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MORTE FERSINI. Mister Bianchi: «Non dovevamo giocare, ma la Lega decide. Le maglie per Mirko la nota positiva»
L’allenatore degli Allievi Regionali parla a Lazio Style Radio
MORTE FERSINI. Mister Bianchi: «Non dovevamo giocare, ma la Lega decide. Le maglie per Mirko la nota positiva»
L’allenatore degli Allievi Regionali parla a Lazio Style Radio
La consueta rubrica di Lazio Style Radio dedicata al settore giovanile biancoceleste non può che risentire della scomparsa di Mirko Fersini, l’allievo Nazionale di Inzaghi morto a seguito di un incidente giovedì scorso. Inoltre, nel weekend appena trascorso sono state disputate solo le gare di sabato poiché quelle di domenica sono state rinviate a causa della morte di Piermario Morosini. Tra le parttie giocate c’è quella degli Allievi Regionali, che hanno perso in casa della Vigor Perconti ma hanno comunque mantenuto il primato in classifica. Alla radio ufficiale della Lazio interviene proprio il mister di quella categoria, Fabio Bianchi, che torna indietro di una settimana per ricordare il momento in cui lui e i suoi ragazzi hanno appreso dell’incidente di Mirko: «Abbiamo avuto la notizia dell’incidente prima di Pasqua, quando stavano andando in Toscana per un torneo e già non volevamo giocare là. Poi con Andrea Perocchi erano sempre insieme dopo gli allenamenti. Non ti puoi dare una spiegazione e non la puoi dare a loro. Mirko era un ragazzo eccezionale, solare, che dava tutto in campo. E’ talmente difficile, noi l’abbiamo vissuto su in Toscana, abbiamo continuato a farlo la settimana scorsa e sabato, quando l’abbiamo accompagnato in quell’ultimo giorno. Ora ci guarderà dall’alto».
Quanto è stato difficile giocare in queste condizioni? «Noi eravamo fuori, c’era anche il generale quando abbiamo saputo dell’incidente. Perocchi è di Fiumicino, c’era anche il papà che stava in contatto con il padre di Mirko quindi sapevano bene il suo stato. Io ho detto al generale di non giocare fino a giovedì, ma la Lega ci costringe. I Nazionali è un altro campionato, poi è la squadra di Simone inzaghi e neanche ne hanno parlato. L’unica nota positiva è la maglietta di Mirko che i ragazzi hanno fatto fare con la sua foto e con la scritta Mirko sempre con noi e che hanno indossato sabato».
Peraltro, sabato non si doveva neanche giocare perché tutti i campionato erano stati sospesi per la morte di Morosini: «Infatti. La nostra partita era in programma alle 18. Abbiamo aspettavo altri 20 minuti, potevano far sospendere anche la nostra. Non hanno avuto riconoscenza e delicatezza per chi non c’è più. Speriamo di non dover più parlare di queste morti. Neanche di quella di Morosini, che anche se non lo conoscevamo lo abbiamo scoperto in questi giorni. E’ brutto dire mettiamocelo alle spalle, ma Mirko ora ci guarderà da lassù e poi i genitori hanno fatto quel bel gesto di donare gli organi e questo ci riempie di orgoglio».
Come è stato stare vicino ai suoi ragazzi in quel momento? «E’ difficile, io li ho abbracciati, li ho tenuti vicino a me. Alcuni smettevano l’allenamento e andavano in ospedale per stare insieme a Mirko. Devi dargli coraggio e fargli capire che purtroppo la vita è anche quella. Devi fargli capire che non bisogna commettere neanche quelle piccole sciocchezze che da giovani si commettono».
L.B.
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