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MERCATO. Giovani ingiudicabili, BIGLIA e NOVARETTI rivedibili. Mancano un difensore e un attaccante.
LAZIONEWS.EU – Analizziamo, a quattro mesi di distanza, le scelte del mercato estivo che hanno portato ai risultati attuali…
APPROFONDIMENTO LAZIONEWS.EU – Nella sessione estiva del calciomercato, la LAZIO ha speso circa 20 milioni di euro. A giudicare dai risultati ottenuti fino ad oggi, è lecito pensare che sia stato commesso qualche errore di valutazione su alcuni giocatori, inizialmente considerati idonei alle ambizioni del club biancoceleste ma poi rivelatisi non all’altezza. Cominciamo col dire che le manovre di mercato di LOTITO e TARE sono state ispirate dalla ferma volontà di puntare sui giovani: l’età media dei nuovi arrivati è di 22 anni. Questa filosofia gestionale è stata portata avanti con coerenza, incassando pro e contro di un modus operandi fondamentalmente condivisibile: cercare giovani di talento in giro per il mondo, spendere poco e trasformarli in giocatori importanti. Questa scelta, per certi versi coraggiosa, è stata affiancata dall’acquisizione di un paio di elementi di esperienza, giocatori già fatti cui potersi affidare fin da subito: i profili di BIGLIA e NOVARETTI, nelle idee della società, corrispondevano alla descrizione. Il primo è stato un acquisto intelligente: con un curriculum di tutto rispetto, tra la nazionale argentina e l’ANDERLECHT, il centrocampista, sulla carta, sembrava garantire qualità e rinnovamento. Il secondo, sconosciuto ai più, era tutto da scoprire, ma il gran fisico e alcune buone referenze facevano ben sperare, anche perché per lui non era previsto un posto da titolare. Il campo, poi, ha mostrato verità diverse da quelle che ci si attendeva: entrambi gli argentini, gli acquisti “maturi”, non si sono rivelati pronti. E, con loro, i nuovi giovani, che per definizione non possono offrire certezze. Ci si sarebbe aspettato qualcosa in più, forse, da Felipe ANDERSON, se non altro per i sette mesi di trattativa e gli 8 milioni di euro versati nelle casse del SANTOS per tesserarlo. Confezionato come un “crack”, una volta scartato ci si è trovati davanti ad un giocatore dall’identità opaca. Forse, allora, l’errore non sta nell’acquisto, ancora troppo presto per giudicarlo, ma nelle eccessive pretese avanzate in virtù della complessità dell’operazione. Cosa è mancato, allora, a questa LAZIO? Due elementi in particolare: un forte difensore, un “quasi titolare”, vista l’età di BIAVA e la luna storta di DIAS, ruolo che NOVARETTI ha dimostrato di non poter ricoprire; e un attaccante che potesse affiancare e sostituire KLOSE, che fosse, dunque, abile sia in veste di prima che di seconda punta. Su quest’ultimo punto la LAZIO aveva lavorato, e anche bene: il caso YILMAZ vi ricorda qualcosa? Un peccato di ingenuità, imputabile alla dirigenza, è stato non avere un’alternativa di livello pronta qualora la trattativa fosse saltata (come poi è successo). Gennaio è alle porte, c’è tempo e modo per risollevare una stagione cominciata male. Con un paio di innesti, questa squadra potrebbe stupire, stavolta in positivo.
Giuliano Antonini
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