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Lotito: “Creato un gruppo che entusiasma Italia e Europa. Tifosi, uniti si vince!”
Pubblicato il 19/12
LAZIO LOTITO – E’ una serata di festa in casa Lazio: la squadra si è riunita nel locale Spazio 900 per la consueta cena di Natale (CLICCA QUI PER TUTTE LE PAROLE DEI GIOCATORI). Oltre a loro, è presente anche il patron Claudio Lotito che ha preso la parola a Lazio Style Channel: “Ringrazio innanzitutto i presenti e coloro che non sono presenti”, ha esordito. Queste le sue dichiarazioni integrali:
TIFOSI – “Abbiamo applaudito le gesta del nostro meraviglioso gruppo, ma abbiamo dimenticato i tifosi: uniti si vince. Lo dico con orgoglio, anche se qualcuno si chiede perché la tifoseria sia cambiata, pensa che forse Lotito abbia usato mezzi materiali. Io non ho usato nessun mezzo materiale, sono rimasto sulle mie posizioni e forse le persone hanno visto che noi lavoriamo oltre che con i muscoli, con il fisico e con la mente, soprattutto con il cuore, con la passione autentica. Con la voglia di dimostrare che con l’organizzazione, lo spirito di gruppo, l’umiltà, il sacrificio, la determinazione che hanno dimostrato nell’ultima partita i ragazzi, riusciamo ad ottenere dei risultati”.
ESEMPIO – “Con orgoglio rivendico che questa è una squadra che in questo momento in Italia e all’estero è altamente attenzionata da tutti. Ricevo congratulazioni da persone esperte che non tifano Lazio e mi dicono che ho una grande squadra, una squadra di campioni, una squadra che non molla mai. Campioni che lo dimostrano anche nella vita quotidiana, nella loro disponibilità ad essere presenti nell’aiutare anche persone meno fortunate. A dimostrare sul campo che si vince per merito, senza sotterfugi, senza scorciatoie. Noi rivendichiamo i valori della Lazio che sono i valori di un ente morale, che ha dettato nella storia e sta dettando oggi le regole nel sistema dove si vince per merito, per sacrificio”
GRUPPO – “Questo gruppo entusiasma, fa bel gioco, porta risultati e soprattutto dimostra di non mollare mai come il nostro inno. Il merito va ai giocatori, al mister che ha creato e cementato con dei valori particolari un gruppo che al di là delle qualità tecniche, incarna quei valori autentici del mondo dello sport e avvicina la gente, l’entusiasma, le fa vivere dei momenti incredibili di autentica passione”.
VALORI – “Sul territorio ho ritrovato una forte lazialità: ieri ero a Salerno e, con tutto il rispetto per la Salernitana, tutti mi dicevano che la Lazio è incredibile. Perché? Tutti vorrebbero incarnare questi comportamenti. Voi (si rivolge ai giocatori, ndr) rappresentate un esempio nella storia del calcio e se riuscite a ottenere dei risultati come quello di agosto (vittoria della Supercoppa, ndr): una società storica, ricca e blasonata, con ricavi importanti, che è abituata a vincere e che è costretta a subire l’orgoglio, la determinazione, la voglia di dire non passa lo straniero. Mi riferisco alla Supercoppa, alla vittoria di Torino, alla vittoria della Primavera che ha espugnato sempre a Torino un campo da tutti considerato impossibile. Se riuscirete a mantenere questo profilo e determinazione, quest’anno potrete ottenere grandi risultati, ma soprattutto regalare una gioia incommensurabile non solo a tutti i laziali”.
SUPERCOPPA – “Io penso a tutto il popolo italiano, ci sono persone che dopo la vittoria della Supercoppa mi hanno telefonato, e non erano sicuramente laziali, e mi hanno detto che stavano godendo e che non vedevano l’ora. Persone che tifavano le altre squadre e che hanno tifato la Lazio per quello che rappresenta. Non dobbiamo disperdere questo patrimonio, dobbiamo continuare su questa linea, non dobbiamo abbatterci: i soprusi ci sono sempre stati, ma questa volta il Piave mormorò non passa lo straniero. Questo è chiaro e solo attraverso il vostro atteggiamento e il vostro comportamento riusciremo a portare a casa i risultati”.
