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LOTITO: “Ecco come ho salvato la LAZIO. La cessione di HERNANES? Un capolavoro!” (FOTO e VIDEO)

Claudio Lotito professore per un giorno. E’ quanto è successo questo pomeriggio presso Università Europea di Roma…

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NOTIZIE LAZIO – Claudio Lotito professore per un giorno. E’ quanto è successo questo pomeriggio presso Università Europea di Roma: il patron della Lazio, in qualità di componente del comitato di presidenza della FIGC, ha tenuto la prima lezione di un ciclo circa il Dirittto ed economia dello sport che continuerà anche nei prossimi giorni. Insieme a lui, sono arrivati anche team manager Maurizio Manzini, Pereirnha, Filip Djordjevic e l’aquila Olimpya. Queste le parole del presidente biancoceleste, raccolte dal nostro inviato Francesco Pagliaro.

Quando ho preso la Lazio tutti pensavano fossi un folle. La prima assemblea la feci all’Ergife con migliaia di azionisti, che alzavano a turno la mano per dire la loro. Io inserì nello statuto la governance dualistica. Perché? Per accorciare la catena di comando, potendo approvare il bilancio dal consiglio di sorveglianza.
Si aprì una polemica dopo il varo della famosa norma attuativa, ma io mi stavo caricando solo i debiti di altri. Ma se fossimo falliti il debito sarebbe ricaduto sulla collettività, come successo nei casi di Palermo, Fiorentina, Napoli e Bologna, i quali debiti con lo stato non sono mai stati sanati. Ricorremmo alla situazione straordinaria, attraverso le istituzioni, di soprassedere sulla norma d’iscrizione per poter rimettersi in regola con il fisco attraverso la transazione. Ci fu uno scontro violento, quasi fisico tra me e il massimo rappresentate dell’agenzia delle entrate, che sottoponeva tutta una serie di paletti si carattere tecnico. Ognuno di noi pensa e cura solo la propria squadra del cuore dal punto di vista sportivo. Ma come si è visto con il Parma, ci ci sono tutta un’altra serie di componenti fondamentali per garantire l’autonomia economico – finanziaria. La Lazio aveva un debito di 150 ml nei confronti dell’erario. Oggi non sarebbe più possibile e con molto meno si verrebbe associati alle patrie galere. Il capitale che inserì, sorto forma di aumento di 25 ml, permise il processo di passare da uno stato prefallimentare ad uno stato critico, dunque permettere l’accesso alla legge che ci ha permesso la transazione. Nel nostro caso avremmo dovuto ripianare i 550 ml di debiti, con un passivo d’esercizio di 86 milioni. Io per prima cosa eliminai il passivo, poi pianificammo il “mutuo” per pagare l’erario fino all’ultimo centesimo. Dunque il calcio non è solo quello giocato, come vedete serve ben altro per condurre una società con tutti i criteri. Riuscì comunque a prendere calciatori, come Rocchi o Siviglia, che sono rimasti con noi per tanti anni. Prendendo parametri zero, mi chiamavano Lotirchio, poi rivalutai la formula del prestito oneroso con diritto di riscatto, che permetteva un basso rischio di fallimento dell’investimento. Riuscendo a coniugare la necessità tecnica con gli obblighi finanziari. Tutti mi guardavano male, un collega disse: “Neanche sei arrivato già promuovi un nuovo presidente”. Nella prima assemblea di lega, nel novembre del 2004, ricordo il mio primo intervento, con tutti i 42 presidenti di A e di B. Allora sollevai il problema dei costi proponendo stadi polifunzionali. Ma solo perché bisogna sempre conoscere l’argomento in questione
e ottenni consensi. Arrivò la piccola formica Lotito, che parlava di calcio didascalico e moralizzatore, in grado di trasmettere i valori dello sport, perché lo sport è questo. Non solo l’aspetto economico, che va certamente coniugato per non essere utopici. Capisco che sulla spinta mediatica, i desideri dei tifosi, dieci anni fa mi accusavano di non prendere campioni. Ma essi non vanno misurati solo sul costo, ma soprattutto sulla moralità dello stesso. Anzi devono portare a gente meno fortunata, che attraverso il calcio riesce a mitigare i duri aspetti della vita quotidiana. Fui sicuramente visto come uno strano, fuori dal sistema che non sarei durato più di qualche mese. Invece assunsi posizioni di contrasto anche nei confronti del doping amministrativo, che portava plusvalenze false per la connivenza di società e procuratori. Ma era un solo ritardare dell’inevitabile crack, da qui la necessità della famosa norma spalmadebiti. Di cui mi feci promotore:il denaro non produce, aiuta a produrre risultati nelle competizioni sportive, ma serve programmazione e idee chiare. Il caso Parma ha aperto uno scenario, dove chiunque può acquistare una squadra. Si è consentito a Manenti di comprare ad un euro, non si può dare ad una persona non idonea, che magari abbia precedenti di truffa, fallimento o altro. Col tempo si convinsero della necessità di intraprendere un percorso di legalità totale, all’insegna dei valori e l’autofinanziamento dei club come nel caso della Lazio, lo stiamo dimostrando con i fatti, attraverso l’autosostenibilità del sistema. Non è quello il problema, ma chi l’acquista e la sua moralità”.

