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MARQUEZ vs. DE VRIJ. Un progetto di campione contro il pluri-decorato capitano che stava per diventarne la guida
HELLAS VERONA-LAZIO, IL FACCIA A FACCIA. L’ex Barcellona non ha praticamente bisogno di grandi presentazioni, per lui parla la sua bacheca. Un solo precedente tra i due, molto recente…
LAZIO-TORINO, IL FACCIA A FACCIA – Nemmeno il tempo di godersi la vittoria bella e sofferta contro il Torino, che la Lazio di Pioli deve rituffarsi immediatamente nel campionato e nella preparazione al prossimo match. Giovedì sera al ‘Marcantonio Bentegodi’ va in scena HELLAS VERONA-LAZIO, una sfida che negli ultimi due precedenti ha sempre riservato emozioni e gol a raffica (ben undici). A tentare di non far accadere tutto questo e provare invece a limitare i danni e far male davanti, ci penseranno Stefan DE VRIJ e Rafael MARQUEZ, i due leader designati. Due stili e due generazioni a confronto, i due ministri della difesa in campo domani sera.
DE VRIJ vs. MARQUEZ. Un progetto di campione contro il pluri-decorato capitano che ne stava per diventare la guida in biancoceleste
Un olandese e un messicano, un europeo e un sudamericano. Stili diversi, carriere (molto) diverse. Stefan è arrivato a Roma in pompa magna, atteso come una sorta di messia biancoceleste arrivato per risollevare un reparto arretrato che lo scorso anno ha fatto acqua da tutte le parti. L’ex capitano del Feyenoord è salito alla ribalta dopo il grande Mondiale giocato ormai quattro mesi fa, eletto miglior difensore dell’intera competizione. Di certo non bruscolini, ma la palma del più bravo, si sa, soprattutto in giovane età (De Vrij è classe ’92) può rivelarsi un boomerang. L’accoglienza a Fiumicino dei tifosi rimane una testimonianza palese delle grandi aspettative che si ripongono nell’orange. La prima partita con la Lazio in Coppa Italia con il Bassano l’ha bagnata con un gol, ma l’esordio in campionato a ‘San Siro’ non è stato propriamente incoraggiante, così come l’espulsione rimediata a ‘Marassi‘ che ha fatto precipitare il match. Tuttavia, Stefan ha saputo aspettare e avere pazienza, è cresciuto di partita in partita insieme a tutti i suoi compagni. L’infortunio di Gentiletti poteva rallentare un po’ la sua crescita, soprattutto a livello di sicurezza e personalità, ma l’olandese ha stretto pugni e denti per caricarsi la difesa sulle spalle, a prescindere dal partner (Ciani e Cana si sono alternati). Le doti tecniche e anche fisiche non si discutono e sono dalla sua parte così come l‘età e una buona dose di esperienza internazionale; Stefan ha voglia di imparare e si vede. Va migliorata la velocità e il posizionamento in alcuni interventi, nella gestione della difesa senza palla, ma i presupposti ci sono tutti. De Vrij può essere davvero il nuovo Stam? Se lo chiedono un po’ tutti, il progetto di campione c’è e come, ora va ‘solamente’ costruito. Ha già praticamente dimostrato tutto il suo dirimpettaio tra le fila scaligere. Rafa Marquez, 36 anni nel febbraio prossimo nato a Zamora de Hidalgo (Messico), fa parlare la sua carriera. Cresciuto nelle giovanili dell’Atlas di Guadalajara ha poi esordito con i grandi prima di arrivare in Europa nel 1999 tra le fila del Monaco; quattro anni in Francia e poi lo sbarco nel Barcellona di Rijkaard (dove c’era anche Saviola, di nuovo suo compagno al ‘Bentegodi’): con gli azulgrana rimane sette anni e il palmares è impressionante: quattro titoli della Liga, due Champions League, un Mondiale per Club, una Supercoppa Europea, una Copa del Rey e una Supercoppa di Spagna. Una bacheca incredibile che si aggiunge al titolo di Campione di Francia conquistato con il Monaco. Dopo tutte queste vittorie, Marquez decide, come molti altri big, di provare l’esperienza negli Stati Uniti e arriva l’ingaggio con i New York Red Bulls. Tempo due anni e mezzo circa e nel gennaio 2013 Rafa torna in patria, al Leòn, ma qui vi rimane appena 18 mesi (vincendo un titolo nazionale) prima di arrivare in Italia all‘Hellas Verona nel mercato estivo. L’ex Barça però è stato prima molto vicino a vestire la maglia della Lazio per rimpolpare il reparto difensivo con un uomo di classe ed esperienza come il messicano, che avrebbe potuto guidare nella sua crescita proprio il giovane Stefan De Vrij. Il calcio però spesso è così: quando sembra tutto fatto e scontato, c’è sempre il colpo di scena, che ha colto di sorpresa anche lo stesso Leòn, che nel comunicato di cessione sbagliò squadra di destinazione scrivendo proprio Lazio invece di Verona. In termini di presenze nei club da quando è sbarcato in Europa stiamo parlando di 97 gettoni con il Monaco (e cinque gol), 232 con il Barcellona (12 reti e 8 assist), 50 con i New York Red Bulls (un gol) e 47 con il Club Leòn (una rete). In Champions League le presenze sono 46 in totale (un gol e un assist) e 7 in Coppa Uefa con altre 4 partite tra Mondiale per Club e Uefa Supercup. Come dimenticare la sua Nazionale, quella messicana di cui Rafa Marquez è capitano e perno assoluto: con il ‘tricolor’ è sceso in campo 125 volte, esordendo a meno di 18 anni, e giocando tre Mondiali di calcio (con 12 presenze e tre gol) ma vincendo anche una Confederations Cup nel 1999 e due volte la Gold Cup, ovvero la Coppa dell’America Centrale. In particolare Marquez è sembrato risorto e in condizione ottimale proprio nell’ultima rassegna iridata in Brasile, autore di grandi prestazioni che gli sono valse nuovamente le attenzioni di molti club in Europa.
IL PRECEDENTE – Due giocatori così diversi, così distanti ma quasi partner di difesa, che però si sono affrontati una volta in carriera. Un precedente che risale ad appena quattro mesi fa: era il 29 giugno quando a Fortaleza Olanda e Messico si sono sfidati negli ottavi di finale della Coppa del Mondo in Brasile. L‘Olanda alla fine passa 2-1, ma con tanti brividi e anche tanta fortuna, perché il Messico era in vantaggio fino all’88’, quando Sneijder ha pareggiato i conti e poi Huntelaar li ha fatti definitivamente girare a favore dei ‘tulipani’ con il rigore al minuto 94 decretato proprio per il fallo di Marquez, anche ammonito in quel caso.
Francesco Iucca
TWITTER: @francescoiucca
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