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L’esperienza conta: la lezione dei cugini non è bastata…
LAZIONEWS.EU – Alle prese con un corposo cambio generazionale, la Lazio sta vivendo uno dei peggiori inizi di campionato degli ultimi anni…
LAZIONEWS.EU – Diciasette punti in quindici giornate, una vittoria che manca dal 27 ottobre e una difesa che imbarca acqua da tutte le parti. La stagione della LAZIO sembra non essere mai iniziata davvero e oggi, a pochi metri dal giro di boa, sembra essere già compromessa. E pensare che le aspettative di inizio anno erano tutt’altre: sulle ali dell’entusiasmo, generato dalla conquista di una storica Coppa Italia, la dirigenza biancoceleste ha tentanto di gettare le basi per un nuovo corso, consapevole che il ciclo di diverse pedine si stava inesorabilmente esaurendo.
LA FINE DI UN CICLO – A ben guardare le mosse del duo LOTITO-TARE erano pressoché obbligate: l’anno scorso la LAZIO “vantava” una delle rose più vecchie della Serie A e alcuni giocatori erano arrivati o stavano imboccando il sentiero del tramonto. BIAVA e DIAS, seppur ancora validi tecnicamente, hanno la loro veneranda età, BROCCHI ha dato l’addio al calcio giocato, MAURI era un’incognita ma il rischio che non fosse disponibile per metà stagione non era poi così una chimera. Inoltre era ampiamente pronosticabile che KLOSE, nell’anno del Mondiale, si sarebbe gestito con particolare parsimonia. Il progetto di creare una squadra in grado di vincere fin da subito partito qualche anno fa era giunto alla sua naturale conclusione, bisognava quindi imboccare un nuovo sentiero che avrebbe potuto richiedere uno sforzo di pazienza da parte dei tifosi.
GIOVANI DI QUALITÀ MA... – La strada della linea verde è stata intrapresa sotto questa logica: confermare il blocco dei titolari e affiancarci dei giovani di talento e prospettiva. Una strategia indubbiamente lungimirante ma che deve essere adottata con raziocinio: in un campionato tattico come quello italiano l’esperienza è senza dubbio una componente da non sottovalutare. Sul piano squisitamente tecnico FELIPE ANDERSON, PEREA e BIGLIA, ma anche VINICIUS e NOVARETTI, non hanno nulla da recriminare, l’errore di fondo però sta nel fatto di aver sopravvalutato la loro rapidità di inserimento.
BASTAVA GUARDARE L’ALTRA SPONDA – Nessuno ad inizio campionato si sarebbe aspettato la LAZIO così in fondo alla classifica e il rischio di vivere una stagione anonima è elevato. Un campionato da comprimari proprio come quelli vissuti dall’altra parte del Tevere negli ultimi anni: con una rosa composta da giovani di qualità, ma poco avvezzi alle insidie del campionato nostrano, la ROMA stentava a decollare definitivamente. I vari LAMELA, MARQUINHOS, BOJAN e via dicendo sembrano essere a ragion veduta gli alter ego dei vari prospetti biancocelesti, e forse non è un caso che con l’acquisto di giocatori come DE SANCTIS e MAICON i giallorossi sembrano aver trovato la loro giusta dimensione. Dopo quasi sei mesi di campionato è quindi giunto il momento di trarre le prime conclusioni: il tanto sospirato mix tra esperienza e gioventù non sta producendo gli effetti sperati. I motivi? Un dosaggio sbagliato…
Daniele Gargiulo
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