INTERVISTE
Luis Alberto: “La Lazio è una famiglia. Rinnovo? Senza lo stop del campionato ci sarebbe già stato”
LUIS ALBERTO LAZIO – Luis Alberto è diventato sempre di più un protagonista del centrocampo biancoceleste. Oggi, in diretta su Instagram, insieme al giornalista Javier Bautista, ha parlato della ripresa del campionato e del suo rapporto con la Lazio.
Le parole di Luis Alberto
“Il primo mese un po’ male, stavo senza la mia famiglia. Da quando sono qui, sto bene. Ho una casa grande e ho qui tutti gli esercizi per allenarmi. Ho potuto allenarmi sempre bene. Ho tanto spazio, la piscina. Sto diventando matto per quanto allenamento faccio. Sono due mesi che siamo fermi e non voglio neanche pensare se si sospendesse il campionato, a quel punto sarebbero otto mesi. Inizieremo ad allenarci mercoledì, individualmente, con mascherina, occhiali e guanti, ma non ci hanno ancora spiegato bene. Due per campo, di più non so. Mi manca toccare il pallone e tirare in porta. Fisicamente sto bene, spero tanto di iniziare il prima possibile”.
Coronavirus
“Provo a leggere il meno possibile. Qui in Italia la situazione sta migliorando un po’, più lentamente rispetto alla Spagna. Le cose si stanno facendo bene, spero che presto le cose torneranno alla normalità. Ci sono persone che non hanno neanche da mangiare. Nel mio paese la situazione è buona, sembra che non sia successo niente. La mia famiglia sta bene, ci parlo sempre. Ho amici che hanno bar, ristoranti, e per lui, per loro, è stato un colpo molto duro. Grazie a Dio abbiamo le possibilità per aiutare gli altri. Ognuno fa ciò che vuole con i suoi soldi, io ho cercato di devolvere dei soldi in diversi posti. Mia moglie ha aiutato l’ospedale di Siviglia, io ho dato dei soldi al mio Paese. E poi il Papu si è metto in contatto con me in questo progetto che coinvolge altri giocatori, ho deciso di aiutare un ospedale qui di Roma“.
Il rinnovo con la Lazio
“Credo che arriverà. Se non fosse successo questo caos del Coronavirus, sarebbe già arrivato. Fino al 2025 rimarrò qui. Gli tolgo il posto a Inzaghi (ride, ndr). È uno spettacolo, mi dà molto affetto. Credo che quando sono arrivato non sapeva neanche come mi chiamassi. Ho una rapporto buonissimo, mi ha sempre trattato bene. Nei momenti difficili è sempre stato con me. Non solo con me, con tutti. Ha un modo di fare molto famigliare. È stato calciatore e sa quando il abbiamo bisogno di un po’ più di libertà. Se hai un problema famigliare, ne parli con lui. Ci conosciamo tutti, sono quattro/cinque anni che stiamo insieme. Questo si nota molto. La Juve l’abbiamo battuta due volte, sia in campionato che in Supercoppa. 22 partite senza perdere, 18 vittorie, la squadra parla da sola. Non dobbiamo concentrarci e lottare fino alla fine per lo scudetto, che nessuno si aspettava. L’obiettivo primario è quello della Champions. Se non ci qualifichiamo, ci uccidono (ride, ndr). Noi non vogliamo parlare di scudetto, perché il nostro obiettivo vero è la Champions, che ci è sfuggita due volte. La testa di tutti è qualificarci matematicamente alla Champions, dopodiché si parlerà di scudetto. “.
Il derby
“Il derby romano è più sentito anche di quello di Siviglia. C’è una rivalità fortissima. Arrivi al primo giorno di ritiro e ti parlano subito del derby. La settimana prima? Non puoi uscire neanche di casa (ride, ndr). I tifosi della Lazio fanno delle coreografie spettacolari. Me ne ricordo una fatta con le luci, per formare un’aquila. La città è stupenda, c’è tantissima gente. È molto simile alla Spagna, non ci ho messo troppo ad abituarmi all’Italia, si mangia bene, si sta bene. Tifosi? L’idolo è Immobile (ride, ndr). Stadio nuovo? Se n’è parlato, ma io credo rimarremo all’Olimpico“.
Il rapporto con i compagni
“Patric è quello che mette la musica in palestra, anche se a me non piace molto la musica che mette. Nello spogliatoio no, scherziamo tra di noi. È molto diverso rispetto a quello spagnolo. Ognuno ha la propria maniera di concentrarsi prima della partita. In giorni d’allenamento, invece, scherziamo tra noi. Acerbi ha una buona testa, sta facendo cose incredibili. Ciro mi ha aiutato tanto. Il 18 lo presi perché era quello rimasto, come quello di Alberto Moreno nel Liverpool. Quando Felipe Anderson se n’è andato, parlai con lui e mi rispose che me lo dava volentieri. Mi è sempre piaciuto e sono contento di averlo scelto. Se andrà tutto bene, mi comprerò questa, quella in cui vivo. Ci piace, ha molto spazio. In Italia ci sono moltissimi bravi giocatori, Cristiano Ronaldo ha dato un impulso forse dal punto di vista visuale. A parte l’Olimpico, mi piace molto San Siro“.
La nazionale
“Che bello difendere il proprio Paese. Il mio sogno è sempre stato giocare la Champions e giocare in Nazionale. Avevo tanta voglia di giocare, alla fine non sono stato convocato. Non è dipeso da me. La decisione è del ct, se vado bene per il suo gioco oppure no. Spero di giocare l’Europeo. In Spagna abbiamo un livello di calcio molto alto, è molto difficile entrare. Voglio sfruttare tutte le occasioni possibilità, la cosa che devo fare è continuare a lavorare e magari vincere ancora qualcosa. Prima convocazione? Stavo con mia moglie, siamo saltati dal divano. Fu una sorpresa, venivo da un momento un po’ complicato. È stato un momento che non dimenticherò mai. Ho la maglietta e l’ho fatta firmare da tutti i miei compagni”.
Il campionato attuale
“Il mio anno più duro qui non è stato il primo, in cui non ho giocato, è stato quello scorso, è stato il momento più critico. Le persone non erano contente di me, stavo giocando al 50% delle mie possibilità per i problemi fisici. Terminai con buone sensazioni, e quest’anno è andata meglio. Dalla prima partita ho avuto sempre più fiducia. Questo è il mio anno migliore, sono migliorato sotto tanti aspetti. Il mister mi ha dato tante responsabilità, gioco più avanti. Sembra che siamo una famiglia, stiamo facendo quello che ci mancava nelle altre stagioni. Quando facciamo un gol, il primo che esulta è quello che sta in panchina. Ogni partita va meglio, i compagni mi aiutano, mi danno fiducia. Se la Lazio vince lo scudetto? Mi tingo i capelli di celeste. Ai laziali mando un saluto, speriamo di vederci presto all’Olimpico.”
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