatura sta per chiudersi e il lavoro in Parlamento (tranne clamorosi colpi di scena o un intervento dell’esecutivo) preme su altri fronti. Il funerale del testo per favorire la costruzione dei nuovi impianti è già iniziato.

STADIO DELLE AQUILE. Si chiamerà Stadio delle Aquile. Quando si farà. Claudio Lotito, patron della Lazio, ha già pronto il progetto. Lo porta con sé, lo mostra a chi si deve ancora convincere che il futuro delle società di calcio non è legato solamente ai diritti televisivi, ma a un autosostentamento economico finanziario dato soprattutto dalle attività collaterali alla semplice fruizione della partita di campionato o di coppa. L’impianto dei sogni biancocelesti è una futuristica struttura che può ospitare intorno a 50.000 spettatori. Deve essere un luogo a misura di tifoso. E, soprattutto, deve essere polifunzionale. Ciò vuol dire che gli aquilotti che si recheranno nell’impianto non troverano solo le sedie a bordo campo per incitare i propri beniamini, ma anche una serie di strutture funzionali al «mondo-Lazio». Ci sarà sicuramente un museo, come si vuole nelle migliori tradizioni dei grandi club che hanno creato uno spazio per raccontare la storia della società e mettere in mostra successi e trofei. Non mancheranno i punti di ristoro. Via l’idea dei «paninari» sotto le scale di accesso, in favore di veri ristoranti di livelli e tipologie diverse per accontentare tutte le fasce di prezzo. Ci saranno poi negozi, come fosse un piccolo centro commerciale, per lasciare spazio anche allo shopping. Non è sicuro, ma un’idea potrebbe anche consistere nell’installazione di cinema. L’idea di Claudio Lotito è far vivere la lazialità come uno stile di vita a 360 gradi. […]La parte dell’impianto che si concentrerà più sulla zona di gioco, invece, avrà probabilmente tetti fotovoltaici per rendere più green il progetto, mentre sugli spalti alcune aree saranno riservate a salotti vip da acquistare in esclusiva. A tutto ciò va aggiunto che la Lazio può far leva sulla Polisportiva che, con oltre 40 associati, razionalizzerebbe le attività.  Dove potrebbe costruire il suo stadio Claudio Lotito? È ancora un mistero. Si è ipotizzato, nel passato più recente, un’area sulla Tiberina. Sta di fatto che il presidente, qualora la legge sugli stadi fosse realtà domattina, sarebbe pronto per partire.

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