Hai mai pensato ad un’ascesa politica?
“Me lo chiedono in tanti, mi sono cimentato nelle istituzioni sportive e mi riconoscono un contributo. Oggi la gente chiede verità e certezza del futuro, quello che manca a questo paese, che va in antagonismo con la crescita economica. L’entusiasmo è venuto meno, la gente lascia l’Italia perché è senza speranza. Serve trasmettere una certa mentalità, come quella dei nostri padri nel dopoguerra, dove tutti lavoravo laboriosamente per un futuro migliore. In politica io penso che nessuno si ponga il problema dell’interesse collettivo”.

Perché i contratti sono così lunghi? Qual è la convenienza?
“La capacita deve essere quella di tutelare l’interesse supremo delle istituzioni, quello della collettività, semmai quello personale, attualmente preponderante. Dalla durata del contratto dipendono anche gli ammortamenti, funzionali alla durata stessa. L’altro elemento è quello della valorizzazione. Se stiamo prendendo giocatori giovani è proprio per il discorso della valorizzazione, che poi inciderà direttamente sul valore patrimoniale della società. Per esempio, Keita o Felipe, sono sicuro che cresceranno e incrementeranno il proprio valore. C’è una sintonia assoluta tra me e i miei collaboratori. A Keita feci una ramanzina dopo l’incidente che neanche immaginate, perché qui alla Lazio applichiamo anche un processo educativo, che ad esempio coinvolse anche Di Canio per il discorso delle maglie regalate. Però a chi viene da noi, come Klose che prima prendeva oltre 4 ml, bisogna dare qualcosa di diverso. Da qui la necessità di creare il senso di appartenenza, come con le iniziative Olympia o lo stesso pullman (che non ci serve a livello logistico). Siamo una società in crescita esponenziale, perché ogni anno incrementiamo, sia dal punto di vista tecnico che economico. La situazione Hernanes? Convocai subito il procuratore dopo aver annusato la situazione. Allora parlai con lui dopo la sconfitta di Napoli. “Parla con i tuoi familiari, a fine anno mi fai sapere” dissi al giocatore. Poi mi telefonò il procuratore che mi disse che voleva andare all’Inter con cui stava flertand. Ci ho guadagnato 20 milioni e l’avrei perso a giugno: un capolavoro! Solo ora la gente si accorge che con quei soldi sono arrivati Anderson & Co. A Felipe ho rinnovato il contratto per dare un segnale di merito, anche il ragazzo ha detto cose bellissime. Dunque non è il contratto a vincolare, ma il rapporto con lui e anche con il procuratore. Perché qualcuno dovrebbe investire su la Lazio? Perché crede negli uomini che la guidano. Vincerei tutto se fatturassimo, ad esempio, 300 ml come la Juve . Se riuscirò a fare lo stadio faremo il salto di qualità definitivo”.

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La lezione di Lotito all'Università Europea di… di lazionews


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