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LEGGO. REJA-LOTITO, gioco al massacro
L’articolo integrale di Leggo a firma Fabio Maccheroni
LEGGO. REJA-LOTITO, gioco al massacro
L’articolo integrale di Leggo a firma Fabio Maccheroni
Troppi assenti, a Palermo. Vero, ma guardiamo i presenti. Posiamo il pallottoliere, ragioniamo. Lazio in ginocchio, che non è quello malandato di Dias. In ginocchio come Reja che non ha squadra, ma neanche troppi alibi. E come Lotito che si volta e vede Tare (Tare chi?). Gli infortuni sono disgrazie, ma un presidente che corre per la Champions e pretende di arrivare in fondo con una difesa sostenuta da un centrale con una gamba sola, dà ragione a chi pensa che la sua unica corsa sia al risparmio. Anche dei traguardi. Non si può chiedere a Reja di allungare le mani nella Primavera. Non è da lui, lui è un’altra stagione, lui è autunno. Cadono le foglie, nel calcio cadono le ambizioni. Va di lusso alla Roma, che fa tre punti. E fa piacere sentire Luis Enrique che cucina filosofia romanesca all’asturiana: vincere con un gol o con cinque, fa sempre tre punti. Giocare male, invece, non fa sempre tre punti. A Siena ha fatto zero. Certo, c’è male e male. Con l’aiuto di Gago e De Rossi a centrocampo, la trappola di squadrine come il Parma si sopporta. Insomma, è questione di uomini, non di gioco. Ed è agli uomini che bisognerà guardare a giugno.
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