CALENDARIO – “Abbiamo degli appuntamenti mi diceva il mister, che ha una grande sensibilità e vive lo spogliatoio come se fosse la sua famiglia. Noi dobbiamo agire per tappe, prima il Crotone e poi la Coppa Italia, in un momento delicato perché il 26 è Santo Stefano e ci stanno le feste. Quella è una tappa che segna già una presa di posizione importante perché immette in una semifinale: quello è un altro segnale per dire noi ci siamo in forma continuativa. Non è che oggi ci siamo e domani spariamo, oggi ci siamo e domani ci saremo ancora, anzi sempre più forti, più determinati, più organizzati e con la voglia di dimostrare sul campo che devono vincere i valori dello sport, il superamento degli steccati di carattere sociale, culturale, economico. Voi testimoniate questo giornalmente non solo sul campo, ma anche con le attività che fate nelle scuole, negli ospedali, portando un sorriso alle persone più disagiate e meno fortunate. Mi riferisco al discorso dei terremotati e a tante cose che oggi portano in alto la Lazio come emblema dei valori autentici non solo di carattere sportivo, ma di carattere sociale”.
EMBLEMA – “Voi dovete scendere in campo con la voglia di vincere perché dovete dimostrare alle persone meno fortunate che attraverso le vostre vittorie possono riscattarsi anche loro, e ottenere i risultati che meritano. Ogni anno facciamo i discorsi di Natale e ci chiediamo cosa c’è sotto l’albero. Mi è piaciuto il mister che ha detto che la prima cosa è la salute, la serenità e la voglia di continuare con questi comportamenti, perché noi siamo non soltanto l’emblema di questi valori, dobbiamo testimoniarli e fare proseliti. Dobbiamo trasformare il sistema perché questi valori incarnano i valori della società civile e in un momento in cui c’è una crisi che tutti toccano con mano quotidianamente, abbiamo l’obbligo e la responsabilità di essere un esempio per tutti quanti e per dare una speranza in un mondo completamente diverso, un futuro diverso. Lo dico con orgoglio, perché più volte ultimamente ricevo testimonianze in tal senso. Ho sentito il presidente Percassi e mi ha detto: ‘Che partita, hai una squadra incredibile’. Era il nostro avversario sul campo ma siamo persone che hanno una forma di sensibilità e di empatia, con lui abbiamo un tracciato comune. Tutti criticano ma nessuno fa niente per cambiare questo mondo che ha bisogno di modelli, di stereotipi, di riferimenti che siete voi, lo dico con molta tranquillità. In alcuni contesti mi dicono che la differenza è che i miei giocatori sono sempre disponibili ad un sorriso, a una fotografia, gli altri neanche danno l’opportunità di stringere la mano perché si sentono delle persone superiori. Noi invece dobbiamo incarnare l’umiltà, la incarniamo sul campo, e se manterremo questa umiltà, determinazione e voglia di dire noi ci siamo, vedrete che avrete la possibilità di portare dei risultati incredibili, ma regalerete entusiasmo e voglia di vivere non solo a tutti i laziali, ma a tutta la società civile e al mondo che ci circonda che ha bisogno di riferimenti come voi. Buon Natale a tutta la famiglia, a tutti quanti noi a quelli che oggi non ci sono, i nostri tifosi appassionati che rinunciano anche a comprare un paio di scarpe ai propri figli pur di esserci alle manifestazioni, sostenere la squadra con orgoglio. Come diceva Montesano, pensavano di ghettizzarci, noi non siamo ghettizzati da nessuno perché siamo il calcio, siamo presenti dal 1900 e a Roma rappresentiamo la storia vera di questo mondo. E speriamo di rappresentare la storia anche per i titoli che conquisteremo con merito sul campo”.
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