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LOTITO, un fiume in piena: “Il Daspo a vita? Un palliativo. La responsabilità oggettiva è aberrante, il tifoso faccia il tifoso”
Il presidente analizza i fatti di sabato sera: “Nelle curve si raccoglie la manovalanza per altri atti di violenza che avvengono magari durante manifestazioni per motivi sociali…”
NOTIZIE SS LAZIO – Il patron biancoceleste Claudio Lotito, come la maggior parte dei dirigenti societari, ha preso una forte posizione contro gli ultras dopo i fatti accaduti sabato sera a Roma in occasione della finale di Coppa Italia.
AGGIORNAMENTO 7/5 ORE 13.45 – Il presidente della Lazio è tornato ancora a parlare della situazione ultras e della violenza negli stadi, stavolta all’uscita degli uffici della Lega Calcio a Milano. “E’ nell’interesse del sistema che devono essere fatte delle regole precise, i violenti devono essere trattati col codice penale. Da una parte ci sono i tifosi sani, dall’altra alcune teste che credono di poter comandare nel club. Nelle curve ci sono interessi che tutti sanno, come prostituzione, spaccio di sostanze stupefacenti, merchandising illecito. Poi ci vanno di mezzo le società. La legge sulla responsabilità oggettiva è aberrante. Il Governo deve assumersi le proprie responsabilità. E chi sgarra, paga. Il Daspo a vita? E’ un palliativo. Serve la prevenzione sui giovani per educarli ai valori dello sport, una volta la scuola e l’oratorio formavano il ragazzo, i giovani ora sono fragili e non sanno interagire con gli altri. Hanno una crisi d’identità. La colpa è anche dei mezzi di informazione che devono dare meno risalto a cose che non hanno nulla a che vedere col calcio. Le informazioni devono essere più precise. Io ho rispetto dei tifosi, sono l’essenza e la forza di un club, ma è un problema di ruoli. Il tifoso deve fare il tifoso, non può decidere una partita, o il mercato di una società. Va rivista la responsabilità oggettiva, lo dico da tempo nei contesti istituzionali. Abbiamo trasformato gli stadi in arene. E noi non abbiamo gli stadi che sono da terzo mondo. Che tipo di rispetto può avere il tifoso di una struttura che non è sua? Lo stadio non può essere terra di conquista. Se avessi mandato il mio capitano a parlare con la Curva? Non avrei avallato il colloquio tra il mio capitano e il capo ultras della Lazio come invece è avvenuto con Hamsik del Napoli”.
6 MAGGIO
AGGIORNAMENTO ORE 21.20 – “Se il Presidente del Consiglio Renzi ritiene che le squadre di calcio, che gia’ versano allo Stato un miliardo di tasse l’anno e gestiscono lo sport piu’ diffuso in Italia, debbano anche provvedere direttamente al pagamento degli oneri per la sicurezza delle manifestazioni sportive, deve mettere i club in condizione di realizzare gli stadi di proprieta‘, come avviene in tutti i paesi calcisticamente rilevanti. Soltanto in questa ipotesi – ha detto il presidente della Lazio in una nota dell’Ansa – i club, come tutti i padroni di casa, potranno consentire l’accesso unicamente alle persone rispettose delle regole del vivere civile alle manifestazioni sportive e quindi garantirne a loro spese la sicurezza e la regolarità.
“Nelle curve si è creata una zona franca, si deve sapere che c’è spaccio di droga, merchandising falso e prostituzione. Per estirparle occorrono processi per direttissima e tolleranza zero”.Duro e senza mezzi termini il presidente della Lazio Lotito, come altro non si poteva essere, in merito ai fatti di sabato sera nella finale di Coppa Italia all’Olimpico tra Napoli e Fiorentina. “In un Paese civile, fermo restando il comportamento corretto della stragrande maggioranza delle tifoserie, -riporta il ‘Corriere dello Sport’- non si può consentire una sorta di moratoria negli stadi dove sono stati catalogati come tifosi dei delinquenti che devono piuttosto essere sottoposti al codice penale”. Il patron biancoceleste prova a mostrare la via. “Per fronteggiare questa situazione serve intanto una fase preventiva, che porti a educare i giovani a riscoprire la cultura della legalità e i valori dello sport, attività a cui devono partecipare anche le squadre. Oggi i giovani ricorrono invece alla logica del branco per avere un’identità forte, spesso in contrasto con il sistema. In secondo luogo non si può consentire che negli stadi esista una zona franca. Anche i delinquenti sono tifosi e spesso approfittano di questa situazione. Occorre sapere che nelle curve allignano spaccio di droga, merchandising falso e prostituzione. Inoltre si raccoglie la manovalanza per altri atti di violenza che avvengono magari durante manifestazioni per motivi sociali. Non si può consentire che esista una zona franca bisogna applicare le leggi, emanare norme più rigide, avere la certezza della pena e adottare i processi per direttissima. Il Daspo non basta, è una sanzione amministrativa che a certi soggetti non crea alcun problema. Quel che serve è la tolleranza zero“.
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