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L’ex medico sociale Petrucci: “Sofferenza dovuta alla preparazione ridotta e Shanghai”. E su Biglia…

NOTIZIE LAZIO – L’ex collaboratore della Lazio aggiunge: “Il rapporto tra lo staff medico e quello tecnico è fondamentale”…

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NOTIZIE LAZIOAppena 15 giocatori a disposizione per Pioli quest’oggi alla ripresa dei lavori. Una situazione (nera) determinata dai molteplici infortuni, gli ultimi dei quali ricevuti come “eredità” dagli impegni nazionali di alcuni giocatori. Nonostante questo, però, il dato resta comunque allarmante visto che da inizio stagione si contano già 9 infortunati in 7 giornate. Per approfondire gli argomenti legati ai metodi di allenamento e agli infortuni muscolari, l’ex medico sociale biancoceleste (ma anche di Valencia, Chelsea, Udinese, Parma e Monaco) Bernardino Petrucci ha preso la parola ai microfoni di Radio Sei: “Ho girato il mondo per svolgere questo lavoro. L’atmosfera inglese è particolare, ho passato quattro anni al Chelsea decisamente entusiasmanti. Anche in Francia è stata una grande esperienza, prendendo il Monaco in Serie B e portandolo ad ottenere risultati storici mai raggiunti prima. Per quanto riguarda le avventure italiane,  sono state molto formative soprattutto dal punto di vista umano. Essendo romano, ricordo con passione e simpatia gli anni passati alla Lazio”.

Sui metodi di allenamento nei diversi paesi europei
“In Italia ci si allena con un’alta qualità: ci sono doppie sedute, una buona intensità, diverse metodologie e una grande pressione mediatica e ambientale. All’estero però c’è probabilmente una maggior capacità d’allenamento. Viene preso come una partita, si dà il 200 per cento, senza mai tirare indietro il piede. In Inghilterra ci sono tantissime gare ed è diversa anche l’organizzazione settimanale. Al Leicester, dove la mentalità è puramente britannica, c’è un giorno di riposo dopo la partita e il mercoledì non c’è la doppia, ma un altro giorno libero. La qualità degli allenamenti è più alta, c’è una partecipazione attiva di tutti i calciatori, che poi durante l’incontro corrono per 95 minuti. L’approdo in Premier League di allenatori internazionali può comunque apportare delle modifiche a questo modello”.

Sui rapporti
“Il rapporto tra lo staff medico e quello tecnico è fondamentale. Io, sotto questo punto di vista, sono stato avvantaggiato avendo sempre seguito Ranieri ed instaurando un rapporto che ha portato ad ottimi risultati con minori problemi fisici. In una squadra si lavora in équipe, ci sono valutazioni standardizzate degli allenamenti prima, durante e dopo le sedute. Al Monaco ogni giocatore dava informazioni dettagliate sulle sue condizioni, con controlli maniacali prima e dopo il lavoro. Venivano analizzate le metodiche migliori per preservare ogni giocatore che era sempre partecipe sia dal punto di vista fisico che psicologico. Il segreto è un dialogo continuo con modifiche al programma anche in corso d’opera. È un rapporto di fiducia, basato sulle esperienze e capacità di valutazione di tecnico e medico, i cui ruoli devono rimanere distinti per il buon andamento della stagione. Il compito del medico è proprio quello di dare serenità, ci sono dei limiti oltre i quali non si può portare il rischio. Possono capitare tuttavia delle divergenze. Anche io ho avuto una lite con un allenatore della Lazio per preservare l’integrità fisica di un giocatore”.

Sulla preparazione estiva dei biancocelesti
“Sicuramente la Lazio sta soffrendo la preparazione ridotta e a fasi alterne dovuta all’impegno di Shanghai. Considerata la sessione del calciomercato, bisogna valutare correttamente se conviene buttare subito nella mischia un atleta appena arrivato con tutti i rischi del caso, oppure utilizzare un giocatore presente in rosa dal primo giorno di ritiro. Sicuramente l’allenamento è differentemente organizzato, c’è da affrontare una trasferta internazionale e quindi cambia il luogo di lavoro. Tutte le squadre di alto livello si stanno abituando. Quando si va a giocare in Cina o Giappone è sempre complicato, ci sono dei rischi. La Lazio ha scelto di andare prima per abituarsi al clima, a temperature e ad un’umidità differente. In questo senso il rischio è stato inferiore. La preparazione anticipata può comunque comportare delle problematiche. All’estero si subisce in modo minore, si è più abituati agli spostamenti”.

Su Lucas Biglia
“Per quanto riguarda l’argentino, per dare un giudizio bisognerebbe avere più informazioni sui vari trattamenti, i carichi di lavoro e le fasi di recupero. Evidentemente, per utilizzarlo così tanto, Pioli non si fidava delle alternative. I carichi di allenamento vanno considerati anche in ottica degli impegni con le nazionali per evitare continue lesioni muscolari. La vicinanza degli impegni non deve limitare il corretto recupero. Serve la lucidità e la mentalità giusta per evitare ulteriori complicazioni”. 

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